La favola di Wallis e del suo re di Francesco Rosso

La favola di Wallis e del suo re SI CHIUDE UN GRANDE ROMANZO D'AMORE DEL SECOLO La favola di Wallis e del suo re II suo vero nome era Bessie Warfield, proveniva da una modesta famiglia di Baltimora - Non bella, ma astuta e raffinata, fece innamorare il principe di Galles, che poco dopo divenne sovrano - Alle nozze con una divorziata si oppose tutta l'Inghilterra Dopo dieci mesi di regno e di vane battaglie, Edoardo Vili per lei rinunciò al trono - Donna innamorata o arrampicatrice sociale? Ora che anche l'ultima protagonista ha chiuso col mondo, il più folle, per molti versi patetico e incomprensibile romanzo d'amore ha trovato la conclusione prevedibile, il nulla, perché già ora la storia di Wallis Simpson duchessa di Windsor appare sbiadita, innaturale. La piccola arrampicatrice sociale di Baltimora, che aveva cancellato il suo vero nome, Bessie, «perché, diceva, troppe mucche si chiamano cosi» e mirava a uscire dalla casa paterna troppo povera e piccola per contenere le sue ambizioni, arrivò dove voleva, cioè a essere protagonista, non importa come. Ma probabilmente non immaginava il punto a cui giunse e che avrebbe dato le vertigini a qualsiasi altra donna, non a lei, Bessie Warfieìd, sposata e divorziata da Earl W. Spencer, giovane tenente americano di modeste possibilità; risposata con Ernest Simpson. inglese, anch' egli di scarse risorse economiche ma ben introdotto nella cerchia aristocratica della Londra che contava, amico del Principe di Galles e ricevuto a corte. Il più grande romanzo d' amore del secolo lo inventò e interpretò lei, scegliendosi con cura il proprio partner, addirittura il re degli inglesi. Mirava al trono d'Inghilterra? E' possibile, perché Wallis Simpson era di quelle donne che non pongono limiti alle proprie aspirazioni. Fuga a Cannes Accanto a lei, il giovane, mondano, elegante Principe di Galles, divenuto re Edoardo Vili il 21 gennaio 1936, nvpariva come irretito, se non succubo. Egli era facile alle cotte, questo lo si sapeva, e di solito si attaccava a donne sposate, esperte. Le ragazze nubili che gli venivano proposte come moglie lo spaventavano;'gli parlareno.della bella Jolanda di San. vota, ma egli dissenno, niente matrimonio sema amore. S'innamorò di una gentile signora borghese, che gli aprì le braccia, ma respinse la proposta di divorziare. Da buona inglese aveva capito che da quella relazione non le sarebbe venuto niente di buono, e preferì una crociera per dimenticare tutto. Lasciò il posto libero a Wallis Simpson, che fu presentata al principe da lady Thelma Furness, cognata del miliardario Vanderbilt. Incominciò il balletto degli -intrighi d'amore'. Lady Furness si divertiva ai corteggiamenti cui Edoardo sottoponeva Wallis; il signor Simpson stava allegramente al gioco, anzi, favoriva gli in¬ contri della moglie col principe. Non passò gran tempo e nei salotti di Londra la relazione Stmpson-Qalles divenne l'argomento favorito delle conversazioni pettegole. Finché anche il signor Simpson, per non apparire « troppo ingenuo', chiese il divorzio, che ottenne rapidamente. Wallis Warfield tornò disponibile per un terzo matrimonio e il candidato era Eddy, nel frattempo divenuto re d'Inghilterra col nome di Edoardo Vili. L'amore del re per la non bella ma astuta, elegante, raffinata, bidivorziata americana resistette anche all'investitura regale; Edoardo era deciso a sposarla contro la volontà della regina madre Mary, della Corte inglese, del primo ministro Baldwin, del Parlamento, della Chiesa anglicana, che condannava il divorzio. La lotta fra Edoardo Vili e tante forze coalizzate durò dieci mesi, esattamente tutto il tempo del suo breve regno. Gli inglesi, strano a dirsi, erano all'unisono contro Wallis Simpson; le era avversa la grande stampa, la teppaglia andava a lanciare sassi contro le sue finestre. Chi la conobbe in quei giorni ha detto