Gheddafì e i misteri sulla quinta colonna di Igor Man

Gheddafì e i misteri sulla quinta colonna Gheddafì e i misteri sulla quinta colonna Un golpe in Libia fu tentato, anche se rozzamente, nella notte del 14 sul 15 aprile, quando le bombe americane piovevano su Tripoli. A dirlo è un uomo del regime: il maggiore Sayed Ghcddaf Addarci. Costui è il cugino di Gheddafì e comanda una branca speciale dei servizi segreti libici. Le agenzie hanno diffuso brani di un articolo apparso sul settimanale Jamahinah, organo dei comitati rivoluzionari, e che si voleva ispirato dal Colonnello. Anche noi abbiamo pubblicato quei brani dove si invocava «pulizia in casa», dove si parlava di gente che aveva tralignato, di gravi deficienze nel sistema difensivo. Stranamente le agenzie hanno omesso i brani più significativi dell'articolo di fondo, firmato appunto dal cugino del Colonnello. Ecco il primo: «L'America ha mobilitalo tutte le agenzie di stampa e i mass media vittime non da ora di una drammatica sudditanza psicologica verso la propaganda di Washington; l'America ha assoldato tutti i reazionari e persino alcuni nostri concittadini ma ha dimenticato che la Libia non è un apparato poliziesco: la Libia è una rivoluzione guidata da un leader rivoluzionario quant'altri mai». Ecco il secondo brano, il più significativo: «Gli Stati Uniti, quella none, miravano a centrare più obiettivi contemporaneamente. Bombardavano la caserma di Bai Al Azizia, la base aerea di Benino, l'aeroporto di Tripoli e al tempo stesso comunicavano ai fuggiaschi (verosimilmente si allude a soldati in fuga o a grandi disertori) la notizia del rovesciamento della rivoluzione così come aggredivano psicologicamente la popolazione diffondendo menzogne e. più grave ancora, spedendo emissari di ta in casa per incitare la geme a scendere in piazza». A questo punto il maggiore denuncia l'esistenza di una quinta colonna teleguidata dagli americani, scrivendo testualmente: «Coloro che hanno indiato la gente a scendere in piazza sono cittadini libici assoldati dagli Usa: i senizi segreti conoscono i loro documenti di identità, i loro numeri di telefono e persino i numeri delle scarpe che calzano». Quest'ultima frase, ambigua, può significare che i traditori sono stati finora solo identificati ovvero che sono già nelle mani dei servizi. In ogni caso la frase conferma le voci, insistenti, di una epurazione in corso nel ministero dell'Informazione, a radio Tripoli, e financo nelle file delle forze armate. Sempre nell'articolo-rivclazione del maggiore Gheddaf è detto che «la pulizia in casa rappresenta una pietra miliare per la credibilità della Libia sul piano regionale e internazionale». Vale a dire: solo quando il regime sarà stato ('purificato» dagli elementi filo-americani, solo allora sarà possibile affrontare con l'Urss quel di scorso politico che dovrebbe portare il Cremlino «a fianco della Jamahiryah. contro il banditismo capitalista». Sembra ormai chiaro che la Libia, nonostante la riluttanza di Gheddafì. sia orientata a porsi sotto l'ombrello sovietico. « Uniti nella diversità» — «Alleanza non significa schia vitù» — «La sicurezza delle nostre donne e dei nostri bambini non ha prezzo»: queste sono alcune delle frasi con cui la propaganda libica condisce la notizia dell'invito a Mosca rivolto da Edward Sheyardnadze al suo collega libico, il ministro degli Esteri Kamal Hassan al Mansur. Il 10 febbraio, nell'intervista a La Stampa. Gheddafì disse che se le circostanze lo avessero preso alla gola non avrebbe potuto fare a meno di «considerare l'opportunità» di una alleanza militare con l'Urss. I più fedeli collaboratori di Al Qaid, quelli che con lui formano il Consiglio del Comando della rivoluzione che nel 1977, al tempo della fondazione della Jamahiryah, venne inglobato nella Segreteria generale del Congresso del popolo, insistono perché si scelga l'opzione sovietica. Jallud la chiama «una assicurazione sulla vita». E tuttavia a decidere, ancora una volta, sarà Gheddafi Non è che, infatti, il Consiglio del Comando rivoluzionario sia stato ricostituito dopo il raid per assicurare una direzione collegiale del regime. In pratica non è mai stato sciolto. I suoi membri si son sempre riuniti, hanno discusso animatamente come sempre, per lasciare, come in passato, l'ultima decisione al Colonnello che nel bene e nel male rimane il leader carismatico. Il 15 aprile, il giorno dopo il rovinoso bombardamento, il notiziario di radio Tripoli si apri con una marcia militare omettendo di citare una massima del Libro Verde, esaltamente quella che esaltava il potere delle masse II giorno 16 il notiziario si apriva di nuovo con una massima gheddafiana. però diversa: <■ Chi sono gli eroi della Storia? Sono (/negli individui che si sacrificano per una causa ovvero sacrificano se stessi per amore degli altri;. E' sempre in sella, il beduino, sia pure malconcio. E ancora una volta la sua vendetta sarà terribile, come si intuisce dallo scritto del cugino. Sempreché, beninteso. Allah non lo privi, d'un tratto, dell'infula del dio: quella <'baraka'> che fin qui lo ha salvato. Igor Man

Persone citate: Benino, Colonnello, Edward Sheyardnadze, Gheddafi, Jallud, Kamal Hassan, Sayed Ghcddaf Addarci