La Grandeur con due padrini di Enrico Singer

La Grandeur con due padrini La maggioranza di centro-destra, dopo averli criticati, sponsorizza i «cantieri di Mitterrand» La Grandeur con due padrini Saranno portate a termine, con piccoli tagli finanziari, le grandi opere urbanistiche volute dal Presidente della Repubblica - Chirac, che è anche sindaco di Parigi, non è sfuggito alla seduzione di unire il suo nome ai progetti che cambieranno il volto della città - H «Grand Louvre» e il Teatro dell'Opera alla Bastiglia, il Museo d'Orsay, il grattacielo-arco di trionfo e l'Istituto del Mondo Arabo tra i segni concreti del settennato socialista all'Eliseo PARIQI — I parigini li avevano ribattezzati i «cantieri del Presidente». Grandi opere urbanistiche volute da Francois Mitterrand per lasciare un segno concreto, nel tessuto della capitale, del settennato socialista all'Eliseo. Un teatro dall'Opera in piazza della Bastiglia, la risistemazione del Louvre (con la costruzione della discussa piramide di vetro nella Cour Napoléon), un grattacielo-arco di trionfo nel modernissimo quartiere della Défense e altri quattro progetti «minori» — solo per volume di spesa — che, nei mesi caldi della campagna elettorale, erano stati al centro di polemiche violente da parte dell'opposizione di centro-destra, ora al governo. Con minacce di tagli, annullamento di contratti, scelta di nuovi architetti. Ma i «cantieri del Presidente» sono rapidamente diventati 1 cantieri della «coabitazione». Il primo ministro Jacques Chirac, che è anche sindaco di Parigi, non è sfuggito alla seduzione di unire il suo nome alla realizzazione di opere che cambieranno il voi to della città e che diventeranno in pochi anni l'oggetto della curiosità di milioni di persone. Cosi, le promesse di rigore economico sono state sacrificate alla grandeur e, nel bilancio-bis per 1'86 appena presentato dal nuovo governo, gli stanziamenti sono rimasti. Seppure con qualche eccezione (uno dei sette progetti è stato sacrificato, altri hanno avuto il budget ridotto). Ci saranno, certo, dei ritardi. Alcuni cantieri subiranno delle modifiche. Ma già oggi è possibile disegnare la «mappa» di Parigi da qui ai prossimi tre anni. E non si può non cominciare dal cantiere più ambizioso: il «Grand Lou< vre», la trasformazione di uno del musei più famosi, ricchi, del mondo. Un progetto avviato nell'ottobre del 1985 che sarà completato nel dicembre dell'87. Era il più contestato dall'ex opposizione: erano nati dei comitati per protestare contro la «fol- lia» dell'Inserimento di una struttura ultramoderna (la piramide di vetro) nel corpo neoclassico dell'ex palazzo reale dell'Ancien Regime. Tutte polemiche ormai sepolte: .Chirac, per il Louvre, non ha tagliato nemmeno un franco. L'obiettivo di questo «cantiere» è di creare nuovi spazi per le opere d'arte, finora affastellate nelle sale, ed anche per il pubblico, costretto a muoversi tra servizi inadeguati: dalle biglietterie alle zone di riposo. Il progetto (già in parte realizzato) poggia su due grandi linee: recuperare l'ala destra del palazzo, occupata dal ministero delle Finanze, e costruire un'area completamente nuova nel «cortile Napoleone», 11 grande piazzale di fronte all'ingresso principale. Per lo sfratto del ministero è stato varato un altro dei «cantieri di Mitterrand»: la nuova sede delle Finanze è in costruzione sul Lungosenna ol tre la gare de Lyon, e anche questo progetto è stato salvato da Chirac. Ma il coup de théatre del progetto-Louvre è l'appendice avveniristica del museo, Un'idea dell'architetto sino-amerìcano Pei: una specie di città sotterranea (con tutti i servizi, i negozi, e sale per esposizioni temporaneee) che prenderà luce dall'ormai famosa piramide di vetro. Una struttura alta 36 metri, circondata da altre quattro piramidi più piccole, che sarà, insieme, nuovo ingresso e simbolo del Louvre. Al centro della piramide sarà sistemato uno dei «pezzi» più belli della collezióne del museo: la Vit- toria alata di Samotracia. Secondo Pel è assurdo parlare di scandalo architettonico. «La piramide — avevadetto quando era stato attaccato da schiere di critici — è la forma più pura e antica dell'arte. Non solo: il contrasto tra vecchio e nuovo è segno di continuità nell'opera umana». E Parigi, che ha fatto della Tour Eiffel il suo emblema, ha già dimostrato il suo amore per questo tipo di contrasti. Sulla, stessa logica si sono mossi gli architetti che hanno disegnato il nuovo teatro dell'Opera in costruzione alla Bastiglia. Per importanza, è il secondo dei «cantieri del Presidente». Anche qui i lavori sono cominciati