Provincia e cinema una «guerra santa»

Provincia e cinema una «guerra santa» Il caso Conegliano e i guasti della distribuzione Provincia e cinema una «guerra santa» ROMA — La crisi del cinema in provincia, evidenziata nei giorni scorsi dal .caso Conegliano-, dove il gestore di due sale ha improvvisato una serrata» per protestare contro i distributori di film che tendono ad isolare i centri minori facendo arrivare le pellicole di successo con eccessivo ritardo rispetto alla grande città, non ha sorpreso guanti operano nel settore. Conegliano è un fiorente centro industriale di 36 mila abitanti in cui il cinema stimola tuttora dibattiti e interesse da parte dei giovani, tanto è vero che molti studenti hanno seguito gli appuntamenti della recente manifestazione Antennacinema- che prevedeva, tra l'altro, la rassegna completa dei film di Fabio Carpi. Le prime reazioni raccolte nell'ambiente industriale romano sono favorevoli alla protesta del gestore di Conegliano: -Soltanto la freschezza del prodotto è oggi vincente sulla concorrenza televisiva e la tempestività dell'uscita si rende indispensabile per sfruttare la cassa di risonanza nazionale che scaturisce dalla promozione televisiva». Afa come rimediare? ' Per David Quilleri, presidente dell'Associazione nazionale degli esercenti, il mercato delle sale di provincia va rilan¬ ciato: .Gli esercenti si devono consorziare per consolidare il rapporto di forza con la distribuzione. Due passaggi a Conegliano la distribuzione li può ignorare, ma quando i passaggi nel centri minori del Veneto diventano venti l'operazione comincia ad assumere un peso che neppure l'organizzazione distributiva può trascurare». ■Siamo tutti interessati — spiega Luciano Giotti, vicepresidente dell'Anica — al mantenimento del mercato cinematografico provinciale. Manca, però, una strategia i che consenta di fare arrivare 1 film importanti nella provincia quando 1 titoli sono ancora di attualità. Purtroppo la distribuzione è adesso meno capillare per l'alto costo dei servizi: in molti casi non si recuperano le spese. D'altra parte con l'avvento della televisione i film si bruciano rapidamente e in provincia non possono più arrivare con sei mesi di ritardo rispetto all'uscita nazionale». Di un film di grande successo la distribuzione mette generalmente in circolazione, per il lancio ' nazionale, 100-120 copie che costano due milioni ciascuna. Con questo quantitativo si arriva a coprire, in tempi brevi, città come Treviso, Bergamo, Alessandria. Per arrivare in centri come Conegliano occorrerebbe raddoppiare il numero delle copie. «E qui sta il rischio osservano i distributori — perché basta che un film non incontri il grande successo che cento copie sono sufficienti per arrivare anche a Conegliano». Quella della distribuzione è una questione grave — sottolinea Franco Bruno, presidente dell'Agis — perché con l'attuale sistema si anemizza, anziché vitalizzarlo, 11 mercato delle saie. E la rarefazione delle sale fa cadere 11 consumo di cinema, e i distributori si dimostrano, in certi casi, insensibili alle esigenze dell'esercizio». Il problema di riportare i grossi film in provincia e in periferia, per quanto riguarda la grossa città, verrà discusso a Rimini dove dal 6 al 9 maggio, a cura dell'Agis, si tiene la Mostra per le attività di gestione e industriali dello spettacolo. Tra le iniziative per il recupero di spettatori cinematografici è all'esame delle associazioni di categoria un aumento delle «date fisse, su cui concentrare gli sforzi promozionali. La cadenze dovrebbero adesso concentrarsi attorno ai primi di settembre, a fine ottobre, a Natale, a fine gennaio, a marzo e ai primi di giugno in modo da prolungare la stagione. Ernesto Baldo

Persone citate: David Quilleri, Ernesto Baldo, Fabio Carpi, Franco Bruno, Luciano Giotti