L'incubo sul villaggio
L'incubo sul villaggio La frana continua a minacciare i mille abitanti di Carema L'incubo sul villaggio Il grande masso scende lentamente e non è possibile bloccarne la corsa - Ieri sono state allontanate dalle loro case 13 famiglie (in tutto, 45 persone) - Sono già circa 300 gli ospitati nei grandi containers d'acciaio - Un quinto delle vigne distrutto; in crisi l'unica risorsa della zona, il vino L'incubo per i mille abitanti di Carema non è ancora finito. La gigantesca frana che minaccia l'abitato continua a scivolare verso valle. Procede lentamente, in modo quasi impercettibile: 25 centimetri sabato, soltanto quattro domenica, ancora meno ieri. Quanto basta, comunque, per rinnovare la paura in questo paese, non nuovo ai disastri naturali: sessant'anni fa una valanga di rocce e detriti investi la parte alta, nell'81 le rocce franarono sui vigneti strappati a fatica dalle pendici della montagna. Continua a piovere, e gli amministratori hanno deciso altre evacuazioni. Tredici famiglie, quarantacinque persone in tutto, hanno lasciato le vecchie case del centro storico, comprese tra le vie Roma, Pozzalle, Basilia e Foriana. Per adesso vivono da parenti e amici, poi si vedrà. Altre 256 se n'erano andate dalle borgate Sasso, Vairola e Foriana, subito dopo la prima frana, staccatasi dal monte Olinello nel pomeriggio dell'8 aprile. «Sarò per poco, forse il maltempo ha fin qui bloccato tutte le operazioni: impossibile in queste condizioni far saltare con l'esplosivo le rocce pericolanti, o imbrigliarle e trascinarle verso valle. Centotrenta cittadini di Carema vivono da dieci giorni nei 34 container messi a disposizione dalla Protezione civile: le case provvisorie, malgrado qualche infiltrazione d'acqua, hanno risolto i problemi più immediati. Il paese, antico centro doganale fondato dai romani, è caratterizzato oggi da un'economia quasi esclusivamente agricola: i contadini sono una cinquantina, ma altre 350 persone, in maggioranza impiegate all'Olivetti, coltivano le vigne nei ritagli di tempo. Ad ogni giorno che passa, diminuiscono le speranze di salvare la vendemmia: la produzione del Carema. un nebbiolo doc di grande pregio, rischia di toccare i minimi storici. Il venti per cento del raccolto è già perso, e i vigneti superstiti attendono urgenti lavori, ai quali nessuno può attendere per il pericolo incombente. Ad una simile situazione la gente reagisce con calma, senza lasciarsi prendere dallo sconforto: -E' l'unica fortuna, gli abitanti capiscono, e collaborano. I problemi maggiori riguardano gli anziani, più restii a lasciare le proprie case» spiega il sindaco, Gabriele Mazza. Domenica il parroco, don Igino Boglìa, ha celebrato messa nel piccolo locale attiguo all'asilo, trasformato in sede provvisoria del Comune. Anche lui è tra gli «sfrattati*, come il sindaco e le maestre. Intatti i 70 bambini delle scuole elementari frequentano le lezioni in cinque container. La frana, sulla quale i geologi compiono due rilevazioni al giorno, minaccia il «cuore» del paese, le vie strette e contorte, le piccole piazze ritagliate a fatica tra gruppi di case, gli edifici pubblici, la cantina sociale. E continua a piovere. Giampiero Pavido lì paese ha dovuto essere abbandonato in fretta; carabinieri armati presidiano le abita/ioni per prevenire lo sciacallaggio. Un sentiero si è trasformato in fiume
Persone citate: Gabriele Mazza, Giampiero Pavido, Igino Boglìa, Sasso
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