Del Bue: i colori sembrano graffiti

Del Bue: i colori sembrano graffiti ARTE IN GALLERIA Del Bue: i colori sembrano graffiti Gianni Del Bue ritorna da Giancarlo Salzano (piazza Carignano 2) con un gruppo di dipinti ad olio e tecniche miste dell'ultimo triennio. Non più tele istoriate dalle superficiarazzl animate da qualche sfilacciatura, ma dei fondi luminosi dove il segno sembra Imprimersi nella materia lasciando affiorare la carta, nel momento stesso in cui la gremisce tutta di immagini che le danno il senso d'un graffito. Nei motivi, che non ignorano il filo d'un serpeggiante erotismo, confluiscono le memorie d'un mondo classico (tra mitiche divinità e segni zodiacali) e le più moderne testimonianze, dalle scrìtte pubblicitarie ai personaggi alla moda, dall'Ironico tacco a spillo di Alien Jones, al televisore, emblema contraddittorio di comunicazioni di massa e di incomunicabilità, posto come nuovo domestico focolare. Andrea Fogli, giovane romano (nato nel 1959) laureato in filosofia, è alla sua seconda personale (da Weber, via S. Francesco da Paola 4) dopo la quale è atteso a Parigi. A tutta prima può far pensare ad un incontro conflittuale fra luci e ombre. Ci si rende poi conto come nel dipingere egli tenda ad una scoperta di spazi latenti, catacombali, e semmai alla loro conquista attraverso le più tenui emergenze formali squisitamente fantasticate ai limiti d'un neo-metafisico. Roberto Villa (nato a Torino nel 1952, da Luisella d'Alessandro, corso Moncalierì 3). Pittura inquietante, nell'originale struttura larvale che quasi macera e spella 11 supporto di cartone per fissarvi le immagini — volti e teste di animali (come quella bellissima di Cervo e neve), fiorì e frammenti di paesaggio) — con la piana consistenza e i preziosismi di cui soltanto la tempera è capace, tra i risentimenti e gli struggimenti cari ad ogni espressionista. Una pittura colta, non immemore né del Fautrìer degli Otages, né dì Gerstl, né, forse, di Vespignani: ben calibrata tra mestiere e fantasia. Guy Harloff (.La Parisina», corso Moncalierì 47). Parigino di nascita, il padre di origine russa, italiana la madre, un po' giramondo dotato d'una grande pratica artistico-artigianale: potrebbe dirsi un pittore alchemico, capace di frugare all'interno d'ogni verità nascosta, per renderla nel più fitto addensarsi di-forme, un colore sontuoso e decorativo, nel quale vien calando i simboli ermetici cui costantemente ricorre e che possono annidarsi nella sagoma d'un gatto o in quella d'una lampadina, mentre anche l'elemento erotico acquista un senso esoterico. an. dra.

Luoghi citati: Cervo, Parigi, Torino