Si accordavano sul pareggio di Claudio Giacchino

Si accordavano sul pareggio TOTONERO Un punto per uno all'andata e al ritorno, così molte società hanno truccato le partite Si accordavano sul pareggio Due gare sarebbero di serie A, molte quelle di B - Indagini sul doppio confronto Cagliari-Perugia - Interrogati Triglia e De Rosa TORINO — Un punto a me ed uno a te nell'andata. E un punto a testa anche nel ritorno. L'accordo era preso a livello di presidenti di società o di general manager. Non avveniva nell'imminenza della partita ma addirittura era stato stipulato settimane, se non mesi, prima. Faceva parte di un piano programmatico di certe squadre per garantirsi, senza rischi e in maniera dolce, due punti sicuri. Naturalmente, almeno un giocatore per parte, in campo, dovevano essere al corrente della combine: in un caso però, secondo gli Inquirenti del calcioscandalo, tutti e ventldue sapevano che bisognava fare pari, possibilmente con gol per non destare sospetti. Cosi, senza giri di denaro, furono truccati non pochi degli 80 incontri «venduti o comprati* sui quali indagano la Procura della Repubblica di Torino e l'Ufficio inchieste della Federcalcio. Frutto di tali accordi preventivi: alcune partite di serie A di questo campionato, molte di B e C. Altri pareggi •dolci» appartengono invece ai tornei 1984-85. Particolare attenzione gli investigatori riservano agli x fatti registrare dal Perugia proprio l'anno scorso: su 38 partite, gli umbri ne. totalizzarono ben 26, record assoluto per i cadetti. Di tutte le società nella bufera, proprio il Perugia è quella che davanti alla giustizia penale sembra essere nella peggiore situazione. Comunicazioni giudiziarie per associazione per delinquere hanno raggiunto il presidente Spartaco Ghini, l'ex consigliere Fabio Baglioni, il collaboratore di fiducia del presidente Carlo Bura e il centrocampista Sauro Massi. Ma i grifoni paiono mal messi pure dinanzi agli inquisitori della Federcalcio. Le indagini s'appuntano su dieci partite dell'attuale campionato ed una dozzina della precedente stagione. Tra cui, l'andata ed il ritorno con il Cagliari (della squadra sarda è nei guai il difensore Giacomo Chlnellato, anch'egli è stato indiziato di reato dal sostituto procuratore torinese Giuseppe Marabotto). All'andata, a Cagliari (3 gennaio 1985, terzultima prima del giro di boa), fini 0-0. In casa del Perugia, vinsero gli umbri 2-1. Subito autogol di Chlnellato, poi i sardi sbagliarono un rigore con Ven- turi. I grifoni raddoppiarono nel secondo tempo con Massi, nel finale Quagliozzi accorciò le distanze. La vittoria inguaiava gli ospiti sardi, in lotta per non retrocedere (finirono infatti in C, furono recuperati a spese del Padova, condannato dalla Lega per illecito); 1 due punti consentivano al Perugia invece di sperare ancora nella promozione (fallita sul filo di lana). Ad insospettire gli inquirenti non è il risultato (ineccepibile 11 comportamento del Perugia), ma quanto accadde negli spogliatoi. L'allenatore del Cagliari Renzo Olivieri ebbe un violento sfogo con il collega (e conterranea, entrambi sono toscani; del Perugia Aldo Agroppi, ora trainer della Fiorentina. Nella partita d'andata Agroppi non sedeva in panchina, settimane prima aveva improvvisamente rassegnato le dimis¬ sioni (lo stesso aveva fatto l'anno precedente quando allenava, sempre in B, il Padova) e al suo posto era subentrato il vice Gian Paolo Piaceri. Piaceri tornò dietro le quinte all'inizio del girone di ritorno, Agroppi aveva ripreso la guida della squadra. Delle partite Perugia-Cagliari si parlerebbe nelle telefonate intercettate dalla polizia, ad esse avrebbe accennato più di uno dei dieci arrestati da Marabotto. Ieri il giudice ha ripreso gli interrogatori: ha sentito Nicola Triglia e Paolo De Rosa. Il primo, ex controllore del casinò di Saint-Vincent, è rimasto davanti al magistrato un minuto: il tempo di dire: *Mi avvalgo della facoltà di non rispondere' ed è stato riportato in cella. De Rosa, ex giocatore e funzionario della Banca d'Italia a Pescara, è stato ascoltato ne' carcere delle Nuove: l'interrogatorio è durato sino a tarda ora. Entro domani Marabotto interrogherà gli altri catturati: il portiere della Pro Vercelli Giovanni Bidese e il mediatore di Palermo Giovanni Cutrera. Da sabato, toccherà ai 38, tra calciatori e presidenti e direttori sportivi, raggiunti da comunicazione giudiziaria. L'inchiesta manca sempre del suo imputato principale, il napoletano Armando Carbone. Estroverso, amicone di un'infinità di giocatori e dirigenti, assiduo frequentatore dei ritiri (era di casa all'hotel Royal di Napoli dove si concentrano talune squadre in attesa di scendere al S. Paolo) Carbone è ancora latitante. Chi lo conosce bene dice: mArmandino è una testa di legno, agiva per conto tersi, mai lui sarebbe stato in grado di organizsare una centrale del totonero'. Claudio Giacchino Milano. Giulio Campanari e Cesare dissoni dirigenti degli arbitri