Diari e gioieili, ultimo enigma di Wallis di Paolo Patrono

Diari e gioieili, ultimo enigma di Wallis Un aereo della Raf porterà domani a Londra la salma: anche Elisabetta ha perdonato Diari e gioieili, ultimo enigma di Wallis Nessuna conferma ufficiale che la duchessa di Windsor abbia lasciato le gemme in eredità a Lady Diana DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Un apparecchio della Raf porterà domani la salma della duchessa di Windsor in Inghilterra. La notizia è stata ufficializzata ieri da Buckingham Palace che ha precisato che sarà il duca di Gloucester ad accompagnare il feretro nella cappella reale di San Giorgio, a Windsor, dove si svolgerà m&rtedi il funerale, in forma privata, ma alla presenza dei membri della Casa regnante. In forma altrettanto «intima» è iniziato ieri anche il periodo di lutto deciso dalla famiglia reale, che non impedisce ai suoi membri di partecipare, in scuro, alle previste cerimonie pubbliche. Sono tutti segnali che mostrano come, almeno in morte, il cinquantennale ostracismo decretato dalla Corte verso la duchessa di Windsor abbia ceduto il passo alla pietà, o a una postuma riconciliazione. Perché bisogna sottolineare anche che la no¬ tizia della scomparsa della duchessa di Windsor ha colpito vistosamente l'Inghilterra, e che la drammatica «love story» di mezzo secolo fa continua a interessare e a commuovere l'opinione pubblica di questo Paese. «La morte della donna per la quale un re sacrificò la sua corona.: questo il leit-motiv su tutta la stampa inglese, che all'avvenimento ha dedicato pagine e pagine, per una volta senza distinzione fra «popolari» e giornali «di qualità», con editoriali su! Times, sul Guardian, sul Telegraph. Che la duchessa di Windsor sia stata «una vittima dell'ipocrisia dell'establishment britannico., come sosteneva ieri uno dei suoi numerosi biografi, Michael Thornton, sono ormai in pochi a dubitare. Certo, la «monarchia televisiva» che ha in Lady Diana la sua star e avrà fra qualche mese in Sarah, duchessa di York una agguerrita compri¬ maria, apparentemente sembra ben lontana dalla rigidezza del passato. Ma questo resta, non scordiamolo, un Paese fortemente, profondamente conservatore. E la gente avverte con lucidità come, mezzo secolo fa, fosse ben difficile far «digerire» alla Corte e alla Chiesa anglicana una regina .americana e per di più divorziata.. Che poi alla base di tutto ci fosse anche una storia di rivalità e ripicche personali fra le dame della Corte può anche essere. Ma oggi importa francamente poco. Come poco ha interessato, non destando se non qualche riga maliziosa sulla stampa, la tesi di una recente biografia della Regina Madre scritta da Penelope Mortimer secondo la quale Elisabetta Bowes-Lyon, madre della regina Elisabetta II e moglie del defunto Giorgio VI, sarebbe stata in gioventù segretamente invaghita di Edoardo. E questo sarebbe all'origine del multidecenna- le «gelo» instauratosi fra la famiglia reale e i duchi di Windsor Quello che oggi interessa francamente di più l'Inghilterra sono altre storie : anzitutto il «mistero» dei gioielli della duchessa di Windsor e poi il sapore pettegolo dei suoi «diari» inediti e segreti, delle sue «lettere d'amore», I gioielli, dunque. Il povero duca di Windsor, quand'era in vita, aveva sempre sdegnosamente negato di aver ricevuto i gioielli della regina Alessandra, che appartengono al tesoro reale. Qualcuno aveva sostenuto. Invece, di averli visti adornare, negli Anni Trenta, la duchessa di Windsor. Ma da allora non sono mai stati più visti. Ricompariranno nel testamento e secondo la tradizione verranno dati alla consorte del principe ereditario, cioè a Diana? Oppure li rivedremo nei museo di Versailles, secondo un'altra tesi, perché i Windsor li hanno dovuti lpo- tecare (varrebbero tre milioni di sterline) presso lo Stato francese per sopperire alla loro vita dorata e dispendiosai1 O infine, più semplicemente, il duca non li ha mai posseduti, come ha sempre detto? Accanto a questo «giallo» irrisolto, cominciano a trapelare, invece, i «diari segreti», le lettere d'amore della duchessa all'uomo che per lei aveva rinunciato a essere re d'Inghilterra. Secondo il Daily Express che è stato il più lesto a gettarsi sull'argomento, la stessa duchessa di Windsor ne voleva la pubblicazione, dopo la sua morte, per far sapere al mondo la verità, la «sua» verità. Secondo cui non era un'arrivista, com'è stata dipinta, non aspirava assolutaménte al trono ma amava di folle amore il suo «prince charmlng» che l'ha ripagata di eguale passione per cinquantanni. Paolo Patrono

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