che la fredda e calcolatrice Wallis ebbe molte esitazioni, pensò di abbandonare il campo, sacrificare le proprie ambizioni. Fuggì a Cannes, di nascosto da tutti tranne che da Edoardo, ospite in una villa di amici dove, oltre a infuocate lettere d'amore, la raggiungevano favolosi gioielli che il re d'Inghilterra ordinava per lei a Parigi al celeberrimo Cartier. Dieci mesi di alti e bassi, con Edoardo che diceva di voler abdicare per poter sposare Wallis, che si sarebbe accontentato di un matrimonia morganatico, che-voleva rimanere a ogni costo sul trono con la sua donna; l'Inghilterra' rispose no, fermamente, duramente. Un matrimonio del re con la divorziata avrebbe, dicevano, scardinato la struttura dinastica, provocato una crisi insanabile nel Commonwealth, i cui Paesi si erano tutti schierati contro Wallis Warfield divorziata Spencer, divorziata Simpson. Con rassegnazione e romantica tristezza, Edoardo Vili accettò il verdetto e firmò l'atto di abdicazione. Re degli inglesi divenne suo fratello Duca di York col nome di Giorgio VI; come ringraziamento per il trono ricevuto inopinatamente in dono, egli nominò Duca di Windsor il fratello ex re, titolo trasmissibile agli eredi. Era il 10 dicembre 1936. Edoardo di Windsor lasciò subito l'Inghilterra per recarsi in Francia dove trovò la donna amata. La sposò il 3 giugnok193% Fu ancora un avvenimento da 'Stampa rosa- ma la grande vampata della curiosità mondiale era già molto affievolita dopo la firma dell'abdicazione, «n mio regno per una donna» scrisse poi nelle sue memorie il Duca di Windsor, e per lui era stato proprio cosi; aveva rinunciato al trono più ricco e prestigioso del mondo, a quei tempi, per una donna non bella, di intelligenza e cultura limitate, però di molto fascino. Incominciò il loro vagabondaggio attraverso il mondo, fra crociere e cocktailparties; possedevano un appartamento fisso al Waldorf Astoria di New York, una casa bohémienne a Parigi, il 'Moulin Aubert', una villa a Neuilly, nella periferia della capitale quando vivevano in Francia. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, Wlnston Churchill, che era molto amico del Duca di Windsor, lo fece nominare governatore delle Bahamas; un posto al sicuro dai bombardamenti. Ma gli anni più belli della coppia ducale furono i tre che precedettero la guerra mondiale. Giornali e riviste parlavano delle feste cui partecipavano, delle crociere, dei balli; lui sorridente, la bocca sottile, occhi ironici, in abiti sportivi da golf, calzoni knickerbokers e calzettoni scozzesi, oppure in lino bianco da panfilo; lei in abiti dalla vita lunga e dalla gonna a mezza gamba, i capelli tagliati corti, collane di perle e gioielli a profusione. Un po' di Liala ed un po' di Eliot, fatuità e dramma per un'esistenza che pareva non avere senso. Fu proprio tanta frivolezza nello squallore del dopoguerra, lo scialacquare senza ritegno fortune immense che mantenne viva negli inglesi, maciullati dai bombardamenti e dalla crisi post-bellica, l'avversione per Wallis Simpson duchessa di Windsor. Il pretesto era sempre il divorzio, ma l'ostilità nasceva soprattutto da quel girovagare senza mèta e senza serietà dei due coniugi già un pochino annosi, quasi tenuti a guinzaglio da un paio di botoletti ringhiosi, due carlini dal pedigree purissimo. Fu soprattutto la Corte, e in prima persona la regina Elisabetta, a opporsi al ritorno in Inghilterra e quindi a riceverla come membro di diritto della famiglia, della Duchessa di Windsor, e ciò | per un freddo calcolo dina¬ stico; se si fosse accettata la situazione dei Duchi di Windsor, bisognava accettare anche il folle amore e il ma-. trimonio della principessa Margaret ,cqnt Peter Tmvnsend, asso di guerra ed eroe dell'aria, ma anch'agli divorziato. Mentre alcuni grandi giornali lanciavano una campagna «prò Windsor, con una battuta divenuta seria: «Si perdona il peccato, non il peccatore», e in questo