Sade senza feeling di Maurizio Costanzo

E' Cannon o Maurizio Costanzo? E' Cannon o Maurizio Costanzo? Molto pubblico, ma un po' sconcertato Sade senza feeling TELEFILM MILANO — Tanto rumore per nulla: come spesso accade In presenza di avvenimenti, o presunti tali, troppo chiacchierati o gonfiati anzitempo, anche il concerto di Sade. 11 primo in Italia, si è risolto senza eccessivi clamori, con 11 pubblico che gremiva il Teatro Tenda diviso drasticamente sul giudizio finale (e stasera il test si ripropone a Roma). Da una parte 1 più giovani entusiasti, assiepati soprattutto nelle prime file, quelli che potevano vedere l'artista in ogni sua movenza, senza perdere 1 dettagli dell'esibizione e dall'altra coloro che non esitavano a denunciare una discreta noia per quella signorina un po' distaccata, altera, che a tratti sembrava quasi snobbare 1 presenti. Il concerto si è comunque diluito in un palo d'ore e laddóve non arrivava Sade (che dispone di un repertorio molto ristretto, delimitato da due soli album — «Diamond Life» e «Promise».—, non è stata neppure eseguita la più recente canzone incisa, «Killer blow», che fa parte della colonna sonora del film «Absolute Beglnners»), si sono impegnati in lunghi assoli i musicisti della band, evidentemente Istruiti alla bisogna. Vestita con un'elegante sobrietà, calzoni neri, una giacca scura con risvolti ros- nuova struttura: speriamo bene) e l'acustica penalizza le sue delicate armonie, quegli equilibri che poggiano su atmosfere ed umori, ma resta il fatto che Sade non 6 ancora una protagonista a tutto tondo: è artista da diapositiva più che da tournee, da assaggiare a piccole dosi, mentre due ore è una misura che la sovraespone, la spreme, In definitiva le nuoce. Come altri rappresentanti di quest'onda sviluppatasi rapidamente in Inghilterra in quantità più che in qualità Sade ha fatto breccia nel cuore e nelle orecchie dei neofiti, di quei giovanissimi che del profumi e degli eroi del jazz Anni 50 non hanno mai sentito neppure parlare. Il personaggio Sade, o chi lo ha programmato, ha capito perfettamente come pilotare la vicenda artistica, come effettuare l'accorto montaggio degli elementi principali: ma alla fine, dopo la sequenza di bis, l'impressione che di un accattivante artificio si tratti, è fondata. A rendere li tutto accettabile, anzi applaudito e acclamato, è bastata una s ignorinella di colore, piccola come i suoi mezzi vocali: anzi, per ora Sade è forte, inattaccabile, dietro il muro di circa dieci milioni di dischi venduti. Alle cifre non si comanda. m Rispetto all'ambiente Jazz, cool o no, cui vien fatta risalire l'ispirazione e l'ipotesi di fondo, Sade e 1 suoi non rincorrono alcun virtuosismo, tutti ben tesi a non uscire dai margini di un corretto professionismo, mentre se rapportati alla realtà del rock, al cui mercato si indirizzano, la cantante anglonigeriana manca assolutamente dell'energia e della bruciante passionalità che spesso Infiamma le platee. CI sono, insomma, tutti gli indizi perché Sade possa essere classificata come un prodotto dell'industria, un perfetto oggetto musicale frutto dell'esplorazione del marketing: la sua voce è esile e sottile, per lunghe parentesi quasi un optional, addirittura monocorde, fondata su pochi registri .a cui non c'è alternativa, la tenuta del palcoscenico anche abbastanza incerta, affatto improntata sul solido carisma. Certo, la sede del concerto non le è congeniale (ma il Teatro Tenda a chi può esserlo?, intanto a maggio dovrebbe esser disponibile la si e un dolcevita bianco che avrebbe poi lasciato scoperta una vasta superficie di schiena Sade ha confermato quelle caratteristiche che l'hanno imposta alle attenzioni dello showbuslness internazionale: una certa classe, la capacità di scivolare leggera sul palco, l'agilità e l'intelligenza di non voler mai strafare, di. non voler affondare il colpo, per restare invece a galleggiare a mezz'aria tra diversi linguaggi tutti appena accarezzati. Sicuramente più fotogenica che bella, gelosa fino al parossismo della sua immagine al punto di imporre clausole che hanno reso in pratica impossibile 11 lavoro del fotografi accreditati, Sade, che in scena appare comunque assai meno prestante, autorevole e affascinante che non nei videoclip, trasferisce nel suo lavoro ben poca emozione, sembra vivere distrattamente la musica, per cui la sensazione di freddezza che invade la platea a più riprese 6 molto forte. Oltre tutto anche 1 volumi sono mantenuti volutamente bassi, quasi ovat- Un killer stordisce Maurizio Costanzo, scambia i documenti, lo cosparge di benzina, lo : mette al volante di un'auto rubata e lo scaraventa giù da una acarpata, ma Maurizio Costanzo all'ultimo momento sguscia da un finestrino Infranto e finisce tra le mani callose di poliziotti cali- ' fomlani che non sono teneri finché non li mette fuori combattimento, se ne va sfondando a craniale una vetrata, Inforca una moto