Il governo parte civile contro gli avvelenatori

Il governo parte civile contro gli avvelenatori A Lussemburgo l'annuncio del ministro Pandolfi Il governo parte civile contro gli avvelenatori DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO — Nella crisi del vino-killer il ministero dell'Agricoltura si è costituito parte civile contro i sofisticatori: lo ha annunciato il ministro Filippo Maria Pandolfi, a margine del Consiglio agricolo nel corso del quale una sua relazione sulla «crisi del metanolo» è stata accolta dai partner comunitari con espressioni di «posttivo apprezzamento.. Pandolfi ha anche raggiunto un accordo con il collega francese Guillaume in merito al regolamento dei danni per il vino avvelenato sequestrato alle frontiere: si agirà fra Stati, e successivamente il governo italiano si rivarrà sui colpe|-voli. E' stato su richiesta dell'Italia che l'argomento del vino al metanolo è stato inserito nell'agenda della riunione ministeriale. Pandolfi ha esposto la situazione in Italia ricordando che il periodo di allarme è da considerarsi concluso. I partner comuni tari hanno riconosciuto che la vicenda è stata caratterizzata da un -elemento criminale imprevedibile*, che la collaborazione da parte delle autorità italiane è valsa a di¬ sinnescare una situazione esplosiva. Gettando lo sguardo oltre il vino-killer che ha dominato le cronache di queste settimane e toccando il pericolo di ogni possibile tipo di sofisticazione — per esempio per effetto di conservanti e stabilizzatori, come il dietilenglicole — Pandolfi ha esortato i colleghi ad adottare misure comunitarie. In questo clima di reciproca comprensione e collaborazione è maturato l'accordo con la Francia. Parigi distillerà il vino italiano sequestrato alle frontiere (con contenuto metilico compreso fra 0,8 e 2 gradi, ha detto Pandolfi) e il ricavato verrà stornato dai danni che l'Italia rifonderà. Pandolfi ha lamentato che in Italia ci sia ancora, in merito alla crisi del vino al metanolo, qualche -problema di comunicazione*. Ha citato, non senza una punta di amarezza, che un suo provvedimento del 28 novembre 1985, che consentiva inconsueti livelli di metanolo in certi vini, «sia stato interpretato come un atto di negligenza*. Quel decreto, ha precisato, riguardava soltanto sei cantine e quattro vitigni: per effetto della siccità era risultata al terata la proporzione fra parte legnosa e parte sugosa del l'uva, con la conseguenza d un tasso di metilico marginalmente superiore alla regola dei 0,30 millilitri per ogni 100 millilitri di alcol complessivo. In ogni caso, ha sottolinea-' to il ministro, «nessuno dì quei vini è mai stato commercializzato. : n decreto ne consentiva infatti la detenzione non il commercio. -In tre di quelle cantine — ha dichiarato Pandolfi — si è già provveduto alla distillazione. Nelle altre tre il vino è ancora sotto sequestro*. Durante un incontro con i giornalisti, il ministro ha lamentato anche che.la procura di Alba non abbia agito con la -dovuta tempestività* nei confronti delle ditta Ciravegna, già indiziata a più riprese dal ministero per la produzione fraudolenta — anche se non criminale — di vino. -Solo ora — ha detto Pandolfi — la procura ha promosso un'azione penale sulla base delle nostre denunce. Il sindaco di Narzole — ha aggiunto — è stato denunciato per omissione di atti d'ufficio*, t. gal.

Persone citate: Ciravegna, Filippo Maria Pandolfi, Pandolfi

Luoghi citati: Alba, Francia, Italia, Lussemburgo, Narzole, Parigi