Sul «Duilio» è come essere in guerra

Sul «Duilio» è come essere in guerra Lungo le duecento miglia del «fronte Sud» nel mare di Sicilia la tensione è forte Sul «Duilio» è come essere in guerra Dall'altra sera, secondo Tripoli, le nostre navi sono un obiettivo come quelle Usa - Si temono attacchi improvvisi - «Pronti a rispondere al fuoco» - Corvette libiche controllano da lontano - Pescherecci Urss appesantili da centrali d'ascolto DAL NOSTRO INVIATO DA BORDO DELL'INCROCIATORE DUILIO (Mediterraneo Centrale) — La scia del radar segna infiniti punti luminosi, sono i mercantili e i pescherecci che fanno somigliare questo tratto di mare ad un trafficato crocicchio, ma ognuno di quel punti deve essere decifrato, studiato, catalogato perché può rappresentare un pericc* lo. C'è .silenzio qui nella centrale operativa del «Duilio» e la tensione è forte: dall'altra sera, secondo Tripoli, le navi della Marina italiana sono diventate un obiettivo come le unità americane, cosi si temono attacchi improvvisi. Da un mese, da quando la Sesta Flotta americana è penetrata nel Golfo della Slrte, c'è stato di allarme, ma ora il rischio pare più Immediato. Nessuna notizia ufficiale da Roma, sulle ultime minacce di Gheddafi, è arrivata qui sul •Duilio», dice l'ammiraglio Mario Castelletti. 53 anni, di Alessandria, sposato con 3 figli- • Noi continuiamo a sorvegliare le coste siciliane, 200 miglia dove transita un po' di tutto, pescherecci, petroliere e carghi*. E' quello che, ora, chiamano «fronte Sud». E tutto deve essere controllato. • Ogni nave viene individuata, riconosciuta* Impossibile, invece, frugare nelle stive del vascelli che passano e po trebberò nascondere armi o terroristi. *E' come fossimo in guerra*, spiega l'ammiraglio che comanda la seconda divisione, il «gruppo d'altura» che incrocia al largo di Lampedu sa, di fronte alla costa Ubica. I marinai, il 30 per cento dei quali sono di leva ragazzi di 19 anni, sono informati del rìschi. L'altra sera il capitano di vascello Enzo Ascoli, 47 anni, di Zara, ha parlato attraverso il circuito televisivo chiuso. Ha anche avvertito che questa missione potrebbe continuare a lungo.. Oltre che dal «Duilio» la squadra è formata daUa fregata «Euro» che incrocia poco lontano, e dalla «Lupo» e dal caccia «Impavido» a Est di Pantelleria. Ci sono solo queste navi. I Ubici controllano da lontano con le loro corvette schierate a Ovest di Tripoli. Più a Nord, proprio all'imbocco del Canale di Sicilia, sono stati avvistati alcuni pescherecci sovietici che arrancano appesantiti dalle centrali di ascolto celate sottocoperta: ormai, anche quando si avvicinano, vengono trattati come compagni di viaggio. Di alcuni, sembra, si conoscono anche i nomi dei comandanti. GU americani. ora, non si vedono: sono più a Nord, fino nel Tirreno. Quando 1 missili «Scud», di fabbricazione sovietica, s'Inabissarono a poche centinaia di metri dal radar militare di Lampedusa, suUe navi l'allarme arrivò di rimbalzo. Dice ora l'ammiraglio: *Se la cosa dovesse ripetersi, se lanciassero altri missili, e noi avessimo sotto controllo chi ha lanciato, se fossimo certi, interverremmo subito». Ma se la base di partenza rimanesse incerta, allora i militari per ogni decisione passerebbero la mano al potere politico. 'Non è prevista alcuna rappresaglia*, chiarisce l'ammiraglio. Sotto costa, a Lampedusa, tre cacclamine frugano 11 fondo alla ricerca dei rottami dei missili: anche un frammento, si dice, potrebbe raccontare un segreto. Sono acque dai fondali bassi, queste, S'incrocia a poche miglia dal grosso polmone per ia pesca che chiamano «mammellone», frequentano e conteso da italiani e tunisini, ma per giorni i pescherecci sono rimasti nel porti. L'altra notte, però, la situazione era forse stata giudicata meno pesante e gran parte deUa flottigUa è uscita. Nel mezzo della notte U «Duilio» si è trovato circondato da almeno 40 scafi ed è stato un problema liberarsi e, del resto, per la difesa dell'incrociatore era vitale non avere naviglio sottobordo. L'allarme è continuo, dal cielo un Atlantic Breguet cerca gli «obiettivi», t caccia F.104S scortano i jet di linea dell'Ati che collegano Palermo a "Lampedusa: volano paralleli ai Dc9, in formazione strettissima, e 1 passeggeri possono vedere in volto 1 piloti. Sull'isola arriva meno gente, dicono, da quando si è aggravata la crisi, un mese fa. Per la marina, si fa notare, questo è lo sforzo più grande dalla fine della guerra. «Zi significato di una attività come questa, in mare, è mantenere un adeguato stato di allerta in una certa zona*, chiarisce l'ammiraglio Castelletti. E ci si augura che tutto possa finire al più presto. Vincenzo Tessandorl

Persone citate: Castelletti, Enzo Ascoli, Gheddafi, Mario Castelletti, Vincenzo Tessandorl