Cutolo ordinò di uccidere Turatello

Cutolo ordinò di uccidere Turotello Carcere a vita per il boss della camorra, ventanni alla sorella Rosetta Cutolo ordinò di uccidere Turotello NUORO — Raffaele Cutolo, il «boss» della «Nuova Camorra Organizzata», è stato condannato all'ergastolo dai giudici della corte d'assise di Nuoro. E' stato riconosciuto come mandante dell'omicidio di Francis Turatello, assassinato con trenta coltellate nell'ora d'aria, il 17 agosto 1981, nel carcere «Badu e' Carros» di Nuoro. L'ergastolo è stato inflitto anche a Vincenzo Andraous e Antonino Faro, gli esecutori materiali del delitto. Anche la sorella di Cutolo, Rosetta, ritenuta mandante dell'uccisione di «faccia d'angelo», è stata condannata a 20 anni. A Pasquale Barra e Salvatore Maltese, gli altri due coinvolti nell'omicidio, i giudici hanno comminato 24 anni di reclusione. Angelo Epaminonda, i fratelli Luigino e Antonino Miano, ir'flglib di Cutolo, Roberto, e altri cinque imputati sono stati assolti per insuffi¬ cienza di prove, mentre altri sei sono stati assolti per non aver commesso il fatto. La sentenza della corte d' assise di Nuoro è stata letta poco prima delle 12 dal presidente Pittalis. La corte si era ritirata in camera di consiglio martedì scorso nella colonia penale all'aperto di «Mamone». Alla lettura del dispositivo hanno assistito solo i fratelli Miano, per 1 quali il pubblico ministero Ignazio Chessa aveva chiesto l'ergastolo come mandanti dell'omicidio. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna, rispettivamente a 21 e 18 anni di carcere, anche per Pasquale D' Amico e Antonio Natale indicati come esecutori materiali insieme a Andraous, Faro, Barra e Maltese. D'Amico è stato assolto per insufficienza di prove. Antonio Natale per non aver commesso il fatto. r-r ■ Il pubblico ministero aveva sostenuto che l'eliminazione di Turatello, «re delle bische milanesi», era stata decisa dal «clan dei catanesi» dei fratelli Miano che avevano stretto un'alleanza con Raffaele Cutolo. Il magistrato aveva soste nuto che le confessioni dei pentiti erano state sottoposte a accurati controlli incrociati dall'accusa. Oltre all'assoluzione per insufficienza di prove dei fratelli Miano, la sentenza differisce sostanzialmente per altri cinque imputati, per i quali era stata richiesta la condanna e che invece sono stati assolti con formula ampia per non aver commesso il fatto. E' stato infatti prosciolto Antonio Natale, 28 anni, di Afragola (Napoli), nei cui confronti il pm aveva sollecitato diciotto anni di reclusione. Per insufficienza di prove sono stati invece assolti Pasquale D'Amico, 39, e Carmela Provenzano, 36 anni. i Napoli. In una foto di due, anni fa Raffaele Cutolo risponde in tribunale alle accuse di Giuseppe Pandico "(Alfa Press)

Luoghi citati: Afragola, Napoli, Nuoro, Pasquale Barra