Horowitz a Mosca dopo 61 anni Emozionato? «Niente affatto»

Horowitz a Mosca dopo 61 anni Emozionato? «Niente affatto» Il grande pianista prova il concerto di domenica Horowitz a Mosca dopo 61 anni Emozionato? «Niente affatto» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Allegro, sorridente, in ottima forma, Vladimir Horowitz è accolto con applausi affettuosi dai giornalisti sovietici e stranieri che lo aspettano nella sala Rakhmaninov del Conservatorio, dove oggi proverà il concerto di domenica prossima. Lo accompagna la moglie, Wanda Toscanini, che non esita, qualche volta, a rispondere per lui. Per esempio: qualcuno chiede al pianista se ricorda quanto scrisse nell'autobiografia a proposito della Russia ('•-Non voglio tornarci, non mi place l'approccio russo alla musica, all'arte, a niente. Laggiù ho perso la famiglia, non voglio tornarci e non lo vorrò mal»/ La moglie lo precede: «Ha cambiato idea», dice, e fa cenno di voler cambiare anche argomento. Lui ci insiste, invece, parlando un po' in inglese un po' in russo: «Era tanto tempo che volevo fare un viaggio in Urss, ma gli impegni e le malattie fino¬ ra me l'avevano impedito, la visita veniva sempre rinviata. E il tempo, si sa, passa cosi in fretta...». Ora che c'è, è emozionato di dover suonare per un pubblico russo? «No, non mi Importa dove suono, Mosca o New York per me è lo stesso». Lei, però, resta l'ultimo fenomeno del pianoforte classico russo: «Macché, 11 mio non è né russo né internazionale, è mio e basta». £ gli altri? Chi ritiene sia il più bravo, tra gli altri pianisti? «Non li sento mai, i pianisti d'oggi. Non li conosco. Forse il più bravo è In questa sala, adesso.. £ qui con che pianoforte suonerà? «Con 11 mio, a scanso di sorprese». Uno strumento eccezionale? «Uno strumento assolutamente qualsiasi, potete provarlo tutti quanti, se volete. Ma ci sono abituato, meglio non cambiarlo». Quando (asciò l'Urss, sessantun anni fa, deluso delle crescenti difficoltà che la cultura e l'arte stavano incon¬ trando nel Paese, Vladimir Horowitz aveva ventanni. Suo padre menti alle autorità, riuscì a far credere che era più giovane: gli evitò il servizio militare e gli fece ottenere un visto di sei mesi per la Germania. Di lì, il giovane Vladimir sarebbe partito poi per gli Stati Uniti: in tasca aveva l'equivalente in rubli di cinquecento dollari. Ma nascosti tra gli abiti, tutti l soldi che gli riuscì di metterci: aveva già deciso dì non tornare più in patria. In Urss ha ritrovato la nipote Lena Dolberg: non la vedeva da quando, nel'25, lasciò Leningrado. E un altro nipote, che vive a Kharkov. «Gli unici parenti che mi sono rimasti, in tutto il mondo — ha ripetuto ieri —. Avevo tanti amici: chissà se sono ancora vivi... certo, saranno molto vecchi». Il suo aspetto, invece, è ottimo davvero. Il suo segreto? «Non mangio carne, ma solo pasce- e pollo. Non fumo e non prendo medicine. Mai». e. n.

Persone citate: Horowitz, Lena Dolberg, Vladimir Horowitz, Wanda Toscanini