Trap trova una valigetta in spogliatoio di Franco Badolato
Trap trova una valigetta in spogliatoio Trap trova una valigetta in spogliatoio Un regalo-augurio dei giocatori al tecnico che se ne andrà - Bianconeri a Lecce per vincere, traguardo minimo il pari - Tacconi ha scelto la maglia portafortuna - Platini: «Giocare ai livelli di questa Juve è una droga» TORINO — Giovanni Trapattoni è arrivato ieri pomeriggio a dirigere l'ultimo allenamento di campionato nella Juventus quando mancavano solo cinque minuti all'orario previsto e la squadra, agli ordini di Bizzotto, stava già preparandosi a sfidare la pioggia per raggiungere il Combi. In mattinata il Trap era stato a Milano per la prima comunione del figlio Alberto, 8 anni. Al suo arrivo, un vero e proprio sprint sul filo di lana (come quello che la squadra ha spesso ripetuto in questi dieci anni di «era Trap» e si appresta a compiere a Lecce), i giocatori gli hanno mostrato una valigetta su cui avevano scritto: -Per Trapattoni, auguri dai suoi ragazzi, F.C. Inter, Pinetina». Il tecnico ha sorriso, quindi salutato il collega Castagner. L'ex allenatore dell'Inter avrebbe dovuto intervistarlo per conto di Capodistria. ma per un di¬ sguido gli è venuta a mancare la troupe. Prima di raggiungere i giocatori, Trapattoni ha ancora ribadito ai cronisti con quale spirito la Juventus giocherà a Lecce: -E' imperativo vincere lo scudetto, ma anche un pari per fortuna può bastare. Se andremo in campo con la stessa concentrazione dell'avvio di torneo, Avellino e Como tanto per citare due gare, possiamo ottenere il risultato. Due o tre punte? Ci sto pensando, ma non è la formula che conta. Con Briaschi-Serena-Laudrup abbiamo vinto tre volte su tre, è vero. Sarà importante in ogni caso prestare attenzione ai contropiede di Pasculli e Di Chiara. E non fidarsi di una Roma scaricata. Forse rilassato potrà essere il Como, già salvo». Stefano Tacconi ha già scelto di giocare con la maglia grigia e i calzettoni bianchi. La stessa divisa indossata contro 11 Milan: -Mi ha portato fortuna e la confermo anche se la maglia rossa e nera è quella che ho messo di più. E' la più insidiosa trasferta della Juventus. Non ci sono pericoli apparenti e per questo è una partita delicata, da prendere con le giuste contromisure. Il problema è che quando devi fare almeno un punto, quello dello scudetto per di più, è dura psicologicamente. Anche con tre punte sarà importante mantenere le posizioni a centrocampo memori di quello che è successo alla Roma. Mi aspettavo un crollo dei giallorossi, non potevano camminare cosi forte. E, anche in caso di spareggio, continuo a pensare che saremmo più freschi noi». Infine Platini. Nei giorni scorsi è stato intervistato sui suoi quattro anni alla Juve Ha ricordato 1 momenti belli di quando la società attese con pazienza che guarisse la pubalgia nella prima stagio¬ ne, quella dell'amara finale di Atene. Ma, dice Michel -fu quella la Juve migliore, capace però di perdere 2-3 con il Toro dopo averlo dominato, fallire scudetto e Coppa». Ha ribadito di essere rimasto alla Juve -perché sono troppo vecchio per ricominciare da un'altra parte e giocare ad alti livelli, come succede nella Juve, diventa come una droga. Il calcio in Italia divide la gente, per me dovrebbe essere un fatto di unione». Franco Badolato
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