Trame e complotti in casa kikuyu
Trame e complotti in gagà kikuyu Arresti nell'etnia dominante del Kenya, come all'epoca del fallito golpe Trame e complotti in gagà kikuyu Idee sovversive, voci calunniose per il governo - Alla grande tribù non piace un capo dello Stato «estraneo» NOSTRO SERVIZIO NAIROBI — Almeno venti persone sono state arrestate negli ultimi giorni per attività politiche illegali intese a minare la fiducia del wananchi, i cittadini, nel governo kenyota. Alcuni sono sospettati di appartenere a un'organizzazione segreta — i'.Unione dei nazionalisti per liberare il Kenya» — e di avere propagandato idee sovversive attraverso la pubblicazione Mpatanlshi (Il mediatore); altri sono accusati di essere stati al corrente del complotto e di non essersi sentiri in dovere di informarne le autorità. Otto di questi «cattivi elementi» sorto già stati condannati per «sedizione» a pene che vanno da 15 mesi a cinque anni. L'ondata di arresti ricorda quella del giugno-agosto '82, nel periodo successivo alla creazione del sistema a partito unico e precedente il tentato golpe fomentato dall'Aviazione. Il ministro della Sicu¬ rezza Just-us Ole Tipis ha ammesso in Parlamento che «ci sono stati incidenti sparsi», pur sostenendo che «gli istigatori del movimento (tra i quali universitari, funzionari e uomini d'affari, ndrj sono stati catturati... il governo controlla la situazione». Non è un caso che il movimento in questione sia nato in terra klkuyu, e che kikuyu siano tanti «congiurati»; l'etnia di maggioranza non ha mai accettato il fatto che nell'agosto 78 a Jomo Kenyatta, uno dei «loro*, sia succeduto Daniel Arap Mai (allora vicepresidente), ma membro della tribù decisamente minoritaria dei kalenjln. E i kikuyu non perdono occasione di creare difficoltà alpotere. Nel febbraio scorso, alcuni di loro sparsero la voce che al latte distribuito gratuitamente ai bambini delle elementari era surrettiziamente mescolato un prodotto contraccettivo, il capo dello Stato denunciò la «malizia» di chi in que¬ sto modo tentava di «compromettere la stabilità e il progròsso dei quali 11 Kenya gode dal giorno dell'indipendenza». E tutti capirono a chi fossero destinate queste parole. Arap Moi non è meno abile nel dividere, per interposta persona, i suoi avversari. In febbraio autorizzò una riunione degli ex guerrieri Mau Mau (che in maggioranza sono kikuyu; a Nyeri, per conquistarsene la simpatia e soprattutto risvegliare in questa etnia le vecchie dispute tra «resistenti» e «collaborazionisti» all'epoca dell'indipendenza; tra questi ultimi c'è chi classifica il vicepresidente Mwai Kibaki, che subito è stato accusato da una parte dei suoi di aver tentato di far saltare il raduno. E il ministro degli Esteri lo apostrofò in Parlamento: «Nessuno è Indispensabile». I kikuyu non sono i soli a dare filo da torcere ad Arap Moi. Anche i luo, una delle et¬ nie più importanti del Paese, hanno rapporti difficili con il governo. Dieci dei 12 militari dell'Aviazione impiccati nel luglio scorso per partecipazione al fallito putsch del 1° agosto '82 appartenevano a questa tribù, dalla quale si vanta di provenire anche il vecchio leader socialista Oginda Odinga. La detenzione del figlio di questi, Ralla Odinga, arrestato dopo il tentato golpe, è appena stata confermata dall'Alta Corte. Un altro punto che preoccupa il Presidente è la mancanza di dialogo con gli studenti. L'università di Nairobi è stata ripetutamente chiusa in passato, l'ultima volta nel febbraio dell'85. Quest'anno la contestazione è scesa negli istituti magistrali. Il motivo: l'aumento di stipendio che i futuri insegnanti vorrebbero avere una volta diplomati. I duemila studenti hanno rifiutato di sospendere il boicottaggio dette lezioni prima di ottenere una risposta soddi¬ sfacente alla loro rivendicazione, e a metà febbraio sono stati mandati a casa fino a nuovo ordine. Il capo dello Stato ha denunciato il «comportamento irresponsabile» di questi giovani. Resta l'esercito: si mormora che anch'esso abbia rimostranze da fare. La successione al generale Mulinge, invitato ad andare in pensione, non è definitivamente risolta: in teoria avrebbe dovuto sostituirlo il capo di Stato Maggiore aggiunto generale Sau>e; ma Arap Mot, conscio del fatto che la promozione di un kalenjln avrebbe rischiato di provocare scontento netta gerarchia militare, gli ha affidato un'ambasciata. Ora, nell'ordine, sarebbe candidato il generale Mahmud Mohammed, comandante dell'Aviazione. Ma un ufficiale d'origine somala sarebbe accettato dai suoi pari kamba e kikuyu? Copyright Le Monde c per l'Italia La Stampa
Persone citate: Arap Moi, Arap Mot, Daniel Arap, Jomo Kenyatta, Mahmud Mohammed, Mwai Kibaki, Odinga
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