Costanzo, bontà sua dà il pepe ai salotti di Ugo Buzzolan

Costanzo, bontà sua dà il pepe ai salotti La chiacchiera uccide il video, ma non sempre Costanzo, bontà sua dà il pepe ai salotti Si fanno troppe chiacchiere in tv, quasi quanto in radio? Sicurameznte le parole si sprecano, ormai si sono moltiplicate in modo impressionante le rubriche di conversazione, di dibattito, di ctacols a ruota libera. Tutti dissertano, tutti puntualizzano: attraverso il video, dalla mattina a notte inoltrata, viene detto tutto e il contrario di tutto. E se è cresciuta smisuratamente la popolazione degli intervistati, è cresciuta di pari passo la schiera degli intervistatori, molti dei quali, ahimè, maldestri o banali, e molti petulanti o prepotenti, di quelli che non lasciano aprire la bocca all'ospite che hanno convocato. Ma bisogna fare delle nette distinzioni. Sarebbe ingiusto, ad esemplo, includere nel giro della cagnara vociante il Costanzo show in onda ogni venerdì su Canale 5. Sappiamo bene come Maurizio Costanzo ha cominciato: con Bontà loro mila Rai, una trasmissione che costava due lire e che era l'uovo di Colombo, due o tre personaggi fa masi, o singolari, o d'attualità, sotto il fuoco delle domande di un intervistatore che li interrogava con pungente garbo sornione e vigilata ironia, e che cercava di cavarne fuori pensieri, desideri, stati d'animo, aspirazioni, contraddizioni, amori e rancori. Poi Costanzo, probabilmente spinto dall'ansia di rinnovarsi, aveva mutato e ampliato la formula dilatando, ad un certo momento pericolosamente, il numero degli ospiti, e infine, passato armi e bagagli a Berlusconi, si era fatto travolgere dalla •commercia lità. e aveva messo in piedi carrozzoni imponenti che assomigliavano sempre più a contenitori, con stuoli di gente in palcoscenico, scorribande in platea, arrivo continuo di altra gente a sorpresa, sfilate di moda, esibizione di ballerini, presentazione di interi sodalizi del pedale... Ormai il talkshow era sparito, restava soltanto uno show in cui lo stesso conduttore finiva schiacciato in un compito e in un ruolo non suoi. Ma Costanzo è un uomo furbo e intelligente. Ha capi to che stava precipitando a li vello di enorme spot, e ha vi rato di bordo tornando alle origini. Oggi il suo show, anche se si svolge in un teatro alla presenza del pubblico, si rifa a Bontà loro. C'è qualche personaggio in più, ma il criterio e il tono non sono differenti, ed è stata eliminata con taglio risoluto tutta la parte di varietà» che soffocava le interviste e che tra l'altro obbligava il presentatore a badare a cento cose contemporaneamente, sempre sudato e con l'occhio preoccupato. Attualmente si è ristabilito il -salotto» dove, lontano dal fragore sguaiato che domina gli intrattenimenti televisivi, si conversa amabilmente tra pochi incitati — nessuno dei quali viene messo nelle condi¬ zioni di starsene per lungo tempo in disparte e in silenzio sul sofà con aria annoiata — e Costanzo ha finalmente modo di esercitare quall'arte maieutica di socratica memoria in cui non ha rivali: lasciar cadere mezze domande insinuanti, stuzzicare, pungolare, indurre il personaggio a venire allo scoperto e a confessarsi. Non tutte le trasmissioni sono uguali nella qualità: pepe e grinta e piacevolezza dipendono molto dall'umore degli ospiti, ma anche questa è suspense che accresce il fascino discreto di una trasmissione civile. Ugo Buzzolan

Persone citate: Berlusconi, Bontà, Maurizio Costanzo