Un'Austria malata di Waldheim di Tito Sansa

Un'Austria malata di Waldheim Là campagna contro l'ex segretario dell'Orni rinfocola nel Paese antichi rancori antisemiti Un'Austria malata di Waldheim Le accuse del congresso mondiale ebraico hanno esasperato la «scarsa simpatia» per gli israeliti - Un solo denominatore comune nelle lettere ai giornali: «E' ora che smettano di gettare fango su di noi» - Minacce di attentati nelle sinagoghe - A Vienna gli ebrei giudicano «pervertita» la campagna per l'elezione del presidente -DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — Prima dell'«Anschluss» alla Germania nazista, a Vienna vivevano 220 mila ebrei, alla fine della guerra ne erano rimasti in vita 200 (uno su mille), oggi sono circa 8 mila. Un tempo, a cavallo del secolo e fino all'arrivo di Hitler, erano po7 tenti nella finanza e nel commercio, avevano il monopolio della cultura e dell'arte (basti ricordare Freud, Mahler, Zweig, Schnitzler, Werfel), e per questo erano invidiati e odiati, attualmente contano poco o nulla, e non solo numericamente. Eppure ancora oggi in Austria è diffuso l'antisemitismo, più che in Germania. Non ne è esente neppure l'ex cancelliere socialista Bruno Kreisky, il quale — benché ebreo lui stesso — anni fa deliziò gli antisemiti, definendo gli ebrei un «popolo miserabile: E' stato l'«affare Waldheim., dell'ex segretario generale delle Nazioni Unite accusato di massacri e deportazioni dal Congresso mondiale ebraico e dalla commissione per i crimini di guerra dell'Orna, a rivelare come una cartina di tornasole la scarsa simpatia che gli austriaci hanno per gli israeliti. Citiamo ancora una volta Kreisky. • Quando una buona volta è cresciuta l'erba sopra una coso, ecco che orriuo un cammello qualsiasi e se la mangia., disse a proposito del desiderio degli austriaci di dimenticare. Che il bubbone antisemita esistesse in Austria si sapeva da tempo. Soltanto che era latente. Appena due anni fa, nel 1984, un sondaggio sui pregiudizi degli austriaci contro gli ebrei rivelò che soltanto il 15 per cento di essi ne è 'Completamente immune* il 60 per cento ha «certi pregiudizi., il 25 per cento ha ammesso di avere pregiudizi •forti, o .molto forti.. Ma, considerando la pochezza numerica, economica e culturale della comunità israelitica viennese, la convivenza era tranquilla. Tutt'al più (come è accaduto a chi scrive) poteva capitare di sentirsi dire «non si mostri troppo furbo, altrimenti la prendono per un ebreo.. La stessa raccomandazione che ho trovato in un libro, un «Baedeker» ad uso dei turisti, del lontano 1927. Ora che «il cammello s'è mangiata l'erba., il bubbone è visibile. La maggior parte degli austriaci ha non solo approvato l'allocuzione radiotelevisiva con la quale martedì sera il presidente della repubblica Rudolf Kirchschlaeger ha assolto per «insufficienza di prove» l'ex segretario generale delle Nazioni Unite, ma anche ha reagito contro gli accusatori del Congresso mondiale ebraico di New YYork. Un sondaggio fatto dopo la trasmissione, ha indicato che il 60 per cento dei cittadini austriaci è ■•soddisfatto- per la discolpa, il 28 per cento «parzialmente soddisfatto, e solo 11 7 per cento «insoddisfatto*. E le lettere che giungono ai giornali hanno un unico denominatore comune, «é ora che gli ebrei la smettano di gettare fango su di noi.. A meno di sorprese, la elezione di Kurt Waldheim alla presidenza della repubblica austriaca domenica 4 maggio, dovrebbe essere cosa certa. Anche se dagli Stati Uniti continuano a giungere nuove rivelazioni (peraltro in ritardo di quarant'anni) sul passato nazista del candidato alla massima carica dello stato. Ier l'altro — per esemplo — la Washington Post ha pubblicato i risultati dell'inchiesta condotta nel 1947 dalle' Nazioni Unite sui crimini di guerra, dalla quale risulta che il futuro segretario generale dell'organizzazione mondiale allora era Implicato in •omicidi, e nella «morte di ostaggi, in Jugoslavia e in Grecia. • Tutte menzogne, dicono 1 viennesi che ho avvicinato (negozianti, personale d'ai bergo, tassisti, giornalai, borghesi importunati al caffè). E taluno aggiunge «é un complotto degli ebrei americani, perchè Waldheim ha fatto una politica antiisraeliana e filoaraba, oppure «e che male c'è, anche la Germania ha avuto un presidente, Carstens, e un cancelliere, Kiesinger, nazisti, e il mondo li ha accettati., oppure ancora «se fosse vero che Waldheim ha commesso crimini in Jugoslavia, il maresciallo Tito non 10 avrebbe ricevuto fraternamente e non lo avrebbe decorato.. (Va detto, a tale proposito, che Waldheim è l'unica persona al mondo che possa fregiarsi di due onorificenze jugoslave, una comunista e una fascista: nel 1942 era stato Insignito dell'ordine del re Zvonimir del regno marionetta di Croazia). Il ' quotidiano popolare «Kronenzeitung» tira in ballo il papa Giovanni Paolo II, 11 quale ha mostrato •miseri- cordia. ed è andato il 13 aprile a visitare la Sinagoga di Roma, •chiedendo perdono a coloro che hanno ucciso