Bellocchio-Pescarolo: pace col Diavolo in corpo

Bellocchio-Pescarolo: pace col Diavolo in corpo Chiusa la polemica, il film dello scandalo uscirà mercoledì in 54 cinema italiani e andrà a Cannes Bellocchio-Pescarolo: pace col Diavolo in corpo Responsabile nel conflitto tra regista e produttore lo psicanalista Fagioli - Quasi nessun taglio alle scene scabrose, ma divieto ai minori ROMA — Mercoledì prossimo in cinquantaquattro cinema esce il nuovo film di Marco Bellocchio, Diavolo in corpo, che già durante il montaggio fece «notizia» per le discordanze di vedute sorte tra il produttore Leo Pescarolo e lo stesso regista. Un conflitto che traeva soprattutto origine dal ruolo e dall'influenza che aveva sulla realizzazione dell'opera la costante e pressante presenza, prima sul set e poi in moviola, di Massimo Fagioli, lo psicanalista a cui Marco Bellocchio si sente legato dopo le recenti esperienze: «Personalmente- sono passato attraverso la psicanalisi individuale e collettiva». Non per niente il regista «dedica personalmente» il film al suo guru, come si legge nei titoli di testa. «Una dedica — precisa Bellocchio — che non vuole, però, coinvòlgere la proprietà commerciale del film». «C'era stato un momento — rivela il regista — In cui avevo pensato di interpretare personalmente la parte dello psicanalista, padre del ragazzo innamorato di Giulia. Un personaggio che sento molto per il dramma che vive costantemente attraverso il confronto con la donna malata. Un dramma affascinante e che nello stesso tempo fa paura». Il tema è noto: una nuova versione del romanzo di Raymond Radiguet (già portato sullo schermo, con un altro taglio, da Claude Autant-Lara con Gerard Philipe e Micheline Preste), che ispira la storia di un ragazzo normale (Andrea: Federico l-.tzalis) il quale si innamora di una bella e giovane donna dal triste passato e dal tragico presente (Giulia: Maruschka Detmers). Un amore travolgente senza censura che la depressa Giulia vive ridendo. A questo proposito c'è curiosamente da osservare che il regista durante il doppiaggio ha conservato le esplosioni di ilarità originali della sensuale attrice olandese che la critica scoprì a Venezia in occasione della presentazione del film di Godard, «Prénom Carmen». E' forse la prima volta che nel doppiaggio si riesce a miscelare le risate dell'attrice protagonista con il parlato della doppiatrice che in questo caso è Anna Cesareni. Archiviata dunque la polemica esplosa in moviola, il produttore e il regista di Diavolo in corpo appaiono- di nuovo amici tanto è vero che hanno deciso di andare «a braccetto» anche a Cannes dove il film verrà proiettato il 15 maggio a mezzanotte. «Gli ho offerto di produrgli il suo prossimo film», dice Leo Pescarolo. E il regista ribatte: «Adesso io mi riconosco pienamente nel racconto che esce nelle sale». •All'orìgine della nostra lite — aggiunge Bellocchio — ci sono stati dei malintesi, poiché Pescarolo riteneva che io avessi in animo di sacrificare delle sequenze che invece avrei comunque utilizzato. Lo scontro in moviola c'è stato, e sarebbe ipocrita non ammetterlo, ma alla fine riconosco la piena paternità dell'opera e non ritengo di aver fatto delle rinunce». Il film, vietato ai minori di diciotto anni, ha superato, senza richieste di tagli, l'esame della commissione di censura, nonostante la crudezza e la veridicità di situazioni (ad esempio una fellatio in dettaglio) che in Diavolo in corpo sfiorano per certi versi l'hard core, sebbene le proposte più spregiudicate siano trattate con gusto. •Non ho accorciato la scena d'amore tra 1 due protagonisti, che dura più di cinque minuti — sottolinea Bellocchio — perché quando ho visto la pelllccola impressiona¬ ta mi è parso di vedere al suo interno non una storia che allude all'orgasmo, ma una storia di intensa rappresen tazione dell'unione amorosa». Una scena d'amore quest'ultima che appare tanto sincera e partecipata da fare sorgere il dubbio che sia stata realmente vissuta. «Ed in questo sta la mia bravura» esclama maliziosamente, e ridendo, Maruschka Detmers, ventiquattro anni compiuti da poco. Ernesto Baldo Maruschka Detmers è Giulia

Luoghi citati: Cannes, Roma, Venezia