ll cinema? A qualcuno piace Oscar

Dubbi sui tanti premi ufficiali, le vittorie nei festival e i film di qualità Dubbi sui tanti premi ufficiali, le vittorie nei festival e i film di qualità B cinema? A qualcuno piace Oscar L'ideale si troverebbe in un autore come Chaplin sommamente originale e altrettanto popolare deus bello, ciò dipende da indici di gusto e gradimento che nulla hanno che fare con la classica serata al Dorothy Chandler Pavillion Center di Los Angeles. Quest'anno sette statuette, una mostruosità, sono toccate a La mia Africa di Pollack con Streep e Redford, un prodotto concepito a freddo per emergere nella corsa agli Oscar; ebbene il film andava bene prima, andrà meglio ora ma senza che il riconoscimento turbi una situazione prefigurata in suo favore. Se questo non avviene per i vistosi premi hollywoodiani, immaginiamoci che cosa possono i «Cesar» francesi improntati all'intellettualismo o, da noi, le segnalazioni ufficiali del Sindacato Crìtici Cinematografici o i Nastri d'Argento del Sindacato Giornalisti Cinematografici... Nei festival la diplomazia di circostanza si direbbe innegabile, esaminando a posteriori bilanciamenti e favoritismi vari. Tuttavia nessuno penserebbe d'impostare un piano d'ammorbidimento del giurati ai tre appuntamenti che contano anche commercialmente, cibi! Berlino. Cannes e Venezia Le ultime edizioni smentirebbero in ogni modo chi annettesse agli «ori» dei festival un favorevole contraccolpo alla cassa. n film ideologico tedesco che ha vinto a Berlino non sarà mai tradotto al di fuori della terra madre, con buona pace della giurata Gina LoUobrìglda che gli ha intentato guerra aperta. Nemmeno il secondo riconoscimento andato a Nanni Moretti ha influito molto sul cammino di La messa è finita, che andava benino per conto suo; piuttosto in questo caso Moretti avrà fatto le conoscenze utili I premi ufficiali e le vittorie nei festival aiutano il cinema di qualità a venire fuori dai ghetti e dai limbi che talora soffocano per una vita intera artisti ineguagliabili? L'ideale per 11 cinema sarebbe un autore come Charile Chaplin, sommamente originale e sommamente popolare. Per giungere a tanto il grande autore deve conquistare l'autonomia finanziaria, piazzando personalmente il suo prodotto nelle platee che lo attendono Impazienti. Un percorso travagliato, che oggi a Hollywood un altro geniaccio della levatura di Woody Alien ha intrapreso con perizia. Ma per chi ha una musa difficile, per chi non conta sul divo di richiamo, le occasioni ufficiali che cosa rappresentano? Facciamo in primo luogo una differenza tra i premi, conferiti in genere da possenti corporazioni e i festival, spesso esaltati da giurie occasionali. Ciò significa che un premio, a differenza d'un festival, si può lucrare attraverso una propaganda e un'esposizione molto particolari; e comunque durevoli ' " Oli Oscar.'— un esemplo della settimana scorsa — non premiano mai un titolo'che abbia finito le programmazioni o che stenti a imporsi. Le «majors» di Hollywood impegnano infatti milioni di dollari nell'opera di convincimento dei giurati dell'Academy Award, mentre gli agenti delle case di produzione (e anche distribuzione) si dissanguano in una serie pesante di campagne e ricevimenti. Chi vince non è mai 11 più meritevole ma il più ricco e il più suadente: se poi, rimanendo a un passato recente, Voglia di tenerezza era brutto e Ama¬ per un prossimo lancio a livello internazionale che francamente meriterebbe. Curioso e preoccupante l'arrivo, in genere concomitante sugli schermi delle città capo zona, di Papà è in viaggio d'affari di Kusturica primo a Cannes e di Sema tetto né legge della Varda primo a Venezia. Entrambi vengono presentati dagli autori in rapide conferenze-stampa tenute solo a Roma, entrambi accusano il difetto d'interpreti di grido. L'occasionalita regge il loro itinerario commerciale, senza nemmeno la possibilità d'un intervento alla Evtushenko (Claretto di Squltieri parti fortissimo da Venezia) o d'una torta in faccia alla Godard (a Cannes si dava Detective ma in Italia Je voussalue, Marie che obbediva al precetto evangelico sulla necessita degli scandali). Ad Aosta per esempio nell'Imminente «Semaine» del cinema francese un posto d'onore avrà Sema tetto né legge, mentre il mese scorso per benefidenza è stato proiettato a St-Vincent Police che sulla Laguna ebbe 11 premio dell'interpretazione per Gerard Depardieu. Nella Vallee, per caso ripetiamo, 1 due titoli godranno d'una buona eco. A Torino Sema tettò né legge e Papà è in viaggio d'affari accenderanno di seguito gli schermi del più antico locale d'essai cittadino. Per imporli il rappresentante dell'Anica ha spavaldamente chiesto alla stampa d'indicare una qualsiasi manifestazióne promozionale, che si organizzerebbe al più presto. Cominciamo col portare a Caselle, volo AZ 325 delle 20 e 50', Agnès Varda e la sua protagonista Sandrine Bonnaire. Piero Perona 17,50 II sole sorge ad Est, sceneggiato 18,20 Oroscopo 18,45 Dancln' Days, telenovela. Con Sonia Braga — Mexico, storia della Coppa del Mondo: I momenti più significativi e I grandi protagonisti 19,50 La bella Otero, sceneggiato. Con Angela Molina, Luciano Salce. Lina Sastri 21 — A viso aperto. Usa western 1963 22,45 TMC sport