Caso Cirillo: comunicazione giudiziaria all'ex responsabile degli istituti di pena
Caso Cirillo: comunicazione giudiziaria all'ex responsabile degli istituti di pena Avrebbe trasferito alcuni detenuti da un carcere all'altro per facilitare le trattative Caso Cirillo: comunicazione giudiziaria all'ex responsabile degli istituti di pena NAPOLI — Si allunga la catena del misteri sul «caso Cirillo». Le trattative tra camorristi, agenti dei servizi di sicurezza, esponenti politici e Raffaele Cutolo per la liberazione dell'ex-assessore regionale de rapito dalle Brigate rosse, non si svolsero soltanto nel carcere di Ascoli Piceno, ma anche in altri penitenziari. Il giudice istruttore di Napoli Carlo Memi, che conduce la delicata indagine sul sequestro di Ciro Cirillo, ha inviato una comunicazione giudiziaria a Ugo Sisti, responsabile della direzione generale degli istituti di prevenzione e pena dal J981 alì'82. Il reato ipotizzato è di «abuso in atti d'ufficio». Il provvedimento è stato emesso su richiesta del pubblico ministero, subito dopo che a Napoli sono giunti gli atti del tribunale di Ascoli Piceno relativi ai colloqui con il boss della camorra Raffaele Cutolo. Nonostante lo strettissimo riserbo mantenuto dai magistrati napoletani, sembra tuttavia che il valzer delle visite per la liberazione di Ciro Cirillo non riguardasse solo Ascoli Piceno. Raffaele Cutolo, cosi come alcuni noti terroristi delle Brigate rosse, sarebbe stato trasferito da un carcere all'altro per facilitare il buon andamento delle trattative. Per questo motivo il giudice Carlo Alemi avrebbe inviato comunicazioni giudiziarie, oltreché ad Ugo Sisti. anche ad altri due ex-funzionari della direzione degli istituti di prevenzione e pena, i cui nomi non sono stati resi noti. I nuovi sviluppi dell'indagine sull'intricata vicenda delle trattative per la liberazione dell'ex-assessore regionale de possono contribuire a fare un po' di luce su altri misteri connessi al «caso Cirillo». Uno di questi riguarda l'omicidio del capo della Squadra Mobile di Napoli, Antonio Ammattirò, trucidato da un «gruppo di fuoco» delle Brigate rosse il 15 luglio 1982. ì L'ipòtesi avanzata daRli inquirenti è .che là morte del capo della Squadra Mobile sia stata una sorta di «tangente» pagata dalle Br a Raffaele Cutolo, che da Ammaturo aveva molto da temere. Sta di fatto che il funzionario fu il primo a violare il santuario della Nuova Camorra Organizzata, appunto la villa del boss ad Ottaviano, dove si tenne un summit a cui partecipò anche Rosetta Cutolo, sfuggita all'arresto. Non basta: 11 giudice Alemi indaga anche sul mistero di un rapporto che Antonio Ammattirò preparò al termine di un'indagine sulle connessioni tra elementi della malavita e insospettabili, .elementi politici. • . ti mil
Luoghi citati: Ascoli Piceno, Napoli, Ottaviano
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