Londra piange a teatro la peste Aids

Londra piange a teatro la peste Aids NEL PIENO DI UNA CAMPAGNA SUI RISCHI DELLA MALATTIA Londra piange a teatro la peste Aids LONDRA — Pino a qualche mese fa l'Aids era una malattia degli Stati Uniti: 2 milioni di americani infetti, 17.000 decessi ufficiali (solo 2000 in Europa). Adesso è arrivata in Inghilterra, come un fenomeno di cultura, di informazione, di costume. Tutti 1 giornali nazionali inglesi hanno pubblicato un'intera pagina di pubblicità a spese del Department of Health and Social Security: •Anche voi correte il rischio di essere contagiati dall'Aids*. La pubblicità, statale non solo dettaglia 1 rischi del contagio, ma cerca anche di prevenire il panico, le follie dell'Ignoranza che trasformano 1 malati di Aids in appestati. In marzo la Bbd aveva dedicato alia malattia un'ora di Horleon, 11 suo programma scientifico più prestigioso. Interviste, informazioni, dettagli didattici. Le conclusioni erano, come al solito, deprimenti: •Non c'è cura, in effetti non sappiamo niente del virus in questione e l'unica cosa sicura è che ci troviamo di fronte a un'epidemia di proporzioni gigantesche*. Il programma è stato trasmesso due volte. Al teatro Royal Court è andato In scena il testo americano The normal heart (Il cuore normale, dalla poesia di W. H. Auden «... Whut mad Nifinsky wrote I about Diaghilev i is trae of the normal heart....) che registra il tutto esaurito ogni sera e che ha fatto scaturire fiumi d'inchiostro plaudente a tutti (o quasi) 1 critici teatrali. E' naturale che il problema, la malattia, la «peste», come la chiamano più familiarmente (la parola Aids ha un suono scientifico e ambiguo) sia alla ribalta, richiami attenzione e paura. Il Times, 11 Quardian tengono il pubblico al corrente sul nuovi vaccini, 1 nuovi decessi. Oli «altri» e cioè quelli che non sono né tossicodipendenti ne omosessuali, non si sentono più tanto sicuri: sono stati informati del fatto che la seconda ondata dell'epidemia attaccherà anche loro. Cosi che il grido di protesta contenuto in The normal heart forse era valido tre anni fa, quando è stato scritto, ma non nell'aprile del 1085 quando 6 stato dato per la prima volta a New York e tanto meno oggi a Londra. Il testo di Larry Kramer nel primo atto consiste più o meno in una sfilza didattica di dati informativi appiccicati alle labbra di un paio di protagonisti. Nel secondo, una lacrimosa morte melodrammatica — tipo quella di Violetta Valéry nella Traviata (presso il letto del morente, all'ospedale, c'è persino una scena di riconciliazione tra i due fratelli, quello omosessuale e quello convenzionale) — strappa lacrime alla buona meta del pubblico, giovani di tutti 1 tipi, non solo omosessuali. Il cuore normale attraverso le parole di Ned Weeks, attivista gay, ebreo e scrittore, proclama che nessuno osa parlare della malattia, che la gente ne ha vergogna. C'è'anche 11 tema della comunità omosessuale che non viene riconosciuta dal resto della società. Questa, naturalmente, è una lamentela senza risposta, anche perché non tutta la comunità gay vuole essere riconosciuta come normale: ed ecco difatti che si traveste da «diversa» come altri gruppi sociali che vogliono reclamizzare il loro essere distinti. La storia di II cuore normale è totalmente autobiografica, come ha detto Larry Kramer in una intervista al Times. E' 11 primo scritto dall'interno, e cioè da un omosessuale. Il resto della società non è toccato dalla nozione del flagello, dalla sofferenza, mentre la paranoia consuma 11 protagonista. L'inerzia del mondo politico e del giornalismo (dice 11 testo) diventa indifferenza, gli omosessuali sono i paria della società contemporanea. L'Aids è un fattore politico (dice il testo), l'ondata di indifferenza è simile a quella che gli ebrei americani provarono quando vennero a conoscenza dell'olocausto hitleriano. Kramer attacca anche la mancanza di rabbia nel movimento gay, come Ned lo fa dal palcoscenico. Come Ned, l'autore ha fatto infuriare, condannando la promiscuità dei bar, dei bagni pubblici, di Fire Island. La causa è impopolare. Ned, che sulla scena è interpretato dal famoso Martin Sheen, l'attore di Apocalisse (un cattolico, padre di quattro figli, pacifista) perde le sue battaglie. Ma l'attore (tutto il cast è americano) non rende vero il personaggio di un uomo antipatico, che non riesce a fare amici, è troppo «divo». , In effetti, insomma, questo è un testo scontato: i giornali, la televisione e la gente parlano della malattia. E questo è cosi vero che il regista Michael Lindsay-Hogg porta avanti l'azione in una camera interamente coperta di scritte cubitali riprodotte dai giornali, tutte sull'Aids. E forse il successo è dovuto alla semplicità del messaggio e al fatto che sia cosi scontato. Anche insultare l'amministrazione Reagan è ormai un luogo comune, specie da un palcoscenico. Gala Servadio Londra. Martin Sheen in una scena di «The Normal Heart»

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