Fantacronache di Stefano Reggiani

r Fantacronache dì Stefano Reggiani r Fantacronache dì Stefano Reggiani La sola igiene del mondo Venerdì 18/Giovedl 24, una settimana di rievocazioni confuse — L'Europa si farà, ma gli italiani sono ancora da fare. E' il succo di un discorso che S. E Bottai ha tenuto l'altro giorno a Milano, invitato da quel podestà a commemorare per gli imprenditori e i professionisti dell'operosa metropoli il Natale di Roma. E' sembrato un discorso duro, ma in linea con le preoccupazioni dell'ora. Sul Popolo d'Italia un corsivo anonimo, ma attribuito a un'altissima fonte, chiarisce che il panciafichismo degli italiani, la loro smodata voglia di ber « sere e di comodità continuano nonostante tutti gli appelli a uia maggior rudezza, se non a una maggiore dignità. Perfino il sen. Croce ha mandato da Napoli un biglietto alla segreteria dell'Accademia, il cui tono sembra consentire, sia pure in chiave liberale, con i moniti contro il lassismo di molti uomini di cultura. Sostiene il Croce che se «non possiamo non dirci italiani», non dobbiamo tuttavia adagiarci sui nostri difetti nazionali. D'altra parte è inutile nascondersi che un sondaggio della Doxa sulla questione fondamentale: «Volete la vita comoda?» ha dato l'ottantadue per cento di risposte affermative. Il sondaggio è stato tenuto segreto. Tuttavia il Citati sulle Cronache bizantine s'è lasciato andare a un commento allusivo: «C'è molta impudenza in giro». Il ministro dell'Economia De Stefani, d'accordo col Goria, suggerisce che il tradizionale panciafichismo italiano sia stato incoraggiato da una certa ripresa economica e dalla scoperta che si può essere ammirati e rispettati nel mondo anche con le armi della moda e dello stile italiano. Col suo colorito linguaggio S. E Farinacci ha osservato in un discorso a Cremona (all'i'^naugurazione della mostra Mare nostrum) che «il sarto Armarti ha fatto male alla nazione ben più di una febbre tifoidea». Per reagire al clima di «rinnovata mollezza italiana» s'è costituito a Firenze un Circolo del Leonardo, i cui esponenti più battaglieri sono il Prezzolini e il Papini («Nell'epoca degli inquinamenti e della sporcizia morale la guerra può presentarsi come la sola igiene del mondo, capace di liberarci degli stupidi e dei parassiti»). Anche dall'ala radicale della cultura vengono richiami ad avere carattere, sia pure inficiati da un certo pessimismo disfattista. Un manifesto del Marinetti ha ottenuto in un primo tempo anche le firme del Citati e del Bocca, poi confluiti nel dubbio Club degli Scrittori vigilanti, che non disdegna contatti con l'Andreotti (allo scopo specioso di convertirlo alla fermezza patria). E' stato chiesto al Musatti come si possa interpretare, secondo le nuove teorìe di Vienna, la propensione non marziale, non guerriera del popolo italiano, e il valente studioso ha risposto che tutto dipende dalla rivoluzione sessuale e dall'eccessivo potere che hanno preso le don¬ ne nella nostra società: «Chi pensa troppo all'amore, recalcitra davanti a qualunque atto di guerra. Se si sente attaccato dà la colpa, edipicamente, al padre o al padrino politico». Un convegno sul tema «Tutti in piedi» si terrà al teatro Eliseo di Roma promosso dalla Lega contro la tv (accusata di filoarabismo e di tiramollismo) e dai Circoli del Quamaro. La minoranza dei cattolici popolari ha aderito polemicamente per distinguersi dalle posizioni ultrapanciafichiste di chi si riconosce nel Sorge e in altri ambigui gesuiti del suo calibro. Nel convegno saranno ricordate le richieste già avanzate nel '21 dal Partito futurista italiano: « Un minimo di deputati avocati, sempre opportunisti, e un minimo di deputati professori, sempre retrogradi. Un Parlamento sgombro di rammolliti e di canaglie. Abolizione del Senato». Sull'abolizione del Senato i promotori contano di avere anche il consenso dell'opposizione clandestina (l'Ingrao ha esposto tesi consimili). Rifare gli italiani sarà una sfida alla tradizione; lo ammettono anche gli ambienti della Comunità. A Bruxelles Spinelli avrebbe dichiarato, secondo quanto riferisce l'ambasciatore Attolico, che sarà più difficile che fare gli europei. Come si vede, si torna alla frase di Bottai. Non sfugge a nessuno l'effervescenza colpevole di certe forme spurie di italianità, col potere sospetto e pericoloso che ha acquistato il Baudo presso gli italiani. Il presentatore non si vergogna di fare professioni di panciafichismo anche durante i suoi spettacoli, incoraggiando i più rammolliti tra i cantanti. Bisogna sperare che almeno il piccolo problema della Rai venga risolto, con l'immissione nel nuovo Consiglio di amministrazione di elementi fidati come Starace, D'Annunzio e Pisano.

Luoghi citati: Bruxelles, Cremona, Europa, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Vienna