Che la musica ritorni a casa di Massimo Mila

Che la musica ritorni a casa Che la musica ritorni a casa Dopo uh anno di forzato silenzio il Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi riprende la consuetudine dei concerti di primavera con gli allievi stessi dell'Istituto, cioè la vecchia tradizione dei saggi scolastici, elevati a dignità di livello artistico. Purtroppo, in attesa di celebrare con la riapertura del Salone dei Concerti il cinquantenario della statizzazione ottenuta dal vecchio Liceo Musicale, la manifestazione si sposta in tre sedi diverse, gentilmente prestate. Ciò è dovuto, come anche l'anno di sospensione intercorso nel 1985, al malaugurato effetto Statuto, da cui 11 Conservatorio fu colpito due anni fa, quando alcuni studenti teppisti diedero alle fiamme pochi cassetti o armadi nei piani superiori, mentre nella marmorea sala si svolgeva tranquillamente un concerto, forse proprio dei saggi scolastici. A che punto sono 1 lavori per ripristinare l'agibilità della sala, cui erano molto affezionati sia il pubblico che gli artisti? Ahimè! Da informazioni attinte presso il direttore amministrativo, dr. Oddo Bertini, risulta che 11 Comune è in procinto di concludere (terribile espressione che mette i brividi addosso!) la gara di appalto per la ristrutturazione e la «messa a norma» dell'intero edificio del Conservatorio. Sono stanziati due miliardi e mezzo per l'operazione che — già si è saputo — ridurrà di 200 posti gli attuali 950. E' doloroso, col continuo aumento di pubblico che c'è a Torino, tuttavia, pazienza. Meglio una sala di 750 posti che nessuna sala. Dovranno inoltre essere costruite uscite di sicurezza non «false», come sono ora, ma che conducano direttamente all'esterno. Si terrà conto che ciò costituisce un avvicinamento alle fonti di rumore (automobili in via Mazzini) e si provvederti a parare il pericolo? Importante sarà provvedere che le uscite, false o vere che siano, restino tutte aperte, e perciò custodite, contrariamente a quanto avveniva in passato, secondo la tirchia abitudine piemontese di «economizzare» la più gran parte delle porte di un edificio pubblico. La sala di concerti del Conservatorio è un bene della citta, amato dai pubblico e apprezzato dai concertisti. (Potrei citare un grandissimo violinista che preferirebbe suonare per settecento persone nella sala del Conservatorio, piuttosto che per tremila al Palasport). L'art. 4 della convenzione annessa al decreto legge del 16 marzo 1936 per la statizzazione del vecchio e glorioso Liceo Musicale di via Rossini (oggi Teatro Gobetti, pur esso chiuso) recita: «La citfd'di Torino si riserva il diritto d'uso e di gestione della sala e della saletta dei concerti, compatibilmente con le esigenze didattiche o artistiche dell'Istituto e per fini aderenti alle finalità dell'Istituto stesso-. Non è un brano di prosa sopraffina, ma parla chiaro. La città attende perciò che la gara d'appalto in procinto d'esser conclusa venga conclusa finalmente, che la ditta prescelta ni metta a lavorare con solerzia, in maniera che la musica a Torino possa rientrare nella sua casa, possibilmente entro questo cinquantesimo anniversario della statizzazione. Massimo Mila

Persone citate: Giuseppe Verdi, Oddo Bertini

Luoghi citati: Torino