«Fate largo ai buoni insegnanti»

L'ex ministro Valitutti; «Urgente la riforma delle superiori» L'ex ministro Valitutti; «Urgente la riforma delle superiori» «Fate largo ai buoni insegnanti» I sindacati: «Piuttosto miglioriamo le schede» ROMA — Allora, senatore, torniamo al voto? •Non lo escludo, e me lo auguro: la scheda, come sistema di valutazione scolastica, è fallita. Sopravvive solo giuridicamente, un malato in coma quasi irreversibile tenuto in vita con l'ossigeno. La maggior parte di genitori e insegnanti, ormai, tende a rifiutarla.. Per Salvatore Valitutti, liberale, ex ministro della Pubblica Istruzione, ora presidente della Commissione Istruzione al Senato, il possibile ritorno al voto nella scuola dell'obbligo non è una marcia indietro. E' un atto di sano realismo. Là scelta dettata da una' consapevolezza: quando uno strumento, anche se adottato per gli scopi più nobili, fallisce, lo strumento si cambia. La Commissione Istruzione al Senato ha approvato un ordine del giorno che invita il governo a riesaminare l'intera questione. Ci vorrà del tempo, ma il governo dovrà decidere. Viva U voto, dunque? 'Calma, non dico questo. Il voto ha i suoi limiti, certo, ma pur con questi limiti è più produttivo della scheda di valutazione, a maggior pregio è la mutevolezza: oggi merito otto, domani quattro, dopodomani mi fermo al sei. Non è uno strumento burocratico come la scheda, che cerca di fissare una volta per tutte ciò che non può essere fissato, e che in determinati casi, nel tentativo di dare chissà quali spiegazioni sul profitto scolastico dì un alunno, finisce a volte col trasformarsi in mezzo poliziesco di indebita Ingerenza nella vita familiare. Il voto cambia e segue le oscillazioni del profitto. Ricordo quando frequentavo la scuola media: nel primo trimestre rimediai tanti di quel tre e quattro 'Poi rimediai con gli otto e l nove. Se et fosse statala scheda, mi avrebbe rovinato.. Cinque anni fa, anche soltanto una semplice proposta di tornare al voto avrebbe scatenato la rivoluzione. Oggi almeno se ne parla. Che cosa è successo? •Che certe forze politiche, fino a ieri fortemente innamorate dell'avanguardismo didattico sono diventate più caute. Dico "più caute", non arrendevoli. Ricordo una risposta del senatore comunista Chiavante, persona seria, alcuni mesi fa In commissione. Si discuteva dell'abolizione degli esami di riparazione a settembre. A me che sostenevo la necessità di tenére in Vita questi esami, Chiavante rispose: "Ma i pedagogisti ci hanno detto di abolirli!". Questo per me è "pedagogismo", non pedagogia. Un pedagogismo che ha finito con l'influenzare fortemente le segreterie di certi partiti, con risultati tutfaltro che brillanti.. Quindi avremo anche «i pentiti del voto»... 'Certamente, e mi sembra che possano aumentare di numero. Faccio un esemplo. L'altro giorno mi hanno portato da esaminare una scheda sperimentale per la scuola media, realizzata dal ministero della Pubblica Istruzione: uno strumento complicato, una scheda di difficilissima compilazione che prevede dieci domande con-relative-risposte per ogni 'materia. Il che, in pratica, significa un questionario con un centinaio di domande per alunno. E' questo, mi chiedo, uno strumento produttivo, in grado di stabilire il grado di apprendimento raggiunto dai ragazzi?.. Questa proposta di ritorno al voto, non servirà anche per ridiscutere in un'ottica nuova il progetto di riforma per la scuola media superiore? .Senza dubbio. Il progetto originario di riforma è entrato In crisi per iniziativa dei socialisti. E secondo me questo è un bene. La scuola media superiore ha assolutamente bisogno di una riforma. E' una scuola vecchia, che deve al più presto aggiornarsi per stare al passo con una società che corre sempre più ih fretta. Ma l'aggiornamento va fatto anche puntando sull'autonomia degli Co ROMA — A giudizio dei sindacati confederali della scuola, il ritorno al voto sarebe una soluzione sbagliata. Giorgio Alessandrini, segretario confederale della Cisl, spiega che questa proposta «é il segno di un ritorno, anche teorico, a considerare la valutazione come uno strumento essenzialmente fiscale.. No al ritorno dei voti? 'La valutazione non deve essere un problema esclusivamente fiscale, bensì una dimensione intrinseca al lavoro formativo. Piuttosto, occorre migliorare i criteri di valutazione affidati alle schede.. ■ Il che vuol dire che anche l'esperienza della scheda non è del tutto positiva. 'Certamente, ma quello della valutazione è innanzi tutto un problema di aggtornamen- Insegnanti, sulla loro Inventiva e Iniziativa. Anche se mi rendo conto che gli Insegnanti hanno oggi un sacco di problemi.. Quali? 'Si sentono umiliati, appiattiti, li abbiamo dequalificati attraverso forme di reclutamento che hanno permesso nella scuola l'ingresso di tutti, «oves et boves» (pecore e buoi - ndr) facendo scendere la professionalità al di sotto del livello di guardia. Io vado molto In giro. Visito scuole, parlo con studenti, genitori, Insegnanti. L'esperienza mi insegna che dove abbiamo buoni presidi e docenti preparati; la scuola funziona. Sarà anche vecchia, ma'funziona. E genitori e studenti sono molto contenti.. m. a. to degli Insegnanti, In termini psicopedagogici e metodologici. La valutazione con la scheda deve servire all'allievo per fare il punto del suo livello di apprendimento, e all'insegnante per verificare contenuti e metodo del suo lavoro.. Come giudica l'atteggiamento del politici rispetto ai problemi della scuola? «Se devo far riferimento alla riforma della scuola superiore, l'atteggiamento dei politici segna un grande ritardo di natura culturale, e soprattutto nella considerazione del processi reali di sviluppo del Paese. Più in generale, ■ debbo dire che nonostante il grande rilievo sociale della scuola, i politici discutono dei suoi problemi con grande superficialità.. Qual è il problema più serio oggi, per il mondo della scuola? .Ci sono almeno quattro priorità fondamentali. Innanzi tutto occorre aprire finalmente nel bilancio della Pubblica Istruzione un capitolo per gli investimenti in strutture, innovazioni tecnologiche e aggiornamento degli insegnanti. Poi c'è il problema del decentramento: perché la scuola sia un soggetto attivo nel tessuto dove opera, dovrebbe avere un ampio decentramento amministrativo, gestione sociale, e maggior autonomia didattica.. E le altre due priorità? «Sono l'innalzamento dell'obbligo scolastico dentro la scuola superiore e un insieme di Interventi articolati per una reale transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro. Infine bisogna ricordare che ogni anno 130 mila ragazzi non riescono a concludere la scuola dell'obbligo: si tratta dunque di riqualificarla, a partire dalla riforma dei programmi per la scuola elementare..

Persone citate: Giorgio Alessandrini, Salvatore Valitutti, Valitutti

Luoghi citati: Roma