nell'85: si concluderanno nel 1989, e l'inaugurazione è prevista per il 14 luglio. Esattamente nel 200° anniversario della Rivoluzione francese. Una data simbolica per un luogo altrettanto simbolico. E, finalmente, dicono i parigini, in piazza della Bastiglia «ci sarà qualche cosa da vedere-. Sembra, che non siano pochi gli stranieri che cercano la fortezza-prigione assaltata dai rivoluzionari, e poi completamente distrutta. Della Bastiglia continuerà a rimanere, sul pavé della piazza, soltanto il tracciato, ma il nuovo teatro dell'Opera diventerà uno del poli d'attrazione della città. E' stato concepito come una grande nave bianca di marmi e vetri. La legge dei contrasti è rispettata. La sorpresa più importan¬ te è all'interno: non solo due sale (una piccola per concerti, l'altra colossale per le opere), ma un sistema inedito di palcoscenico. Una specie di grande ascensore che in pochi minuti può sostituire una scenografia completa con un'altra. Una «macchina» complessa e costosa che permetterà di eliminare i tempi morti nella programmazione. Quando il cast di un'opera riposerà, sarà messa in scena una diversa rappresentazione. Ogni sera uno spettacolo è l'obiettivo dell'Opera Bastìlle. In più, l'attuale teatro dedicato al «bel canto», il Palais Garnier, in pieno centro, potrà dedicarsi esclusivamente agli spettacoli di balletto, ora costretti a dividersi il palco con l'Opera. Sul progetto della Bastiglia, però, le forbici del governo di centro-destra hanno tagliato tre miliardi di spesa. Come modificare il piano lo deciderà nei prossimi mesi il nuovo ministro della Cultura, Francois Léotard. Senza tagli sarà, invece, realizzato il «grande cantiere, del Museo d'Orsay che è diretto dall'architetto italiano Gae Aulenti. Si tratta della trasformazione definitiva di quella che fu una stazione ferroviaria in saloni per esporre tutte le opere degli impressionisti francesi, ora divise tra vari musei. E' il progetto più avanzato: l'inaugurazione del nuovo mu seo è prevista per la fine di quest'anno. E, già oggi, la splendida struttura liberty (sul lungosenna d'Orsay a due passi dal Parlamento) con la grande volta di ferro e vetro, è riemersa dalle impalcature che la nascondevano dall'ottobre dell'85. Altro «cantiere» molto contestato — e salvato — è quel lo per il grattacielo-arco di trionfo. Sorgerà alla Défense, la città satellite voluta da Pompidou e diventata, in parte, il centro direzionale di Parigi. Si tratta di uno strano edificio costituito da due grattecieli gemelli uniti, alla sommità, da una struttura: una specie di grande architrave (con giardino pensile) che darà l'illusione dell'arco. Dal Louvre, la celebre prospettiva dei due archi di trionfo (quello piccolo del Carrousel e quello grande dell'Etolle) sarà, cosi, completata. E, ancora, con un contrasto tra.antico e ultra-moderno. Anche se la facciata dei grattacieli-archi sarà rivestita di marmo di Carrara. Da questo progetto, però, è stata eliminata la parte che destinava un'ala dei grattacieli al «Carrefour de la communication». Un centro che Mitterrand voleva dedicare alle meraviglie dell'informatica d'avanguardia. Il nuovo governo ha deciso di vendere tutto ai privati e conta di ricavarne una ventina di miliardi. Tagli anche per la «Cité de la musique» che doveva essere l'ultima perla dell'unico «cantiere del Presidente» quasi completamente finito: il complesso «plurivalente, della Villette. Qui, in un'area che ospitava fino al 62 il mattatoio di Parigi, sono stati già realizzati la «Città della Scienza», il cinema a schermo semisferico più grande del mondo (la Geode) e un palazzo per esposizioni, ricavato dagli originali abattoirs, dove lo scorso anno è stata presentata la Biennale d'arte contemporanea di Parigi. Il settimo «cantiere» è l'Istituto del Mondo Arabo. Un complesso di vetro e cemento quasi ultimato lungo la Senna in direzione della stazione di Austerliz. L'inaugurazione è in programma per la fine dell'anno: ospiterà biblioteche, cinema ed esposizioni centrate sulla diffusione e l'illustrazione della cultura araba. Anche questo salvato. Ma, all'orizzonte, per tutti i progetti, si annuncia una battaglia. E' quella sulle direzioni, non solo dei cantieri ma anche delle future istituzioni: dall'Opera Bastìlle ai musei nuovi o rinnovati. Qui le leggi della «coabitatone, salteranno, molto probabll mente, assieme alle teste degli uomini che Mitterrand aveva nominato. Enrico Singer Parigi. Lo scheletro della piramide progettata dall'architetto americano Pei, che servirà da nuovo ingresso al Museo del Louvre

Luoghi citati: Carrara, Parigi