Servizio antifrode della Cee e controllo sull'uso dei fondi di Fabio Galvano

Servizio cmtifrode della Cee e confrolle sull'uso dei fendi Precise indicazioni del Parlamento di Strasburgo per la tutela alimentare dei consumatori Servizio cmtifrode della Cee e confrolle sull'uso dei fendi Condannato il «crìmine dei manipolatori» ma non c'è stata la caccia alle streghe DAL NOSTRO INVIATO STRASBURGO — Un processo al vino Italiano? No. DI fatto non c'è stato neppure dibattito. Senza discuterla, e limitandosi a una secca votazione per alzata di mano, il Parlamento europeo ha approvato ierm a Strasburgo una mozione che propone da una parte l'istituzione di un servizio antifrodi comunitario, dall'altra un'indagine sull'eventuale uso di fondi Cee da parte dei sofisticatoli. Condannando senza-riserve «2'adone criminosa di manipolatori sema scrupoli', il Parlamento europeo poteva scatenare ieri un'altra «caccia alle streghe» sull'onda di sdegno di quel bubbone per ora tutto italiano del vinokiller; si è invece limitato, votando la risoluzione unificata che combinava i documenti redatti dal vari gruppi politici, a. chiedere una serie di controlli volti a « garantire l'effettiva tutela dei consumatori', a « tranquillizzarli*. Da Strasburgo è venuta, tutto sommato, un'Iniezione — o un sorso — di fiducia: con un appello ai produttori vitivinicoli a •vigilare affingile la genuinità della loro produzione non venga perduta». Quella del servizio antifrodi non è che una delle mi sure raccomandate dagli cu roparlamentari. Alle autorità nazionali, analogamente, essi chiedono di 'assicurare adeguati e reali servizi antisofisticazione', di ^organizzare un servizio di controlli (...) in modo che in futuro simili drammatici episodi non possano più verificarsi'. Alla Commissione Cee, invece, si chiede di agire per 'eliminare dal mercato i prodotti sospetti», al fine di 'impedire ogni ingiustificata azione di limitazione delle importazioni e quindi del consumo di vino< Adottando tali misure l'Europarlamento non ha fatto che ricalcare quanto l'Italia, nella morsa di questa, tragedia, aveva già fatto nelle scorse settimane: Ma l'Europa va oltre: chiede, per esempio, un'armonizzazione delle norme a livello europeo, nonché procedure uniformi nei sistemi di analisi nazionale; è come se dal dramma del vino al metanolo la Cee volesse trarre un insegnamento da applicare a ogni al tro campo alimentare. Di fatto, nel quadro della tutela del consumatore, il Parlamento europeo ha auspicato un'effettiva educazio ne al consumo, che incominci dalla scuola dell'obbligo; ha invitato a una maggiore trasparenza nell'etichettatura di tutti i prodotti alimentari; ha Invocato uno snellimento dei sistemi giuridici per consentire ai consumatori un più facile accesso alla giustizia. Per quanto riguarda la possibilità di frode anche ai danni della Cee, e la richiesta di un'indagine, era chiaro il ri¬ ferimento alle dichiarazioni fatte mercoledì dal soclmlista olandese Plet Dankert, secondo il quale le frodi vinincole In Italia, nel 1984, potrebbero essere costate alla Comunità 150 miliardi di lire. Con riferimento al vino al metanolo, egli si era domandato se non vi fosse motivo di sospettare che vino 'prodotto artificialmente in Italia' non fosse destinato a essere distillato a spese della Comunità. Ieri l'Europarlamento si è domandato se «taluni finanziamenti' non siano stati dirottati da una produzione vinicola gonfiata artificialmente; e nei corridoi si suggeriva che i dati per il 1985 potrebbero essere ancora più sorprendenti. Fabio Galvano

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