caso il peccato era il divorzio, Elisabetta si irrigidiva anche nei confronti del marito, il principe consorte Filippo di Edimburgo, privandolo del suo segretario particolare, Micael Parker, perché anch' egli divorziato. Ma non era forse divorziato anche il premier Eden, che nemmeno si sognava di rassegnare il mandato per questa colpa? Il rigorismo anglicano del¬ la Corte nascondeva in realtà la mai scomparsa ipocrisia anglosassone per la quale.conta più l'apparenza della realtà. Nel caso di Micael Parker avrebbero dovuto confessare che egli non era più gradito a Buckingham Palace perché induceva il principe Filippo ad avventure extraconiugali che non piacevano alla regina Elisabetta. Il tramonto Quanto alla principessa Margaret le fu vietato Peter Townsend perché divorziato ma le fu consentito di sposare il fotografo Tony Armstrong Jones notoriamente amico di un giovanotto che era stato sorpreso a fare in pubblico cose che un secolo prima erano costate a Oscar Wilde anni di prigione, ignominia e rovina. Evidentemente la spensierata principessa Meg aveva nel sangue una buona dose del ribellismo Tudor; assomigliava un poco allo zio Eddy che lasciava un trono per una donna ma anche per anticonformismo sicché andava contro corrente promettendo aumenti salariali ai minatori scozzesi scatenando le ire del suo governo e delle Trade Unions; e somiglia al nipote Carlo detto 'il rosso' che si presenta con atteggiamenti populistici mettendo in imbarazzo la regina e tutto {'establishment dell' Inghilterra per bene. Col passare degli anni molte cose sono mutate al mondo; se ne andò anche l'Aga Khan senior che, strano per lui musulmano, aveva un debole per la longilinea Wallis così diversa dalla opulenta Begum; poi lo smart-set, l" entourage mondano dei Windsor si è sempre più assottigliato; un certo mondo scompariva ed essi, sempre più vecchi, sempre più soli, più dimenticati, cercavano di rinverdire le antiche glorie scrivendo le proprie autobiografie che, come i romanzi di Liala, trovarono lettori appassionati anche fra gli inglesi che avevano cessato di deprecare la decisione del principe Edoardo. Erano anziani, stanchi, malati, preparati a ritirarsi dalla scena pubblica. n primo ad andarsene fu lui, l'irresoluto, enigmatico principe Eddy, e lo fece da vero aristocratico, silenziosamente, quasi all'insaputa anche degli amici. Lo trasportarono a Londra per seppellirlo con i suoi avi nel cimitero reale sotto le mura del castello di Windsor. Dietro la bara, ancora elegantissima anche in gramaglie, lei, la detestata americana che per poco non aveva provocato una crisi dinastica di incalcolabili conseguenze; finalmente era stata accettata a Corte, ma solo per seguire un funerale. Ma tante cose erano aceti-g dute nel frattempo; era il 1972 e l'Inghilterra, oltre all' impero, aveva perduto il suo ascendente sugli avvenimenti mondiali. L'America, l'ex colonia, era alla ribalta e rifletteva un po' di luce sugli antichi dominatori. Ma non per questo la vedova dell'ex re d'Inghilterra, poteva essere perdonata. Accompagnò la salma del marito (quanto amato, e quanto sopportato?) alla pace definitiva e si ritirò, sempre esule, in Francia, nella villa di Neuilly col botolo carlino preferito dal duca Eddy. Quattordici anni di solitudine, afflitta dai piccoli e grandi malanni della vecchiaia, ormai invisibile a tutti, chiusa nella sua delusione di mancata regina. La piccola Bessie Warfield, nata in una modesta casa della popolare Eager Street, sobborgo di Baltimora, è morta a 89 anni, ricca, celebre, sola, senza essere certa che le sarebbe stato concesso di raggiungere il suo Eddy nel sepolcro di Windsor. Da questa donna e dal re che abdicò a un trono per lei, fra qualche anno, o anche subito, una moderna Liala trarrà spunto per un romanzo su cui piangere. Francesco Rosso Parigi, 1948.1 duchi di Windsor a una mostra, dopo undici anni di matrimonio e di esilio