DOCUMENTI INEDITI SULLA GUERRA FRANCO-PRUSSIANA

Svizzera, la neutralità insidiata DOCUMENTI INEDITI SULLA GUERRA FRANCO-PRUSSIANA Svizzera, la neutralità insidiata La neutralità è una condizione difficile per uno Stato, anche se si chiama Svizzera. Quest'ultima se ne accorse durante la guerra francoprussiana, quando temette che i due grandi Stati potessero non riconoscere la sua neutralità, oppure fossero indotti a violarla per fatto di guerra. Si verificarono più volte situazioni pericolose, come quando oltre centomila soldati francesi del corpo d'armata Bourbaki si rifugiarono In territorio elvetico, seguiti poco dopo da ex comunardi parigini... E poi si trattò di definire la posizione della Svizzera in un'Europa in cui era stato mutato radicalmente l'equilibrio delle forze. Quanta fermezza e oculatezza di propositi abbia richiesto la neutralità elvetica è ben illustrato nel volume secondo dei Documenta Diplomatiques Suisses (18661872), appena edito a Berna per le cure di una Commissione di storici presieduta da Jacques Freymond. Giunta tra gli ultimi a pubblicare i propri documenti diplomatici, la Svizzera sembra voler recuperare il tempo perduto, con scrupolosa efficienza. I pericoli corsi dal Paese transalpino appaiono evidenti. L'attegglamentc del duca di Gramont, ministro francese degli Esteri, faceva temere la possibilità di rivendicazioni territoriali da parte della Francia napoleonica. La qua le, secondo voci diffuse prima delle ostilità, avrebbe proposto alla Prussia di annettersi le popolazioni francesi del Belgio e la Svizzera Infine era giunta a Berna la notizia che anche l'Italia stesse ammassando un corpo d'armata al confine svizzero. Perché mai? L'informazione venne subito smentita dal governo italiano. Rimaneva però il fatto che quest'ultimo qualche tempo prima aveva protestato energicamente a Berna per le mene di elementi mazziniani che avevano trovato rifugio e protezione nel Cantori Ticino. Tutto 11? La cosa rimbalzò molto più tardi, quando Costantino Nigra pubblicò sulla Nuova Antologia del 1° marzo 1895 un articolo di ricordi sullo scoppio della guerra franco-prussiana. L'Austrla-Ungheria, secondo l'ambasciatore, aveva proposto all'Italia la conclusione di un accordo per l'esercizio della neutralità armata. Poiché esso prevedeva tra l'altro il consenso di Napoleone in a una soluzione favorevole all'Italia della •questione romana», l'imperatore non ne volle sapere. Successivamente la Russia avverti Vienna che sarebbe intervenuta se essa si fosse mossa in favore di Parigi. Perciò, sempre secondo l'ambasciatore, l'Italia fu costretta dalle circostanze a occupare la citta eterna evacuata dai francesi. L'articolo di Nigra giunse quanto mai intempestivo, mentre cioè fervevano in Italia 1 preparativi, voluti da Crispi, per celebrare il venticinquennale della presa di Porta Pia. Esso provocò un'immediata polemica da parte della stampa francese, la quale sia pure con inesattezze ed errori fece rilevare come il conte Vimercati, per conto di Vittorio Emanuele II, avesse negoziato segretamente con l'Austria e con Napoleone un «progetto- di trattato italo-austriaco che prevedeva l'intervento, a determinate condizioni, del due Paesi a fianco della Francia. Fortunatamente per l'Italia, al timone della sua politica estera vi era un uomo solido e prudente come Emilio Visconti Venosta, che riuscì a sventare le manovre di Vimercati, e a mantenere l'Italia fuori dal conflitto. Questa polemica retrospettiva, suscitata dal Nigra, e che era parsa inopportuna allo stesso Visconti Venosta, si colorò di un altro •giallo E fu quando 11 Journal de Genève pubblicò delle informazioni provenienti dall'entourage di Vimercati, secondo cui quel famoso progetto di trattato italo-austriaco comprendeva delle clausole a danno dell'integrità del territorio svizzero. Si trattava del Canton Ticino? Toccò allo stesso Visconti Venosta tra l'altro un valtellihese, di reagire immediatamente. Fece sapere, in modo riservato e confidenziale, com'era suo costume, al direttore del Journal de Genève: <:Io mi riterrei non degno di avere partecipato alla direzione degli affari del mio Paese, se avessi dovuto dimenticare, in non importa quale circostanza, che la neutralità, l'integrità e la sicurezza della Svizzera rappresentano per l'Italia un interesse primordiali'. La polemica fini 11. Qualcuno avrebbe potuto ricordare quello che aveva già detto il Cattaneo, e cioè che voler ar nettere il Canton Ticino con 1) pretesto della nazionalità sarebbe stato «come uccidere un usignolo per aggiungere un'oncia di carne a un'oca'. Enrico Serra Costantino Nigra in una caricatura del 1864 (particolare)