Cossiga: salvare lo spirito di Ginevra

]o stólto diGinevra Il presidente della Repubblica, da ieri in Germania, sottolinea i compiti dell'Europa ]o stólto diGinevra Durante l'incontro col capo dello Stato tedesco-federale affrontato anche l'argoménto del terrorismo fife. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — « Visita di Stato.. Si pensa subito a tappeti rossi, banchetti, picchetti d'onore ed escursioni culturali. Nel viaggio in Germania del presidente Cossiga c'è assai di più, è una visita ricca non soltanto di significati, di simboli, ma anche di realtà immediate. E' cosi perché cosi esige l'inquieto momento internazionale e Cossiga, qui giunto ieri, ha subito voluto parlarne. Terrorismo, dialogo Est-Ovest, obblighi di un'Europa che deve far sentire, in ogni scacchiere, in ogni sfera, «il peso della sua vitalità». Oggi, tutti questi temi saranno discussi da Cossiga con il cancelliere Kohl e con esponenti di ogni partito. In un'intervista alla Die Welt, il nostro Presidente aveva indicato nella 'Consonanza» delle culture italiana e tedesca e nella •genesi storica» dei due Stati i due principali motivi che l'avevano mosso a visitare la Repubblica Federale. Ma le bufere e le ansie di questi giorni sembrano aver raggiunto e superato, per il momento, le meditazioni sul passato. Ieri, il primo incontro del presidente federale Richard von Weizsàcker con l'ospite italiano si è svolto sótto l'ombra della «situazione nel Mediterraneo»: l'argomento ha dominato e i colloqui e la colazione. Non vi erano divergenze nelle analisi. L'azione militare non basta, occorre agire su tutto un fronte politico e diplomatico, più ampio. Le incalzanti scelte di questa primavera '86 hanno trovato spazio anche nel brindisi pronunciato da Cossiga al pranzo offerto da Weizsàcker al castello di BrUhl. Mentre l'anfitrione non si è dlscostato di molto dai fecondi legami italo-tedeschi, il nostro Presidente ha chiuso il suo discorso con un tuffo nell'attualità: •La ripresa del dialogo fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica è stata per tutti noi particolare motivo di speranza. Ma lo spirito di Ginevra rischia di essere compromesso da antiche diffidenze e da nuovi focolai di crisi. Spetta all'Europa sostenere, incoraggiare, rafforzare questo spirito di nuova distensione». Come? ^L'Europa deve rimuovere e prevenire le cause recenti di divaricazione, deve agire affinché i negoziati sulla riduzione degli armamenti, sia nucleari che convenziona¬ li, approdino a livelli inferiori di forze. Un'Europa occidentale non frammentata, non disarticolata, che sappia con un'unica voce dare forza alle sue ragioni e far sentire il peso della sua vitalità e della sua credibilità economica, politica e culturale nel dialogo con l'Est europeo». Soltanto un'Europa «soggetto politico e storico proprio» può far convergere nella eòoperazione internazionale 'la forza della sua ricchezza e saggezza». Cosi, dunque, è principiata ieri questa «visita di Stato» (l'ultima fu quella di Pertini, nel '79) che, dopo Bonn, condurrà Cossiga a Colonia, a Dusseldorf, a Stoccarda, ' e, infine, venerdì, a Berlino Ovest, a Hannover e a Wolfsburg. Visita seguita con interesse dalla stampa e dalla televisione, nonché dagli osservatori politici che ricordano l'influenza del Capo dello, Stato italiano sulla vita nazionale, la sua presidenza del Consiglio superiore della Difesa. (In Germania, capo delle forze armate è il ministro della Difesa: solo il Parlamento, dinanzi a una minaccia militare, può trasferire tale potere al Presidente). Sabato, dalle colonne di Die Zeit, l'ex Cancelliere Helmut Schmidt aveva salutato in Cossiga non soltanto 'l'uomo di studio e di carattere» ma anche il leader di un'Italia che ha «nuovi e molti motivi di orgoglio nazionale». Il vino non ha avvelenato le relazioni italo-tedesche, la reazione è stata meno sferzante del temuto; non vi è un «asse Roma-Bonn» come quello «Parigi-Bonn», ma la partnership è vigorosa e muscolosa. Cossiga ha stretto la mano di Weizsàcker dinanzi a villa Hammerschmidt, la residenza del Presidente federale, in una solatia ma fredda mattinata di primavera. Picchetto d'onore, inni nazionali, una frotta di ragazzini, in bell'ordine, mobilitati dal cordiale Bundesprasident, tutti alla caccia di autografi. (Cossiga osserva: « Uno di Rummenigge vale tre dei miei»). Una colazione, colloqui. Nel pomeriggio, deposta una corona al monumento al Caduti, Cossiga si reca al municipio di Bonn, ne firma il «libro d'oro», ne incontra 11 Borgomastro. Alle 20,30, pranzo ufficiale, al castello di BrUhl, fra Bonn e Colonia. Duecentocinquanta ospiti, vi erano a BrUhl, fra essi alcuni invitati per desiderio di Cossiga. L'attore Horst Tappert (il commissario Derrick della tv), l'ex calciatore della Juventus Helmut Haller e le gemelle Kessler. Mario CirìeIIo