Gli Usa ora sconsigliano i doc al dietilenglicole

Gli Usa ora S€onsigliano i dot al dietilenglicole Alcuni sono di aziende europee, cinque italiani Gli Usa ora S€onsigliano i dot al dietilenglicole DAL NOSTRO INVIATO VERONA — Portata dal dottor Mario Castagna, responsabile per l'area degli Stati Uniti dell'Ice', l'Istituto Commercio Esterno, è rimbalzata al ventesimo Vinitaly di Verona la notizia proveniente da New York, secondo la quale il Bureau of alcol, ente federale americano, ha scoperto dietilenglicole in alcuni vini europei, tra cui cinque italiani. Non è una scoperta nuova, già nei mesi scorsi furono indicati dallo stesso ente una novantina di vini di vari Paesi contenenti la stessa sostanza che l'America non ammette nemmeno in tracce, mentre invece l'Italia consente in misura, ovviamente, molto ridotta. Il Bureau of alcol non blocca 1 vini, ma sconsiglia di consumarli, il che equivale ad un divieto. Le cinque ditte italiane (l'elenco viene da altra fonte, non dal funzionario dell'Ice) sono la toscana Frescobaldi con il Pomino Doc '83, la romagnola Fattoria del Paradiso con il Vigna dello Spungone '83, le piemontesi Barra Gattinara di Guido Barra e figlio del '78, la Chiola Barolo Doc '71. la Valenti Dolcetto d'Alba Doc 84 e la Valenti Chardonnay '84. La notizia ha diffuso al Vinitaly un nuovo senso di preoccupazione perché viene ad aggiungere allarme su allarme. Ma siamo a livelli enormementi diversi da quelli del metanolo. Qui al Salone è presente per un convegno il professor Aureliano Amati, ordinario delle Industrie agrarie presso l'Università di Bologna, che insegna specificatamente enologia. Gli abbiamo chiesto delucidazioni su questo dietilenglicole. 'In passato — ha detto — austriaci e tedeschi lo usavano come ammorbidente, per modificare il gusto del vino, renderlo più vellutato al palato; e ne immettevano quantità rilevanti, addirittura grammi per litro, dosi cioè che possono avere anche\tossìdtà per l'organismo umano». ' ' 'Poteva anche essere usato come antifermentativo, unito ad altre sostanze, per contenere la trasformazione del glucosio in alcol. Nei vini italiani ne sono state trovate, in passato, come probabilmente nel caso attuale, dosi enormemente più basse, dell'ordine di milligrammi per litro e in vini di alto pregio. Noi, all'università di Bologna, abbiamo svolto analisi chimiche ed abbiamo trovato che questo dietilenglicole è un prodotto usato da molte industrie manifatturiere come diluente, fluidificante e come supporto». r. 1.

Persone citate: Chiola, Frescobaldi, Guido Barra, Mario Castagna

Luoghi citati: America, Bologna, Gattinara, Italia, New York, Stati Uniti, Usa, Verona