targata Pollco e si salva affondando a tutta velocità nelle acque limacciose di un fiume canticchiando 'Old Man River». Mai fidarsi delle apparenze: non,ci vuole grande immaginazione; basta sostituire Maurizio Costanzo con Cannon'. C'è un piccolo bluff: la sequenza Infatti non è tratta da un telefilm dell'Investigatore americano, che somiglia al presentatore nostrano anche nell'animo, bensì dalle sue avventure a fumetti disegnate da Martin Asbury e pubblicate in Italia da Oreste Del Buono nel marzo del 1976. Sono passati dieci anni esatti quindi, ma vista l'inveterata scarsa rambitudlne del protagonisti, l'impressione generale vieppiù sudaticcia anziché virile, più negra che ariana, più avvelenante che dirompente, torna comoda per entrambi la sintetica Introduzione al fumetto di Cannon: «£' una sorpresa ogni volta che si muove, una specie di miracolo dinamico: Certo tradurre in disegni, magari esagerando, questa •sorpresa*, è stato facile; ma interpretarla disinvoltamente come l'attore William Conrad ha fatto in molto più di dieci anni, è stato superbo; darle una dimensione verbale e comunque squisitamente teatrale come ha fatto Maurizio Costanzo dal canto suo, è stato eccezionale. Questi due grandi goffi della televisione, mi hanno sempre messo in imbarazzo. Non hanno neppure definizioni anagrafiche certe, soprattutto Cannon di cui mi han sempre taciuto il nome proprio. Credo che anche le signore, in privato, lo dlcan «Cannon*, tra virgolette e con quel certo tono rauco con cui chiamano altri .Baby, o •Honey» e simili stupidaggini d'alcova statunitense. Maurizlocostanzo invece, l'ho sempre Inteso come tutto attaccato: non c'è nome o cognome, è tutt'unp, Mai I critici gli darebbero credito al punto da citarlo come •// Costanzo»,'lo òdio pensare che amanti piemontesi l'abbiano avvilito'nell'Intimità con diminutivi correnti tipo •Rlalu» (ahimè, sta. per Maurizio), che neppure gli eleganti tirassegni sentimentali di Paolo Conte possono riscattare. Non che sia importante, mi basta ricordare il canate dove posso Incontrare il loro essere balordo eppur unico, ma si rafforza la convinzione che per qualche oscuro disegno, gli del del video II osteggiano, perlomeno II trascurano. E' come se dessero fastidio; che sono educati, ma non sono chic; non sono saccenti, ma la sanno lunga; non sono spietati, ma inesorabili; fan parlare gli altri, tacciono di se stessi. Talvolta in loro presenza, sono Imbarazzato. Qualche volta vorrei che Cannon fosse come Magnum Piai; nel senso che. se quello restd senza lavoro, può sempre andare a scaricare le ceste al mercati generali delle Haway, mentre il mio eroe è probabile che già da tempo debba fare I conti con la pressione, la gotta, lo smog di Los Angeles che più velenoso di cosi c'è solo l'aria del bar dove cerca scampo. Mauriziocostanzo lo vedo spesso affranto. L'altro vive pur sempre di un attore che ad un certo punto stacca e riprende la sua faccia, lui non ha neppure II sussidio dell'avventura; sta sempre sul palcoscenico a racconta-, re altri In carne e ossa e mai gli deve venire meno la scaltrezza, perché subito sarebbe cinico, untuoso, meliifuo, Impudente, beffardo. ' Tutte cose che van bene per gli altri. Perché se Biagl è attento, lui è un ipocrita; D'Amato è fiero, lui sussiegoso; Baudo è una tigre, lui uno scorpione, lo dico che è bello. Almeno quanto Cannon è affascinante. E poi sono misteriosi. Guerrieri della tv rozzi e coi fiatone, pochi capelli, borse sotto gli occhi, palpitazioni, mangiare e bere il meglio, dormire poco, mal Illudersi. Chi l'ha detto che bisogna metterai a dieta per saltare su una moto targata Ponce, raccogliere uno sguardo complice dalla Vanonl, cenare con l'amica di un gangster, intimidire Spadolini, Imbarazzare un branco di teppisti, confessare quell'anima nera della Borboni? Forse è questo che vuol dire Maurizlocostanzo quando, in primissimo piano, spalanca l'occhio sinistro, solleva li sopracciglio e gli viene come una luce esaltante. E' un attimo, ma sembra bello, •Ito, impeccabile come il mago Mandrake del fumetti che va sempre In giro In marsina, mantella, cilindro, scarpe di coppale, bastone col pomo di cristallo, fa un solo gesto e II televisore diventa la vita. Tutti sanno che è un trucco, un'Illusione, ma sono contenti. O spaventati. mJm ili! ili! tati, le luci risultano scure, da club un po' fumoso e 1 musicisti non spingono mal sull'acceleratore, lontani da una qualsiasi tensione o trasporto espressivo. Le canzoni che Sade ha distribuito — tutte quelle più famose, da «Smooth operator» a «My love is king», da «Jazebel» a «Is lt a crime?», da «Sweetest taboo» a «Neve r is good as the first time» — assomigliano anche troppo alle versioni su vinile e manca nel suo spettacolo quella dimensione ludica, comunicativa inebriante che appartiene di diritto alla generazione dei concerti dei nostri tempi. Enzo Gentile

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