In Italia un incidente d'auto costa in media dieci milioni di Giuseppe Alberti

In Italia un incidente d'auto costa in media dieci milioni Nel 1984 sono stati registrati 270.670 sinistri In Italia un incidente d'auto costa in media dieci milioni In Italia esistono 297.698 chilometri di strade: 141.666 comunali, 104.670 provinciali, 45.461 statali e 5901 autostradali. Nel 1984 gli incidenti della strada sono stati poco meno di uno per ogni chilometro, cioè 270.670 (16.432 in Piemonte). Sempre nel 1984 i morti sono stati 7164, con una riduzione del 6,8 per cento rispetto al precedente anno. Il calo delle vittime, asseriscono gli esperti, deriva anche dalla rallentata circolazione a causa del caotico traffico. Molti» ritengono che - la magg&r'parte delle1 WtlrhOT reglstrT nei percorsi extraur-* banl, dove più facilmente si raggiungono velocita sostenute ma è vero solo in parte: infatti il 75 per cento dei sinistri avvengono nelle città, dove si conta il 40 per cento dei morti e il 70 per cento del feriti. Se si tiene conto di quanto hanno risarcito le società di assicurazioni (1983), cioè 2 mila 731 miliardi di lire, significa che ogni incidente è costato, mediamente, 10 milioni di lire. A questi dati, però, mancano quelli relativi al cosiddetti «danni indiretti»: quante sono le vittime che si registrano a causa del mancato arrivo dell'autoambulanza, della polizia o dei vigili del fuoco bloccati dal traffico caotico? La Comunità europea ha proclamato il 1986 l'«Anno della sicurezza stradale mentre, come si sa, il 1985 è stato l'«Anno della sicurezza stradale» per il nostro Paese Da molte parti sono nate iniziative per limitare il contributo di sangue sulle nostre strade ma, a quanto risulta, salvo eccezioni, dal mondo delle assicurazioni si è fermi ai sistemi di protezione «pas siva» attraverso le limitazioni o estensioni di polizze se si è o meno in possesso di deter minati accorgimenti (antifur ti, antincendio, antirapina o antinquinamento). Ci si rivolge, in pratica, al grosso pub blico per far conoscere una determinata polizza, senza instaurare un rapporto di educazione alla prevenzione. Si parla, in sostanza, soltanto di quanto si riceverà se ci investono sul passaggio pedonale o sul tipo di risarcimento se si cade dalla bicicletta. Le compagnie hanno introdotto il «Cid» (pronto risarcimento del nostro assicuratore per gli incidenti stradali) e ciò ha consentito un notevole risparmio per le società: per far conoscere questo meccanismo hanno investito non pochi miliardi di lire e non poche energie. Non sarebbe anche il caso di promuovere una campagna educativa sul sistemi di prevenzione? Ciò comporterebbe, a lungo andare, un minor costo delle asslcurazoni e, naturalmente, un minor numero di infortuni. Giuseppe Alberti

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