Perugia-Bologna del 12 gennaio di Claudio Giacchino

Partita da mezzo miliardo totonero Perugia-Bologna del 12 gennaio Partita da mezzo miliardo TORINO — Perugia-Bologna, diciottesima dell'andata di B, 12 gennaio scorso. E' l'incontro su cui Armando Carbone e soci puntarono mezzo miliardo. Giocarono l'I fisso, frazionando le scommesse su piazze diverse dove la vittoria dei padroni di casa era maggiormente quotata: Napoli, Palermo, Pescara, Torino. Della partita si parla con frequenza nelle telefonate intercettate dalla polizia, gli scommettitori non hanno dubbi: «E' dai primi di novembre, contro il Cagliari (0-2 in trasferta per i perugini ndr) che gli umbri vanno male. Domenica, dopo tanta astinenza, temeranno a vincere». Profezia azzeccata: i grifoni, che negli ultimi otto turni hanno collezionato solo la miseria di tre pareggi, piegano gli emiliani con una doppietta del centravanti Morbiducci. La gara fu diretta dal signor Pellicano, la critica giudicò ineccepibile il suo arbitraggio. L'inchiesta sul calcioscandalo del sostituto procuratore della Repubblica di To¬ rino Giuseppe Marabotto non ha fatto registrare ieri clamorose novità. In mattinata, il giudice ha ricevuto l'avvocato vicentino Ugo Dal Lago, il legale che da anni va conducendo una sua personale crociata contro le presunte corruttele nel mondo arbitrale. Dal Lago aveva chiesto di essere sentito dagli inquirenti, ha consegnato un voluminoso dossier. Marabotto ha ammesso che, delle otto persone raggiunte da comunicazione giudiziaria i cui nomi sono stati tenuti segreti, una appartiene al mondo del football. «E' un tesserato della Federcalcio». Dovrebbe trattarsi di un ex allenatore italiano che da tempo risiede all'estero. Non ha ancora ricevuto la lettera con cui la magistratura l'avvisa che a suo carico è stata aperta un'indagine penale Nuovi interrogatori attendono l'ex calciatore (Atalanta, Fiorentina, Avellino, Monza e Piacenza) Filippo Reali, il portiere della Pro Vercelli Giovanni Bidese, il suo allenatore Antonio Pigi¬ no e il mediatore di Palermo Giovanni Cutrera. Assistito dall'avvocato Bernardo, Cutrera era stato sentito da Marabotto giovedì: il mediatore aveva aperto bocca solo per dire: «Non so niente di totonero e arbitri, le cose che ho raccontato per telefono a Carbone sono solo invenzioni, millanterie». Con Nicola Triglia, Cutrera è l'unico tra i catturati che non ha ammesso o confessato alcunché. Gli altri invece hanno ammmesso ogni cosa, dai loro torrenziali racconti non è mai emerso che qualcuno dei giocatori della Nazionale si sia invischiato Per alcuni dei dieci arrestati si sta avvicinando il momento della scarcerazione: forse già stamane il funzionario della Banca d'Italia di Pescara Paolo De Rosa potrà tornare a casa, in libertà provvisoria. Nei prossimi giorni, dopo un altro interrogatorio, dovrebbe lasciare la cella anche l'impresario di Chiari (provincia di Brescia) Guido Legrenzi. Claudio Giacchino