La vela di Croce a Portofino di Paolo Bertoldi

La vela di Croce a Portofino Trofeo Zegna a uno dèi personaggi più importanti di questo sport La vela di Croce a Portofino H primo ministro australiano telefonava a lui per sapere in anticipo l'esito di certi reclami alla Coppa America Da giovane ha gareggiato in tutto il mondo ma il più serio pericolo lo ha corso a Genova: cadde dal motoscafo, nessuno se ne accorse e, per il freddo, aveva perso le forze - In precedenza il premio assegnato a Straulino NOSTRO SERVIZIO PORTOFINO — Il -Trofeo Zegna, una vita per la vela» è stato consegnato ieri a Beppe Croce, nel teatrino di Portofino, gremitissimo. Il Premio e alla quarta edizione. In precedenza è toccato a Tino Straulino, velista record che, in una sola stagione, vinse i titoli italiano, europeo, mondiale ed olimpionico della classe Star; poi al danese Paul Elvstrom, quattro medaglie d'oro alle Olimpiadi; ed al progettista di Coppa America, Olln Stephens. E' un trofeo inserito nell'ambito delle regate Zegna di primavera. Ad ogni stagione diventa più importante. Quest'anno l'«Oscar dello sport» ha centrato in pieno il vincitore, poiché Croce, dai Dinghy degli Anni Venti ad Azzurra '86, tutta ancora da definire, è sempre stato un personaggio di primo plano. La sua fama è collaudata ad ogni livello e in ogni parte del mondo. Il russo Manklin, stanco di regatare sulle derive, si rivolge a lui se medita di diventare istruttore professionista. Il primo ministro australiano gli telefona nella notte a Newport per sapere in anteprima dal presidente della giuria di Coppa America, l'esito di certi reclami. Quando Dozier viene liberato dalla prigione delle Brigate rosse, Croce è tra i primi italiani a saperlo. Lo chiama al telefono da Washington, Buss Mosbacher, capo di protocollo alla Casa Bianca e, per inciso, timoniere vincitore di due finali di Coppa America. In Francia, monsieur Beppe è famoso per avere inventato, insieme a René Levainville, la Oiraglia, una delle più prestigiose regate del Mediterraneo. Croce conosce la vela per averla praticata fin da bambino. A Varazze aveva una delle prime Star. Se il mare si arrabbiava, Carattino ed altri marinai del luogo, lo svegliavano di notte, perché anche lui raggiungesse a nuoto la bella barca dal costo proibitivo (4500 lire, quando una «Balilla» era a quota 5000) e collaborasse a portarla nel vicino porto di Savona. Beppe ha gareggiato in Pacifico, in Atlantico e in ogni angolo del Mediterraneo, ma 11 più serio pericolo di vita, a causa del mare, lo ha corso nel Golfo di Genova, poche miglia al largo della sua bellissima casa ligure. Era caduto in acqua da un motoscafo: •Nessuno se ne accorse e passarono sei o sette minuti prima che da un'altra barca segnalassero l'incidente. Si era in febbraio e, per il freddo, avevo perso le forse. L'amico Lillia si è tuffato e mi ha tratto a bordo. E' un alpino del Lago dì Como». L'uomo più popolare della vela italiana deve la vita ad un uomo di montagna. Ben più seri rischi, Croce li ha volutamente affrontati durante la lotta per la Liberazione. Suo padre, Luigi, era morto negli ultimi giorni del conflitto 1915-'18, e la qualifi¬ ca di orfano di guerra lo aveva trattenuto lontano dal fronte. Dopo il '43, però, 11 tenente Beppe Croce, per incarico del Governo del Sud, 6 diventato capo di Stato Maggiore nella zona occupata. Ha organizzato lo sbarco segreto di un sommergibile nel Goldo di La Spezia, è scampato alla fucilazione per essere arrivato casualmente in ritardo ad un appuntamento, dove i suoi due operatori «Annibale» e «Asdrubale» vennero invece catturati. Era in contatto con partigiani, quali Italo Pietra, Savorettl e la medaglia d'oro Rie cardo Banderai). Secondo un preciso stile di vita, di questi episodi non parla quasi mai. Pochi sanno che, per quella sua attività, è insignito della medaglia di bronzo. Croce; è nato nel dicembre 1914 a Genova e del gentiluomo ligure ha tutte le caratteristiche, compreso un pacato ma grafflante senso dell'umorismo e dell'autoironia. •Da giovane ho vinto le regate — afferma — perché in quei tempi eravamo in pochi a correre: Ed a proposito del rischiato annegamento, aggiunge: 'Non volevo mollare il teleobiettivo che costava caro». Alto dirigente in campo assicurativo. Croce ha un'apprezzata collezione di quadri dello yachting dell'Ottocento ed una biblioteca con migliaia di volumi. Fra l'altro, è uno degli autori del «Manuale del velista» della Federazione italiana vela. Non sono molti 1 numeri uno delle federazioni, capaci di scrivere anche le istruzioni tecniche per i loro amministrati. E' presidente onorario della Federazione italiana, dopo esserlo stato effettivo dal 1957 al 1981. Analoga carica, dal 1969, ricopre tuttora nell'IYRU, la federazione mondiale, ed infine è pure presidente dello Yacht Club Italiano, fondato da suo nonno. Paolo Bertoldi