All'Olimpico con il Lecce per il congedo più festoso di Giorgio Viglino

ÀlPOlimpico con il Lecce per il congedo più festoso ÀlPOlimpico con il Lecce per il congedo più festoso ROMA — Il campionato fa quasi fatica a farsi largo in mezzo al fragore dello scandalo. Qui a Roma, dove il calcio è oggetto di ogni discorso ozioso dal lunedi al sabato, l'Indice di gradimento, se cosi si può dire, è tutto per il calcio-scommesse, i pettegolezzi, i nomi celebri coinvolti, le prossime punizioni. Viene però 11 sospetto che la motivazione non sia poi cosi chiara e netta, in favore dell'intrigo puro e semplice. All'ombra dello scandalo si vive in bonaccia. E' più semplice affrontare questi ultimi centottanta minuti di campionato più che mai decisivi, senza le tensioni tipiche d'ogni vigilia e senza troppo considerare timore e speranza che la grande, ammirevole, rincorsa giallorossa finisca per avere un arresto, ovvero la odiata Juventus perda altri punti. Il campionato esorcizzato dallo scandalo, resta sullo sfondo, capace però di un prodigio degno di Re Mida: la partita casalinga col Lecce, con tutto il rispetto per i pugliesi, quindicesima su quindici nella scala dei valori assoluti, è diventata più Importante ,ed appetita di RomaLiverpool di memoria non troppo allegra, e anche del recente scontro diretto con l'antagonista torinese. Biglietti venduti in poche ore, con piccola coda il giorno appresso allegra t- quasi educativa, priva com'è stata di soprusi, di violenze, di tumulti per appropriarsi di quegli ultimi tagliandi ormai preziosi. Roma-Lecce è la sublimazione del desiderio del tifoso che vuole essere presente al grande avvenimento e nello stesso tempo essere certo del lieto fine. La partita è grande se non altro perché è l'ultima di campionato all'Olimpico, ma 1 rischi sono minimi almeno su un piano puramente tecnico. Piuttosto a distanza è la Juventus che gioca un match più vero, contro un Milan non grande ma moti¬ vato dall'obbiettivo concreto i dell'accesso alle Coppe internazionali, e quindi c'è la speranza che il fine sia non lieto ma lietissimo. Ha detto nei giorni scorsi Giulio Andreotti, assillato da problemi un tantino più impegnativi: *La Roma è stata una grossa sorpresa, in primo luogo per i suoi tifosi. Nessuno se l'aspettava così grande e così forte, e i regali inattesi sono proprio quelli più belli». Con la consueta ottima sintesi il nostro ministro degli Esteri coglie l'atteggiamento del tifoso romanista che già si sente appagato dalle grandi emozioni passate, spera nello scudetto, ma senza struggersi nel dolore al pensiero di una sconfitta in volata. •Zitti, zittiti — dice Antonello Venditti con chiari intenti pubblicitari verso il suo trentatré giri, salvo poi spiegare —. E' cosi. Non bisogna farsi sentire, prendere quel che viene senza far troppo rumore. La lotta è troppo serrata, basta un niente per perderla. Dopo, soltanto dopo, andiamo al Circo Mas- slmo, a Ostia Antica, a Villa Ada, dove volete, a cantare •Grazie Roma!», a festeggiare lo scudetto che arriva a confermare il primo». La città è in attesa del prodigio, e persino la piccola percentuale dei laziali che ancora si dichiarano tali finisce per non veder male 11 ritorno dello scudetto nella capitale. « Vivere di luce riflessa? — si domanda Gian Chiarlon Casoni ex presidente laziale criticato allora e rimpianto adesso —. No, noi E' un punto di riferimento più vicino, la rivale da raggiungere e raggiungere in vetta. Anche noi abbiamo vinto uno scudetto e prima o poi abbiamo intenzione di riprendercelo. Meglio se cambia solo sponda del Tevere*. Vediamo adesso cosa riserva il campo di gioco, perché in campo opposto, quello bianconero le forze sono eguali e contrarle. Il che in termini sportivi, vorrebbe poi dire spareggio. Giorgio Viglino

Persone citate: Antonello Venditti, Gian Chiarlon, Giulio Andreotti, Mida

Luoghi citati: Lecce, Roma