Con i rifiuti alla gola di Gianni Bisio

Con i rifiuti cilici gelei Lq città dello spazzature è nota quasi per caso 18 anni fa e oggi è mia montagna " " ' & Con i rifiuti cilici gelei La discarica di via Germagnano occupa un milione e 100 mila metri quadri - Il fronte delle immondizie avanza di 8 metri il giorno (i torinesi ne producono 650-700 mila tonnellate l'anno) - La zona è come «uno zatterone galleggiante» - Gran quantità di metalli inquinanti Un milione e 100 mila metri quadrati, poco più di un metro quadrato per ciascun abitante di Torino: è la «città dei rifiuti» che si è allargata sulla riva settentrionale della Stura di Lanzo. al fondo di via Germagnano. E' un'area che da sempre ha avuto la vocazione a discarica, inizialmente «libera» (con conseguenze che paghiamo adesso), ora 'Controllata* (ma quanto attentamente?), sede da 18 anni di quell'azienda municipalizzata — l'Amrr — che smaltisce ogni anno ciò che i torinesi gettano via nei 26 mila cassonetti delia-città: 650-700 mila tonnellate di Rsu, sigla che significa «rifiuti solidi urbani», materiale che, visto il lavoro e l'Impegno che richiede, pare troppo semplicistico chiamare «spazzatura-. "' Proprio intorno al nucleo originale della discarica stanno nascendo dei problemi: dalla grande montagna di rifiuti, visibile dalla tangenziale — un blocco di circa 300 mila metri quadrati, alto circa 20 metri — escono liquami rossicci maleodoranti che finiscono nella Stura. Analisi fatte dal Servizio ecologia della Provincia hanno accertato la presenza di grandi quantità di metalli pesanti (cromo, rame, mercurio, piombo, zinco) fortemente inquinanti. Il fatto è noto all'Amrr, che ha ereditato questo problema daU'TJrbiochimica (azienda privata nata nel '59 e fallita nel ;62) e dalla Grr, Gestione raccolta rifiuti, società con capitale Satti che con successive concessioni semestrali vivacchiò fino al 1° gennaio , giorno in cui fu creata l'attuale municipalizzata. Spiegano il presidente dell'azienda, Trinello, e il direttore, Silvestro: «Stiamo lavorando per impermeabilizzare la sona e impedire ai percolati di formarsi. Certo la zona scelta per la discarica municipale non è la più opportuna proprio per le condizioni geologiche che presenta. Nel 1981 l'amministrazione provinciale ; fece fare una perizia: in sostanza, le Basse di Stura sono un grande «zatterone galleggiante» su una falda che giunge a 4-5 metri dal piano di campagna, sotto il quale esiste una •materasso ghiaioso* di 20-30 metri di spessore: è evidente che i liquami possono raggiungere facilmente le acque sotterranee se non sono fermati da vasche di contenimento. Dicono all'Amrr: «Proprio per questo motivo siamo costretti a impermeabilizzare le fosse in cui ora scarichiamo e dalle quali vengono poi raccolti i percolati con un sistema di drenaggio: i liquami vengono portati con autocarri a specifici pozzi della rete fognaria e inviati al depuratore del Po-Sangone, ma c'è già in costruzione un collettore apposito*. 'La tecnica della discarica controllata è sofisticata: fatta la buca (che dovrebbe essere sempre al di sopra del livello di massima piena della falda), su uno strato di sabbia e ghiaia viene posto un foglio di 2 millimetri di Hdpe (polietilene ad alta densità, capace di espandersi 4 volte senza rompersi), ripiegato sui bordi. Quindi si scaricano i rifiuti e 11 si mcompatta* (ci sono rulli di 14 e 22 tonnellate): attualmente il fronte di smaltimento è largo 100 metri, alto 2,50 e avanza al ritmo di 8 metri al giorno. In sostanza, si formano -fagotti* di circa 100 mila metri quadrati. I residui organici formano inevitabilmente del biogas (4,5 milioni di metri cubi all'anno) che oggi viene Incanalato e parzialmente impiegato per il riscaldamento del locali dell'Amrr: ma già è In costruzione una centrale elettrica di cogenerazione per non sprecare nulla (il supero, non utilizzato dall'azienda, verrà dato all'Aem). Qual è il domani della «cfKtf del rifiuto*? Trinello e Silvestro sono concordi: «Qui potremo scaricare fino all'inizio degli Anni Duemila, poi non ci resterà che fame un enorme parco e realizzare un impianto alternativo. Siamo fortunati a poter disporre di questi 15-18 anni per trovare una soluzione: inceneritore, Rdf (cioè "Refuse derived fuel", un carburante derivato dai rifiuti), composti per usi agricoli o riciclaggio; i quattro sistemi percorribili, avranno comunque bisogno di una discarica, anche se piùridotta di questa. E i costi saranno almeno 4-5 volte quelli dì oggi.. Ma a questi problemi bisogna pensare fin d'ora per non trovarsi, nella Torino del Duemila, «con il rifiuto alla gola*. Gianni Bisio

Persone citate: Trinello

Luoghi citati: Lanzo, Torino