Pigino in lacrime vuota iI sacco di Claudio Giacchino

Pigino in lacrime vuota II succo TOTONERO Cominciati a Torino gli interrogatori degli indiziati mentre a Napoli esplode un clamoroso caso Pigino in lacrime vuota II succo Il viceallenatore della Pro Vercelli, sconvolto, ammette: «E' vero, ho lavorato per truccare partite, soprattutto a favore della Cavese» - E fa i nomi di giocatori e squadre: lo scandalo si allarga - Per la squadra campana era stato varato un vero piano di investimenti - Nelle intercettazioni si parla di partite come Udinese-Pisa e Como-Samp / Samp-Como TORINO — Il vice allenatore della Pro Vercelli, Antonio Pigino, si confessa con il giudice. -E' vero, ho "lavorato" per truccare partite soprattutto per fare venire in A la Cavese nei due campionati '82-83 ed 83-84 in cui la società di Cava dei Tirreni militava nei cadetti. Ho contattato molti calciatori per cambiare il risultato di certi incontri. I giocatori sono... indossavano la maglia di queste squadre..... E giù i nomi: quattro o cinque sono nuovi per l'inchiesta sul colossale scandalo del football scoperto dalla magistratura torinese. Gli inquirenti ammettono: «Nelle telefonate intercettate ci sono anche le voci dei general manager di Bari ed Udinese, Tito Corsi e Franco Janich. Allodi? Nei nastri si parla molto spesso di lui, e con ricchezza di particolari'. Nella montagna di conversazioni registrate ce n'è una relativa alla partita UdineseRoma (0-2) della seconda giornata del girone di ritorno (gennaio scorso): -Solo una vittoria dei friulani ci avrebbe fatto guadagnare. Però, per organizzare la combine ci sarebbe voluto un altro arbitro, non quello che hanno mandato-. Un'altra conversazione riguarda Torino e Juventus. Non si potrebbe vedere di agganciare qualcuno delle due squadre, sarebbe un bel colpo-. -No, non abbiamo agganci, inoltre è troppo pericoloso. Eppoi, non ci gira già bene così?-. Sono le novità dell'inchiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Torino Giuseppe Marabotto sulle corruzioni del mondo del calcio: architettate, secondo l'accusa, per violare la legge che dà allo Stato 11 monopolio dei concorsi pronostici e per favorire vincite sbalorditive al totonero. Gli interrogatori degli arrestati — Si sono iniziati ieri pomeriggio. In una stanza al primo piano della questura. Marabotto ha sentito per tre ore Antonio Pigino. 35 anni, torinese, una carriera di portiere consumatasi in B nella Sambenedettese ed in alcune società di C. tra cui la Cavese, e sfociata nell'incarico di allenatore in seconda alla Pro Vercelli. In questa grigia carriera, una breve parentesi di gloria: nel campionato '7475 Pigino detto il «Russo» difese la porta del Torino per alcune partite, sostituiva l'ai- lora titolare Castellini. Esordi contro la Juventus, il derby fini 0-0. Frastornato da quattro giorni di isolamento in camera di sicurezza, difeso dall'avvocato Giampaolo Zancan. Pigino è uscito dall'interrogatorio in condizioni pietose. Piangeva, si copriva il volto con la giacca, due agenti lo sorreggevano. Il viceallenatore ha detto: •Sapevo che sulle partite "combinate" c'era chi giocava e realizzava grosse vincite al totonero. Io, però, non ho mai giocato, e non ho mai preso una lira. Quello che ho fatto l'ho fatto soltanto perché speravo alla lunga di ottenere benefici in termini di lavoro: cioè, di avere qualche buon ingaggio come trainer. In tal senso, qualcosa m'era stato promesso-. Sui nomi nuovi di calciatori e squadre citati da Pigino massimo riserbo del magistrato. Silenzio totale su tutto l'interrogatorio pure da parte dell'avvocato Zancan: «Dico solo che l'imputazione di associazione per delinquere mi sembra alquanto discutibile-. Dopo Pigino 'è stato interrogato Santo Moriggi. 34 anni, arrestato domenica sera a Cìnisello Balsamo dove conduce insieme al fratello Angelo (anch'egli inquisito ma a piede libero) un negozio di tessuti. Moriggi. assistito dall'avv. Mussa, è rimasto sino a tarda ora davanti a Marabotto. Le ammissioni di Antonio Pigino allargano quindi i già larghi contorni dello scandalo e confermano che i boss del totonero erano interessati pure al discorso-promozione di determinate squadre. Il caso più clamoroso è rappresentato proprio dalla Cavese. Gli inquirenti hanno scoperto ,un vero, e, proprio programma con tanto di investimenti, soldi cioè da dare a giocatori e arbitri presunti compiacenti, per fare passare la società campana in A e, quest'anno, per farla tornare in B. Salendo di categoria una squadra beneficia di contri buti federali più sostanziosi la Cavese avrebbe ricevuto dalla federazione non più poche centinaia di milioni ma un paio di miliardi. Le telefonate intercettate — Numerose riguardano proprio le «promozioni da aiuta¬ re». In una si dice: -Bisogna far promuovere la Cavese, si, come s'è fatto per il Vicenza d'anno scorso sbarcò tra i cadetti, il suo presidente Dario Maraschin. il direttore sportivo Pezzato e il centrocampista Cerini sono tra gli inquisiti, ndr); in un'altra si ascolta: -Se quelli sono promossi beccano due miliardi. Trecento milioni sono per noi-. Altre chiamate rivelano invece: «Per truccare un risultato abbiamo pagato quello là 3 milioni, l'altro invece ha preteso il massimo, 15 milioni-. -Il tale prima di scendere in campo mi ha telefonato proprio adesso dagli spogliatoi, ha assicurato che lui ed i compagni non fanno scherzi, sono decisi a perdere, hanno scommesso anche loro sulla propria sconfitta-. Le partite menzionate nelle intercettazioni sono un nugolo. Tra cui per la A in questo campionato: UdinesePisa 1-1, Como-Sampdoria 22 e Samp-Como 0-0. Claudio Giacchino 11 sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Marabotto