Greta al Grand Hotel dove l'intrigo è di lusso di Ugo Buzzolan

Greta al Grand Hotel dove l'intrigo è di lusso Sabato tv fuori mischia col film di Goulding Greta al Grand Hotel dove l'intrigo è di lusso Da tempo il sabato — accanto al consueto baccano dei varietà — riserva alcune finezze da annotare, j Ecco stasera Berna te in dirigere la quarta sinfonia di Brahms, programma tutto godibile, dall'introduzione dello stesso Bernstein che spiega con chiarezza le fonti di ispirazio: ne di Brahms all'esecuzione della Filarmonica di Vienna e alla regia di Humphrey Bur! ton che ogni volta sa trasformare il concerto in uno spettacolo. Per gli appassionati di cinema, una novità e un grande recupero storico. La novità è il film per la tv II televisore di Nello Rossati girato con mezzi elettronici e con largo uso di kromakey, e a basso costo, negli studi di Napoli, e che chiude la rassegna •Telecinema» • dove nelle scorse settimane sono sfilati inte! ressanti esempi di lungometraggi prodotti da Baitre e con la firma di autori esordienti, da ' L'amara sclema di Nicola De Rinaldo a La malattia del vivere di Marino Maranzana, da ■ Fratelli di Loredana Dordl a La famiglia Ce- ■ ravolo di Melo Freni. ; il recupero storico ha un titolo famoso, ' Grand Hotel più volte ripreso e parafrasato ' in tutti i modi e a tutti 1 livelli: non a caso proprio stasera va in onda la rivista di Cana' le 5 dal titolo tale e quale, Grand Hotel, che in chiave farsesca riprende lo spunto di vari casi e vari personaggi in un albergo. Il film è del '32 e ha un suo posto preciso nella storia del cinema. Nel 1930 la Metro si assicura i diritti del romanzo di trionfale successo Mensehen im Hotel della tedesca Virici Baum. Il produttore Thalberg ha un'idea geniale, servirsi della complessa trama del racconto — amori e intrighi che si intrecciano in un hotel di lusso a Berlino — per varare 1 -un'impresa mal tentata sino ad allora: raduynare'in un solo film quattro o cinque divi tra ^fpftì celebri, i più amati, ì più pagati. Dapprima 11 progetto Thalberg, affidato al regista Edmund Goulding dopo che Lewis Mileston aveva rifiutato, viene accolto da dif- fidenze e opposizioni (anche per gli altissimi costi); poi Oreta Garbo, anche se riluttante perché contraria alla presenza dell'emergente Joan Crawi ord. si lascia convincere, e gli altri seguono: il bel John Barrymore detto •il profilo*, mostro sacro acclamato nei teatri di Broadway come tenebroso Amleto, suo fratello Lione] caratterista mattatore, Joan Crawford attrice d'assalto il cui sex-appeal era considerato irresistibile, e Wallace Beery, oggi dimenticato, negli Anni 30 attore popolare, di forte richiamo nei ruoli di vilain. Proiettato a New York nell'aprile del '32, il film ha un successo di proporzioni incredibili: critica e pubblico lo osannano, gli incassi vanno alle stelle, Thalberg ancora una volta ha fatto centro. A rivederlo dopo cinquantaquattro anni, specie non con rocchio del cinefilo, è facile che l'impressione non vada al di la del patetico e melodrammatico feuilleton, con la Garbo ballerina russa al tramonto, John Barrymore barone e ladro, innamorato della ballerina, che viene ammazzato dal brutale finanziere Wallace Beery, con Lionel malato di cancro e la Crawford procace stenografa che spera nella pelliccia di visone, e alla fine lo scettico dottore (Lewis Stone) che mormora 'Grand Hotel, gente che viene, gente che va... tutto sema scopo, non succede mai niente!». Venerabile fumetto? SI, però c'è uno schieramento di interpreti da levare il fiato: magari narcisisti, eccessivi, debordanti, ma capaci di eccezionali exploit e di delicatezze inusitate (si veda la grande scena dell'addio tra la Garbo e Barrymore), e comunque campioni straordinari di un'epoca, di un modo •sontuoso» di recitare che sta fra lo schermo e 11 palcoscenico, di un cinema favoloso e favoleggiato nel^suoiperiodOd'oro.^" Jiau i Anche se;non curaVò' cóme meritava, sempre attraente e fascinoso questo Wctò'aèllà Garbo: ma per quale sottile e perfido sadismo, o snobismo, lo si è confinato di notte? Ugo Buzzolan Greta Garbo e John Barrymore in «Grand Hotel», film divìstico che segnò gli Anni Trenta

Luoghi citati: Berlino, Berna, Napoli, New York, Vienna