Gesù., mentre .altri ebrei continuano a chiedere vendetta.. E il quotidiano più prestigioso, ' «Die Presse», non esita a profetizzare che «chi, come il presidente del Congresso mondiale ebraico, Israel Singer, provoca gli austriaci in maniera cosi primitiva, suscita irrimediabilmente l'antisemitismo.. L'elenco potrebbe continuare. C'è per esempio il quotidiano del partito popolare «Neues Volksblatt», che rimprovera agli ebrei di .vedere soltanto piccole macchie brune (11 colore delle divise naziste, n.d.r.) sull'uniforme di un ufficiale della Wehrmacht e di dimenticare le grandi macchie rosse su quella dei generali israeliani.. Ma basta cosi, come ha detto l'arcivescovo di Salisburgo, monsignor Berg, rivolgendo un monito ai fedeli a .smetterla con l'odio». L'antisemitismo, benché non nuovo in Austria (Hitler lo descrisse cosi: •Arrivai a Vienna che avevo 17 anni, ne ripartii che ero un antisemita assoluto.), ha spaventato un po' tutti, sia pure per motivi diversi: il partito popolare, benché preveda che contribuirà a far confluire voti sul nome del suo candidato Waldheim è preoccupato che possa estendersi e diventare nazionalismo e xenofobia e soprattutto che possa nuocere al buon nome dell'Austria; il partito socialista (del cui candidato, il povero Kurt Steyrer, nessuno parla), teme di perdere alle elezioni del 4 maggio, e il cancelliere Fred Sinowatz dice che «non gli interessa il passato ma il futuro dell'Austria.. Perfino Simon Wiesenthal, l'uomo che catturò Eichmann (austriaco come Hitler) cerca di tenersi fuori dalla bagarre, se ne sta a Los Angeles, da dove dice che • bisogna chiarire le accuse, non convincenti. In quanto agli ebrei viennesi, benché indignati, stan no a guardare. Ed evitano di parlare con i giornalisti. Uno che parla, per incarico dèlia comunità, è il pellicciaio Paul Grosz, uno dei 200 sopravvissuti nascosti a Vienna durante la guerra. Dice: «ne abbiamo viste di tutti i colori, e la situazione attuale non ci sorprende. Abbiamo visto il professore universitario Taras Borodajkewicz che tiene le zioni di antisemitismo, e la gente che protesta perchè gli viene proibito; il criminale di guerra Franz Hausberger eletto sindaco in un paesino del Tiralo e inviato in America, a Miami Beach, a salutare la comunità ebraica, e il 70 per cento degli austriaci che si indigna con noi perché gli americani lo hanno cacciato; l'altro, il criminale di guerra Walter Reder espulso dall'Italia che viene accolto a Graz dal ministro della difesa Frischenschlager, e la borghesia plaude e ci insulta.. E ora, questa ondata di simpatia per Waldheim, che «é cresciuta non appena si è saputo che ad accusarlo era il Congresso mondiale ebraico.. Secondo il signor Grosz (per i viennesi — dice — sono • Grosz, der Jude., Grosz, l'ebreo), è probabile che Waldheim avrebbe vinto comunque l'elezione. Ma ora, con questa campagna elettorale •pervertita., le sue probabilità sono aumentate, cosi almeno dicono gli ultimi son¬ daggi demoscopici, e indicano le lettere minatorie che da un palo di settimane in qua arrivano alla comunità del culto israelitico di Vienna con il preannuncio di attentati terroristici. Ma perchè questo antisemitismo con gli ebrei quasi inesistenti? domando. •Alle vittime non si perdona — dice il signor Grosz —. Forse perché siamo il ricordo della cattiva coscienza, forse perché l'antisemitismo è una malattia. Non ha bisogno degli ebrei, ma soltanto del simbolo.. Il signor Grosz non crede ai sondaggi, spera che il 4 maggio .prevarrà la ragione, perché gli austriaci non sono cosi sciocchi come si vuol far credere.. Di avviso diverso è il professore universitario Kurt Schubert (cattolico), il maggiore esperto austriaco di studi giudaici, che durante la guerra salvò dal rogo 20 mila volumi di storia e religione ebraica. .L'affare Waldheim — dice — ha gettato l'Austria nel più profondo provincialismo. Gli anziani non si pentono di quello che hanno fatto durante la guerra. Non sanno, — nessuno lo sa —, se Waldheim si è macchiato di qualche colpa o se è innocente. Ma il fatto che non rinunci alla candidatura, (come 600 intellettuali, tra cui io, hanno chiesto) contribuisce a inasprire gli animi, ed è grave. Il dubbio continuerà a tormentarci dopo che sarà stato eletto.. Ma è possibile che non si riesca a trovare un ex soldato o un ex ufficiale della «Wehrmacht» che accusi o che discolpi una volta per sempre il tenente Kurt Waldheim, candidato presidente? Ha risposto un funzionario del governo, alla condizione che non venga rivelato il suo nome: «Secondo me, il fatto che nessuno si faccia vivo, è sospetto. Chi denunciasse Waldheim, denuncerebbe an che se stesso. E perciò tace. Se ci fosse qualcuno in grado di discolparlo, si presenterebbe per difendere un innocente. Sarebbe bello se cosi fosse.. Tito Sansa Vienna. L'ex segretario generale dell'Orni, Kurt Waldheim, candidato alla presidenza della Repubblica, intervistato qualche giorno fa dalla televisione austrìaca sulla sua attività durante il nazismo (Ap)