Trapattoni non c'entra di Gian Paolo Ormezzano

Trapattoni non c'entra COSF PER SPORT di Gian Paolo Ormezzano Trapattoni non c'entra Si discute molto su Trapattoni che se ne va, e naturalmente qualcuno crede di avere capito tutto, la crisi della Juventus è dovuta all'annuncio del divorzio. Come se professionisti strapagati scattassero di meno perché sanno che l'allenatore parte. A ben pensarci, non c'è niente di più offensivo, verso i calciatori ed anche verso Trapattoni, di questa 'Spiegazione». Secondo noi, soltanto una frase è più offensiva di questo ragionamento: quando si dice, si scrive che il tale mister 'dà la carica» ai suoi, cosi assimilando il mister ad un trombettiere e basta, e i giocatori a puri dementi, i quali, se non si sentono dire •mettetecela tutta», la domenica entrano in campo da zombi. Ma allora l'allenatore non conta? Secondo noi conta molto meno di quel che si dice e si scrive, e non è un caso che ci siano squadre importanti dove l'allenatore guadagna la settima parte di un suo giocatore. Il calcio non si impara e quindi non si insegna (parole di Bonlperti). L'allenatore serve per dare un certo ordine al lavoro, nonché per la parte psicologica, che però sovente è curata soprattutto dal club. E siamo certi che qualsiasi allenatore sa e — almeno privatamente — ammette ciò. E allora perché la crisi della Juventus? Modesti pareri personali: 1J la Juventus di adesso non è troppo sciaguratamente dissimile dall'autentica se stessa, che non è, non può essere quella mostruosa dell'avvio di campionato; 2) casomai c'è stata una partenza, e tragica, che pesa sul rendimento degli atleti, ed è quella del dottor La Neve, grande medico e grande amico. La sorpresa Sorpresa per il nuovo calcioscandalo? Ma via, casomai sorpresa perché sono passali ben sei anni dall'ultimo ufficialmente reso noto. Nel 1980 avremmo firmato per quattro anni senza pasticci. E poi si pensi a questa stagione: lo scandalo Viola, lo scandalo Farina, lo scandalo dei premi mondiali, lo scandalo di un consiglio federale bordellistico, lo scandalo del totonero: è ò non è, per usare un termine sportivo, una perfetta progressione? t Le metropoli Discussioni sul calo calcistico di Milano: per fortuna che adesso sono in auge o in veta squadre di Madrid, Barcellona, Roma, Bucarest, Colonia, Torino, Parigi, Kiev, tutte grandi città, sennò verrebbe fatta la riscoperta del calcio che nelle metropoli .civilizzatissime» non ha più niente da dire, così che Milano senza grande calcio sarebbe semplicemente moderna e intelligente. Mentre invece basta leggere le formazioni di Milan e Inter per scoprire che queste squadre ospitano ben otto, diconsi otto calciatori lasciati andare via da Juventus e Torino, e cioè Terraneo, Virdis, Rossi, Tardetti, Brady, Fauna, Mandar lini e anche (un briciolo di Juve) Marangon. Mentre svetta la Roma, con l'unico bianconero che se ne è andato, non che è stato lasciato partire, Boniek (voi capite questa parola: Boniek?). Il razzismo Junior del Torino, ha dovuto pagare un milione di multa per dichiarazioni non regolamentari: e cioè per avere accusato i tifosi italiani di razzismo, dopo essersi preso insulti un po'dovunque per via del colore della sua pelle. La cosa più abietta è la scarsa eco al provvedimento federale abietto. Nel nostro piccolo chiediamo scusa a Junior. Il razzismo purtroppo c'è, si sente, si legge, nel Bel Paese. A questo punto, evviva lo Strapaese, dove almeno si odia per il colore della maglia, non della pelle: al concorso per designare il calciatore più amato dagli italiani Genova vota soprattutto i fondamentali Vialli e Marnila, Vialli perché i nemici votano Manilla, Manilla perché i nemici votano Vialli. Vialli visto da Franco Bruna