Madagascar, i bambini in vendita

Madagascar, i bambini in vendita Un fenomeno allarmante si accompagna alla fuga dalle campagne Madagascar, i bambini in vendita Il governo organizza centri sociali ma la corruzione stronca molti progetti -1 certificati d'elemosina NOSTRO SERVIZIO ANTANANARIVO — «/ bambini non sono una merce di scambio, e ancora meno di vendita». Sylvain Andrianahinoro, primo presidente della Corte Suprema del Madagascar, fece questa dichiarazione al quotidiano Madagascar-Matin, il 15 novembre '85, in seguito alla scoperta di numerosi casi di bambini venduti dalle loro madri sui mercati di Antananarlvo e Antsirabé. Da allora, a quanto pare, il fenomeno non è stato stroncato, anzi va di pari passo con l'impoverimento delle campagne, non essendo riuscito il regime del presidente Didier Ratsiraka a rimettere ordine nei circuiti di produzione e soprattutto di commerclalizazlone del riso, nutrimento di base della popolazione. Una fame endemica e una malnutrizione generalizzata hanno provocato un esodo continuo della popolazione rurale verso le città, dove si moltiplicano le bidonvilles. Madagascar-Matin, alla fine dell'anno scorso, riferiva di gruppi di bambini miserabili, tutti sotto i dieci anni, la cui occupazione principale è chiedere l'elemosina. Questi bambini sono in possesso di un -certificato ufficiale» che li autorizza a -chiedere l'elemosina. I benefattori o le persone che vogliono ospitarli o adottarli sono pregati di presentarsi, con testimoni, all'ufficio comunale del presidente firmatario del certificato». Dietro questa offerta di adozione spesso si nasconde un vero e proprio traffico. Il giornale malgascio afferma che il prezzo di un bambino si aggira sui cinquemila franchi malgasci (poco più di 12 mila lire), la transazione tra venditore e acquirente avviene spesso sulla base di una convenzione debitamente sottoscritta dalle parti alla presenza del responsabile dell'ufficio comunale. n fenomeno è direttamente legato al crescere della povertà e alla carenza, spesso non giustificata, di riso. Alcuni grossi commercianti o importatori si dedicano a traffici lucrosi che consistono nel nascondere la produzione nazionale e le derrate importate, rivendute poi al mercato nero al doppio del prezzo ufficiale. Il sottoproletariato nelle città sta assumendo proporzioni allarmanti, specialmente a Tananarive: da una parte le autorità sono incapaci di andare incontro ai bisogni (cibo e sanità) di parecchie centinaia di persone, dall'altra, questi raggruppamenti di popolazione favoriscono l'insicurezza. Che in città si manifesta con esplpsionl di violenza che il potere reprime ferocemente. Nelle campagne bande armate fanno razzia di bestiame. Il regime del presidente Ratsiraka si muove su grande scala per «ripulire» le 'citta. Secondo la testimo¬ nianza di un frate francescano di Tananarive, in febbraio, le autorità della capitale hanno «ripulito la città e deportato seicento persone. Duecento bambini sotto i dieci anni sono stati sistemati in un centro sociale a Isotry. Duecentoquaranta adolescenti tra i sei e i quindici anni dal centro città sono stati trasferiti in una caserma dei pompieri di Tana, a Tsaralalana, guardati da pompieri armati, dietro le sbarre. Gli adulti sono stati ammassati al Chilometro 8, sulla strada di Tamatave, in baracche precarie, sema cibo e senza alcuna comodità. Altri sono morti, alcuni tornano clandestinamente in città». Un appello è stato lanciato alle comunità religiose per venire incontro a queste 600 persone, ma, secondo la testimonianza, nel centro sociale c'erano soltanto 167 ragazzi. l.z. Copyright Le Monde c per l'Italia La Stampa

Persone citate: Didier Ratsiraka, Ratsiraka, Sylvain Andrianahinoro

Luoghi citati: Italia, Madagascar