Due milioni e mezzo senza lavoro

Due milioni e mezzo senza lavoro In Italia la percentuale di giovani disoccupati è doppia della media europea Due milioni e mezzo senza lavoro Servono interventi flessibili - L'appello a un fronte comune lanciato dal Cnel - Interventi di Pettini, Lama, Camiti e Ruffolo ROMA — E' la vera emergenza di questi anni: la disoccupazione. Pertini. Lama. Camiti e Giorgio Ruffolo hanno dato voce al grande appello che porta la firma di intellettuali, politici, sindacalisti. « Facciamo del lavoro che manca un impegno civile*. ha dichiarato l'ex segretario generale della Cgil, Luciano Lama. Sandro Pertini. che ha mostrato sempre una grande attenzione verso un tema cosi drammatico, ha insistito molto -sui giovani disoccupati che finiscono per essere disistimati dalla famiglia e dalla società e che possono prendere strade dannate come il terrorismo e la droga*. Pierre Camiti ha colto l'occasione per chiarire anche le voci che lo volevano candidato commissario straordinario per l'occupazione, un organismo cui spetterebbe il compito di coordinare, cosi come hanno chiesto i sindacati a Craxi, tutti gli interventi sul mercato del lavoro. L'ex leader della Cisl ha precisato che il suo nome non è inserito in alcuna lista e che la nuova figura avrebbe senso soltanto se gli venissero riconosciuti risorse, strumenti e poteri per intervenire: •Diversamente arriveremmo ad un commissario che potrebbe costruire un solo posto di lavoro, il suo*. L'appello partito ieri dalla sede del Cnel punta ad animare un movimento d'opinione in tutta Italia e non è un caso che laici, socialisti, comunisti e cattolici si siano ritrovati insieme, senza sbavature, d'accordo sull'urgenza della risposta. Giorgio Ruffolo da economista ha fornito le cifre di un fenomeno che ha ormai risvolti pericolosi ancora di più in una società ricca e per alcuni aspetti opulenta. Due milioni e mezzo di disoccupati sfiorano ni per cento.delle forze che lavorano, con un tasso di disoccupazione giovanile che in Italia è il doppio della media europea. Dall'84 all'85, cioè nel giro dì appe¬ na un anno, mentre al Centro il tasso è rimasto costante e al Nord è diminuito, nel Mezzogiorno è salito al 15 per cento. In alcune zone del Sud un'intera generazione rischia di essere esclusa dal lavoro, ha commentato Ruffolo, e si potrebbe ricreare l'esodo degli Anni 50, l'emigrazione interna verso il triangolo industriale. Non esiste una ricetta risolutiva: un fenomeno complesso, diversamente distribuito sul territorio nazionale, richiede interventi flessibili, politiche articolate. Un grande sforzo collettivo poiché lp sviluppo spontaneo ha prodotto nuove esclusioni' e nuove marginalità. «Se è'.vero che la questione disoccupatone è centrale, in tale direzione vanno destinate le risorse pubbliche e private rinunciando ad altre scelte*, ha suggerito Luciano Lama. Misure concrete e da adottare subito, anche al di là del piano decennale proposto dal ministro del Lavoro De Michelis. 'Ammesso che nei prossimi dieci anni — ha osservato Camiti — il prodotto interno lordo crescesse sempre del 3 per cento (che non i poco - ndr) nel 199S avremmo comunque 3 milioni e duecentomila disoccupati e in pratica non avremmo risolto nulla*. Secondo Ruffolo le risorse finanziarie vanno spostate dai trasferimenti alle imprese agli investimenti produttivi. E' più facile, infatti, pilotare denaro che ideare progetti finallizzati all'occupazione. Insomma, lo Stato, è stato un po' il motivo conduttore de,i vari ^interventi, deve mirare il suo intervento per creare riuovi posti di- lavoro. Ruffolo ha chiuso con una nota polemica sulla lentocrazia italiana: Sette anni fa lanciai l'idea di creare le agenzie del lavoro in grado di coordinare l'offerta e la domanda. Spero che non passino altri sette anni per realizzarle dopo che tutti ne hanno riconosciuto la funzione*.

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