Sud, tutti vogliono un «new deal» ma sulle ricette è scontro aperto

» Sud, tutti vogliono un «new deal ma sulle ricette è scontro aperto Confindustria, sindacati e governo a confronto sul Mezzogiorno » Sud, tutti vogliono un «new deal ma sulle ricette è scontro aperto COSENZA — Un «new deal» per il Mezzogiorno che faccia imboccare la strada dello sviluppo e affronti il drammatico problema della disoccupazione. Su questo sono tutti d'accordo: industriali, ministri, sindacato. M8j. s,ut cojne &ffrontare . il nuovo corso, il.fronte si.frastaglia, ahcnè se al convegno della Conf industria di Cosenza «Mezzogiorno: sostegni e vincoli», non sono emerse grosse lacerazioni. Luigi Lucchini chiudendo 1 due giorni di lavoro (che ha visti impegnati industriali, i ministri Altissimo e De Vito, il segretario generale della Cisl, Marini) ha sottolineato come «il salto nello sviluppo» si compie solo accrescendo la competitività dell'apparato produttivo e risolvendo il problema occupazionale. Per raggiungere questi due obiettivi il presidente della Conf industria ha chiesto minori vincoli: abbattimento dei costi (dei servizi, denaro, lavoro) e maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Ma su questo punto Marini, in precedenza, aveva ricordato alla Confindustria che sul versante delle flessibilità il sindacato negli ultimi anni -ha fatto passi da gigante». Per il ministro dell'Industria Altissimo, invece, una soluzione al problema meridionale può venire solo da una politica che favorisca l'industria turistica, la liberalizzazione del mercato dei capitali e del mercato del lavoro. I contrasti maggiori sono comunque emersi quando si è arrivati a discutere sull'utilità della legge De Vito. Lucchini e Patrucco l'hanno forv temente criticata, Marini l'ha difesa, Altissimo non ha tralasciato qualche frecciata. Questa legge è quantomeno pericolosa, ha detto Lucchini: -Invece di produrre aziende nuove mette in difficoltà quelle esistenti». *E' inevita¬ bile — gli ha fatto Eco Patrucco — visto che instaura una forte concorrenzialità che penalizza quelle imprese che tanto faticosamente sono riuscite ad operare». Franco Marini ha invece sottolineato come la legge De Vito -sia nata per volere del sindacato, e che pur «con tutti i suoi li miti» rappresenta comunque «una risposta ai problemi del Mezzogiorno». Altissimo ha ribadito che il provvedimento 'limane un intervento settoriale». Sarebbe; più .efficace ed utile-■■ ha detto,m.perfettamente io accordo con Patrucco — agevo lare gli investimenti produttivi. Ma torniamo alle conclu stoni di Lucchini. Il presidente della Confindustria ha annunciato di aver proposto al governo un «pacchetto di investimenti» da avviare imme diatamente nelle infrastrutture (telefonia, telematica, Enel) e una serie di progetti di risanamento soprattutto di alcune aree urbane come Napoli e Palermo. Lucchini quindi si è rivolto direttamente al presidente del Consiglio che ha recentemente chiesto all'industria due impegni: utilizzare i profitti per contenere i prezzi; investirli per allargare la base produttiva. Sulla prima questione Lucchini ha risposto sostenendo che gli indici dei prezzi all'in grosso di febbraio dimostra no come le imprese stiano facendo il loro dovere. Lo stesso vale anche per gli investimenti; Marini ha invece sottolineato la necessità di riallacciare normali relazioni industriali. I problemi che abbiamo di fronte, ha detto, sono gravissimi soprattutto per quanto riguarda l'occupazione. Cosi gravi che anche il contenzioso, che Confindustria e sindacato si portano dietro, appare limitato.

Luoghi citati: Cosenza, Napoli, Palermo