Restauro pubblico per la «Giuditta»
Restauro pubblico per la «Giuditta» In cantiere l'opera di Donatello Restauro pubblico per la «Giuditta» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FIRENZE — Lo hanno definito un «restauro a cielo aperto». Si tratta di quello della statua in bronzo della Giuditta e Oloferne, realizzata da Donatello tra il 1455 e 11 1460. Per la prima volta, infatti, il restauro di un'opera d'arte di questo valore potrà essere seguito direttamente dal pubblico. La statua della Giuditta fu ordinata a Donatello da Cosimo de' Medici per metterla nel giardino di via Larga, Nel novembre 1494, dopo la cacciata della famosa famiglia fiorentina dalla città, la Giuditta fu sistemata in Piazza della Signoria, davanti all'ingresso di Palazzo Vecchio, diventando il simbolo della Repubblica. Qualche anno dopo, nel 1504, la statua fu spostata di qualche metro e al suo fianco venne messo il Davide di Michelangelo. Successivamente fu sistemata sotto la Loggia dei Lanzi per tornare, agli inizi del '900, davanti all'ingresso del Palazzo Comunale. E il è rimasta fino al 19B2 sfidando le intemperie senza troppi problemi, ma cominciando a mostrare cedimenti di fronte all'inquinamento atmosferico e agli escrementi del piccioni che da sempre affollano Piazza della Signoria. Ci si accorse che la superficie del bronzo cominciava a presentare Incrostazioni e annerimenti e le dorature erano ormai scomparse sotto una patina di smog. Il Gabinetto di restauro di Firenze, che è uno dei più importanti d'Italia, non aveva però 1 sofisticati macchinari necessari per l'analisi della struttura' e l'individuazione del danni. Cosi l'unica soluzione adottata fu quella di mettere la statua al riparo, all'interno di Palazzo Vecchio nella camera dove dormiva Cosimo de' Medici. Sono dovuti passare quattro anni per arrivare al restauro della Giuditta cui, finalmente, il via è stato dato proprio in occasione delle celebrazioni per 11 6° Centena¬ rio della nascita di Donatello che è uno dei più importanti appuntamenti per Firenze Capitale Europea della Cultura. Il presidente della Banca Toscana Giuseppe Bartolomei ha annunciato lo stanziamento da parte del suo Istituto di Credito di 130 milioni che serviranno in parte per l'acquisto dei macchinari necessari alle analisi preliminari al restauro e in parte alla costruzione di una copia che riprenderà il posto dell'originale all'ingresso di Palazzo Vecchio. ./ nostri strumenti sono rimasti più o meno gli stessi da 20 anni, dai tempi dell'alluvione — afferma la direttrice dell'Opificio delle Pietre Dure, di cui fa parte il Gabinetto di Restauro, Anna Maria Forlani Tempesti — e si sa quanto gli sviluppi della tecnologia rendano superati in breve tempo anche i macchinari più modernU. Apparecchiature, come quella per la cromatografia ionica, che chiunque ora potrà vedere al lavoro. Nei giorni scorsi, nella Solatta al terzo plano di Palazzo Vecchio, è stato allestito il laboratorio nel quale la Giuditta verrà restaurata. Si eviterà cosi alla statua un ulteriore spostamento di.sede. Francesco Matteini
Persone citate: Anna Maria Forlani, Francesco Matteini, Giuseppe Bartolomei
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