L'America lancia un ponte agli alleati

^America lancia un ponte agli alleati La Casa Bianca avverte i pericoli della frattura politica con l'Europa ^America lancia un ponte agli alleati «La proposta di collaborazione contro il terrorismo è un segno positivo» - «L'Urss non aiuta a risolvere la crisi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON —, Sulla scia di quello che, per il momento, sembra il fallimento della loro «Operazione Eldorado* contro Gheddafi — il Colonnello è ancora vivo e al potere — gli Stati Uniti hanno ieri porto il ramo d'ulivo all'Europa. Di fronte all'inquietante bilancio politico che incominciano a trarre non solo gel mondo 'arabo (l'ondata terroristica di ièri) ma anche nei rapporti con l'Urss, inseritasi fulmineamente nel loro braccio di ferro con la Libia, Washington ha deciso di risanare innanzitutto la ferita apertasi nella Nato. Il commento del Dipartimento di Stato sulla riunione di Parigi è stato assai diverso dal coro di critiche levatosi al Congresso contro l'Europa nei giorni scorsi. «Le misure prese dalla Cee — ha dichiarato il portavoce Kalb — e la sua proposta di collaborazione contro il terrorismo sono segni positivi... Ovviamente, noi vogliamo che la collaborazione con i nostri alleati e gli altri Paesi colpiti da questa piaga sia la più stretta possibile*. Nonostante la mossa conciliante del governo Reagan, gli strumenti e gli obiettivi della lotta antiterroristica che propone restano assai diversi da quelli dell'Europa. Scrivendo ieri della sua «profonda insoddisfazione personale* per la condotta della Cee, il New York Times affermava che al vertice delle sette potenze industriali a Tokyo, ai primi di maggio, il Presidente presenterà un duro documento per •un'azione collettiva contro i terro¬ risti*. Lo stesso Reagan, commentando l'assassinio dei tre ostaggi inglesi in Libano, ha dichiarato che «si tratta di una tragedia... che richiede che facciamo fronte comune*. Il Presidente ha mantenuto un gelido riserbo sulla riunione di Parigi: ai giornalisti che lo tempestavano di domande ha ribattuto «No comme.it, non rispondo più*.. Un passojjj&yjjift' importante, comunque", Washington lo ha compiuto: è l'ammissione che l'isolamento, accettabile sul piano militare, non lo è più sul piano politico. Kalb si è persino preoccupato di ridimensionare gli appunti mossi alla Francia dal ministro della Difesa Weinberger per il suo rifiuto di lasciare passare i bombardieri F-lll nel suo spazio aereo: «/ francesi condividono il nostro obiettivo di sradicare il terrorismo anche quando non sono d'accordo sui mezzi da impiegare —ha detto_—,<Ano^. jejrizi segrer ti hanno lavorato insieme alla prevenzione di un attentato a Parigi due settimane fa, salvando molte vite uma¬ ne (agenti libici volevano attaccare la gente in coda per 1 visti al consolato americano, ndr). I francesi hanno tenuto a bada Gheddafi nel Ciad per anni, e lo hanno ammonito che i Paesi del Sud Europa reagiranno a suoi eventuali attacchi*. Ri avvicinandosi alla Cee, gli Stati Uniti sperano di raggiungere altri obiettivi, oltre a' quello di formare quadrato contro la Libia. Uno è di avvicinare le nazioni arabe moderate e quelle dell'Est europeo, in particolare la Jugoslavia e la Romania, per allargare la rete in cui far cadere i terroristi, e al tempo stesso per riallacciare il dialogo sul palestinesi. L'altro è di impedire che l'Urss strumentalizzi i contrasti in seno alla Nato, e accresca la sua penetrazione nel Mediterraneo, Ha accennato al primo plinto la Casa Bianca, commentando favorevolmente un Idea discussa dal ministro degli Esteri tedesco Gensher con Reagan, l'altro ieri. E ha parlato del secondo Kalb, condannando la condotta sovietica negli ultimi giorni: «Il fatto che l'Urss appoggi Gheddafi e le sue azioni irresponsabili, e che lo riarmi, non aiuta certo a risolvere la crisi*. L'altro ieri. Shultz ha ammesso che, annullando 11 loro incontro in programma a metà maggio, il ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze ha reso più difficile il vertice tra Reagan e Gorbaciov: il Pentagono ha colto la palla al balzo per chiedere a Reagan di non rispettare i limiti al riarmo imposti dal trattato Salt-2. Ieri, i portavoce della Casa Bianca Speakes e DJierejan hanno accusato apertamente la Libia di fomentare i torbidi in Sudan, e Abu Nidal di essere l'assassino dei tre ostaggi Inglesi in Libano. Il New York Times ha scritto che gli Stati Uniti temono che il Sudan diventi un altro Iran, dominato dagli integralisti islamici e dai gruppi terroristici. Se cosi fosse, Reagan potrebbe precipitare nella stessa situazione di Carter del '79-flO, quando venne presa in ostaggio l'intera ambasciata a Teheran, e. c.