Buona vendemmia di utili nel 1985 di Ugo Bertone

Buona vendemmia di utili nel 1985 BILANCI Dopo gli anni magri fioriscono i profitti delle aziende Buona vendemmia di utili nel 1985 Le 80 società che hanno già presentato i conti agli azionisti hanno annunciato la distribuzione di 1830 miliardi - La campagna dividendi cade in un momento delicato per Piazza Affari MILANO — n raccolto "85 delle aziende è stato finalmente buono dopo anni difficili per molti e anche 1 risparmiatori possono partecipare a una vendemmia di profitti dignitosa. E' questa la prima indicazione che scaturisce dalla campagna dei bilanci in corso in queste settimane. Finora hanno presentato i conti agli azionisti ottanta società, circa la meta di quelle quotate in Piazza Affari. Anche se mancano all'appello la Fiat (che risulta, da uno studio della Borsa di Milano, assieme alle controllate Oilardini e Magneti Marelli, l'unico titolo ad aver distribuito negli ultimi cinque anni dividendi in linea con le società, straniere) e le Generali, il campione appare comunque significativo. Le società quotate in-Borsa hanno annunciato la distri buzione di 1830 miliardi, ovvero il 34% in più (sempre sul campione di ottanta società) dei 1387 miliardi assegnati a fine '84. In realtà, molta strada resta ancora da percorre' re per avvicinarsi al modelli internazionali. I dividendi italiani continuano a essere tra ì più bassi del mondo rispetto ai prezzi di Borsa (a fine '84 11 rendimento medio delle azioni Italiane era pari al 2,7% contro una media mondiale del 3,5%) e sono in molti a preferire altri criteri di valutazione (per esempio il rapporto tra la capitalizzazione e il cash flow, ovvero utili più riserve) per stimare i titoli Italiani. Il dato, però, è pur sempre importante perché ci consen te di misurare in termini di cifre quanto fondamento abbiano le opinioni degli ottimi sti sulle sorti dell'Industria italiana. Il 1985 è stato l'anno del ritorno all'utile (seppur modesto) della Montedison che torna a distribuire divi' dendi dopo dieci anni di assenza mentre altri gruppi (come la Snia) hanno consolidato la ripresa avviata negli anni precedenti. Altre società di grande peso, come la Bur go, hanno finalmente concluso la ristrutturazione e possono tornare a remunerare 1 soci (dopo un'assenza che da-1 Lava dal 1981). La crescita di nuovi imprenditori ha ridato smalto ad alcune società. E' il caso della Cantoni, sottoposta alle energiche cure di Fabio Inghirami (uno dei membri del sindacato di controllo Montedison) che si accinge a trasferire in Borsa il suo piccolo impero tessile o della Paf, solo due anni fa scatola vuota e ora. nelle mani di Gianni Varasi, divenuta una delle finanziarie più aggressive e dinamiche (dividendo comples¬ sivo in crescita del 50%). Inoltre, non va trascurato il netto recupero del settore alimentare con l'energica cura De Benedetti in casa Buitonl e 11 piccolo miracolo della Sme che ha consolidato utili e dividendi pur In mezzo a una tempesta politica e a una crisi congiunturale (quella del pomodoro) che ha trascinato la controllata Cirio in un pesante deficit. Ma, ancora una volta, sarà la Fiat a dare l'Impronta alla campagna dividendi. Il mercato at¬ tende gli annunci ufficiali del gruppo (dopo le anticipazioni di un utile consolidato superiore a mille miliardi) per valutare appieno la forza del sistema industriale privato alla vigìlia di un periodo che si annuncia, tra cali delle materie prime e del costo del danaro, assai favorevole. Va rilevato che quest'anno la campagna dividendi cade in un momento assai delicato e importante per Piazza Affari. E' in atto una rivoluzione di comportamenti tra gli imprenditori che stanno scoprendo in massa l'importanza del mercato e le sue Immense potenzialità. L'elenco degli aumenti di capitale si allunga sempre di più. Finora (ma la lista è destinata a crescere a ritmi vertiginosi) sono ben 47 le società che hanno preannunciato operazioni sul capitale dall'inizio dell'86 a cui vanno aggiunte altre 33 aziende che hanno già ottenuto l'approvazione da parte delle assemblee per prossimi aumenti. In tutto, si può calcolare (non tutti i sovrapprezzi sono noti per cui è impossibile un calcolo esatto) che banche, industrie e assicurazioni si accingono a chiedere al mercato non meno di 8 mila miliardi. Nei primi quattro mesi dell'anno, inoltre. Piazza Affari ha già assorbito richieste per circa tremila miliardi contro i miseri 46 miliardi del primo trimestre 1985 e a questa cifra vanno aggiunte emissioni per circa 400 miliardi (contro 56 miliardi dell'intero 1985) di emissioni convertibili. Una massa di denaro, insomma, che si sta riversando in una Borsa che vive una situazione delicata. Piazza Affari riuscirà a reggere l'Impatto con queste richieste? E' la domanda che più circola tra banchieri e gestori di fondi anche perché molti gruppi primari potrebbero seguire l'esempio della Firn par che, sulla base di una normativa Cee recepita dal diritto italiano nel marzo scorso ha chiesto all'assemblea la delega per cinque anni per varare aumenti di capitale e emissioni di convertibili per un totale di 700 miliardi. Una bella cifra ma, come ha commentato sorridente 11 presidente Franzo Grande Stevens: 'Nelle prossime settimane vedrete richieste per migliaia di miliardi con questa formula'. C'è senz'altro da credergli, anche se non va dimenticato di fronte a certe prospettive che mancano pur sempre le strutture necessarie a questa Borsa (e molte banche stanno lavorando nel week-end per smaltire la liquidazione di aprile). Ugo Bertone

Persone citate: Borsa, De Benedetti, Fabio Inghirami, Franzo Grande Stevens, Gianni Varasi

Luoghi citati: Milano