Trattativa Standa ad un punto morto

Trattativa Staitela ad un punta morto Borruso rinvia gli incontri a lunedì Trattativa Staitela ad un punta morto MILANO — La maratona di tre giorni al ministero del Lavoro non è servita a comporre la vertenza Stantìa. Il sottosegretario Andrea Borruso ha cosi deciso di rinviare a lunedi la trattativa sui 2900 licenziamenti decisi dal nuovo vertice della società del gruppo Montedison (amministratore delegato Nicolò Pellizzari) per riequilibrare la gestione ordinaria dei magazzini. Ieri, però, si è registrato un fatto nuovo. Il pretore di Milano, Franco Cecconi. ha emesso un decreto che ordina alla Standa la revoca del licenziamento dei 197 dipendenti della sede centrale di Milano come chiesto dalle rappresentanze sindacali. La motivazione del magistrato è legata a fattori procedurali; la Standa, secondo il giudice, non ha rispettato le procedure previste per 1 licenziamenti collettivi e le regole dell'accordo sottoscritto nell'ottobre scorso. Per questi motivi vanno revocati i licenziamenti collettivi intimati a Milano. La Standa ha subito replicato che l'azienda ha deciso di .presentare opposizione riservandosi comunque di applicare ogni altra iniziativa ritenuta opportuna». In realtà, la decisione del pretore (legata a motivazioni formali più che di sostanza) era data per assai probabile dalla stessa società di Foro Bonaparte ; ambienti vicini al vertici Standa fanno notare che la stessa ordinanza del pretore fa riferimento alla necessità di .riprendere le trattative con le organizzazioni sindacali nelle sedi opportune». Insomma, la vera partita si gioca al ministero del Lavoro (ove c'è già voluta molta diplomazia per far sedere le parti allo stesso tavolo) e non nelle aule di giustizia. La Standa tiene a far sapere di aver compiuto un gesto distensivo: ai lavoratori licenziati verrà corrisposto un emolumento per il mese di aprile (da detrarre poi dalla liquidazione o da altre forme di retribuzione) In attesa della soluzione della vertenza. Un gesto che, da parte sindacale, viene comunque ritenuto del tutto Insufficiente a motivare la disponibilità della controparte da cui arrivano messaggi abbastanza duri: sono quasi nulle le possibilità di rientro per 1750 dipendenti In cassa Integrazione da sei anni e poche opportunità si presentano anche per i lavoratori delle unità di Napoli e di Torino chiuse nel corso dell'85. Per gli altri lavoratori sembra che le Intenzioni aziendali siano di raggiungere un accordo sulla base della cassa integrazione, rifiutato comunque dal sindacato che ha già visto disattendere l'intesa di ottobre (ma l'azienda eccepisce che l'accordo era legato a varie condizioni, tra cui la concessione di nuove licenze, che non si sono verificate). . u. b. a Utile Perugina a 6,2 miliardi L'assemblea degli azionisti della Perugina ha approvato 11 bilancio al 31 dicembre 1985 e riferito al secondo semestre dell'anno, dopo la decisione di riportare alla fine dell'anno solare la chiusura degli esercizi sociali. Nei sei mesi considerati la società ha realizzato un utile netto di 6,2 miliardi, contro i 5,2 miliardi per i dodici mesi del precedente esercizio (1° luglio 1984-30 giugno 1985), 11 che ha consentito di deliberare la distribuzione di un dividendo di 40 lire per ciascuna azione ordinaria e di 60 lire per ciascuna azione di risparmio. Nello stesso semestre la società ha raggiunto un fatturato netto di 181 miliardi di lire con un Incremento del 12,4 per cento rispetto a quello dello stesso periodo del 1984.

Persone citate: Andrea Borruso, Bonaparte, Borruso, Franco Cecconi, Nicolò Pellizzari

Luoghi citati: Milano, Napoli, Torino