Michelangelo sotto la polvere

Michelangelo sotto la polvere Riesplode la disputa sull'attribuzione di una statua del Museo archeologico Michelangelo sotto la polvere In un'intervista, Federico Zeri paria del Cupido dormiente (o Ercole a riposo) trovato tra le collezioni dei Savoia - Adolfo Venturi, alla fine dell'800, lo riteneva d'epoca rinascimentale - Ora, invece, altri studiosi non hanno dubbi: «E' un'opera del Buonarroti» Lo chiamano familiarmente «il pupo»: è una figurina gentile in marmo, che da anni riposa tra 1 tesori del museo archeologico, prima all'Accademia delle Scienze, poi a palazzo Chlablese, adesso nei nuovi depositi di corso Regina. I critici lo definiscono 'Cupido dormiente» i tecnici 'Eracle a riposo». Un piccolo Ercole disteso, con la clava al fianco, la pelle di leone sull'omero destro, le alucce che spuntano dalle scapole, il vlslno triste. Numero di repertorio 288: vuol dire che è uno dei pezzi più antichi delle collezioni Savoia. E' 11, posato in mezzo a statue romane, bassorilievi da restaurare, provenienti da scavi piemontesi, e lapidi. Avvolto in una patina nera, il pupo non 6 mai stato pulito. Eppure potrebbe rivelarsi il pezzo più prezioso della raccolta, un'opera giovanile di Michelangelo Buonarroti. La disputa sull'attribuzione non è nuova. Del Cupido torinese, si sono interessati, dalla fine dell'Ottocento in poi, autorevoli critici, chi per sostenerne l'autenticità, chi per asserire il contrario. Un dato tuttavia è certo: il Cupido è una scultura del Rinascimento e già per questo meriterebbe riguardo. In un'intervista al settimanale l'Europeo Federico Zeri dice: «Qualcosa di Michelangiolo perfettamente originale sono convinto che prima o poi sbucherà fuori. Non escluderei nemmeno che esista ancora da qualche parte il Cupido che Michelangiolo scolpi quand'era molto giovane, imitando stile e tecnica della scultura classica. Lui lo fece per scherzo, ma poi passò per un pezzo originale e fini in collegioni importantissime. Secondo alcune notizie sarebbe andato perso in un incendio a Londra, nel Seicento. Ma c'è invece chi identifica questo Cupido con un marmo attualmente nel museo archeologico di Torino.. Il suggeritore di Zeri è Valentino Broslo, giornalista, autore di monografie sull'arte della ceramica italiana, tornato a Torino dopo mezzo secolo a Roma. Un curioso impenitente, che ha spaziato dall'elzeviro alla produzione di film (lanciò la coppia Nazzari-Sanson, la Magnani in ••La carrozza d'oro»), dalla presidenza di Cinecittà alle biografie dei Gonzaga e delle •madame» di Savoia. Proprio pellegrinando tra documenti del Settecento e dell'Ottocento si è imbattuto non di raro in frammenti di notizie che lo riportavano sempre all'«£racle» torinese. Dice: «JVon sono uno studioso d'arte rinascimentale, ma un certo gusto me lo devono riconoscere. E' vero che Adolfo Venturi, nel 1888, escluse l'attribuzione a Michelangelo del Cupido, ma altri critici si sono espressi in modo diametralmente opposto, suffragando le loro tesi con documenti che il Venturi forse ignorava». La vicenda del Cupido non è facile da riassumere. E' certo che Michelangiolo lo scolpi, copiandolo da un ori' ginale d'epoca classica custO' dito nei giardini medicei. E' altrettanto sicuro che un Me¬ dici suggerì al giovane artista di invecchiare artificialmente l'opera per venderla come autentica a Roma, cosa che Michelangiolo fece, salvo poi rivelare il trucco: cosi racconta il Vasari. La statua finita in una collezione venne comprata da Cesare Borgia (che la donò a Ouldobaldo da Montefeltro), per tornare In seguito al Valentino, il quale la diede a Isabella Gonzaga. Il Cupido sarebbe stato quindi offerto in vendita, con altre opere, a Carlo I d'Inghilterra e, secondo alcuni, spari in un incendio; secondo altri, sarebbe stato trattenuto dall'offerente, un mercante che Inviò al re (poi decapitato) alcuni disegni (ora custoditi a Windsor) delle opere in vendita: in uno è riconoscibile la statua conservata a Torino. Una tesi vuole che IJEracle dormiente sia stato acquistato da Carlo Emanuele I: lo dice il Lange convinto assertore dell'autenticità della scultura torinese, stroncato dal Venturi. Tra chi afferma che la statua è la famosa copia eseguita da Michelangiolo, W.R. Valentiner e l'esperto di scultura rinascimentale Otto J. Brendel. E' venuto il momento di togliere la patina al Cupido e di ristudiarne le origini. La sovrintendente Liliana Mercando è scettica, ma forse vale la pena di tentare. Pier Paolo Benedetto

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Roma, Torino, Zeri