Universitari in castigo

Universitari in castigo Gli iscrìtti negli atenei torinesi denunciano gravi disfunzioni Universitari in castigo In ritardo i servìzi previsti dal Diritto allo studio - Spesso gli studenti sono costretti come sardine, eppure ci sono spazi inutilizzati - Spreco di materiale, mense carissime Sotto accusa Comune e Regione che dall'80 sono subentrati all'Opera universitaria Università e Politecnico hanno circa 53 mila iscritti, il 60 per cento dei quali risiedono fuori città. Per agevolare i più bisognosi (basso reddito familiare) e 1 più meritevoli (profitto scolastico) la pubblica amministrazione deve, per legge, erogare benefici e servizi compresi sotto la voce •diritto allo studio». Si tratta di assegni e borse di studio, esenzione dal pagamento delle tasse, residenze e contributi per le mense. Quanti studenti ne beneficiano, quanti e di che qualità sono i servizi disponibili, come funziona la gestione affidata a Regione e Comune? Un sopralluogo in alcuni centri predisposti dagli enti pubblici può dare un'idea del livello di arretratezza culturale e amministrativa in materia di «politica universitaria». Prima tappa, il Centro poliservizi di via Pietro Giuria 7. Siamo a ridosso di corso Marconi, alle spalle di Torino Esposizioni. Al n. 7 si accede attraverso una scaletta che dà nel seminterrato. E' un brulicare di studenti. A prima vista sembra di essere in un college americano: mensa, grande aula-studio divisa da vetri insonorizzati, biblioteca meccanizzata e collegata col centro di calcolo, moderne apparecchiature per lo studio delle lingue, 11 bar, le uscite di sicurezza. Qui gravitano le migliala di studenti delle attigue facoltà scientifiche. •Certo che è bello — commentano i giovani —. Peccato che slamo come le sardine in scatola: ci camminiamo addosso». Eppure, lo spazio non manca. Indicano una porta sempre chiusa: .Dietro quella porta ci sono 2 mila ma inutilizzati: Chi ha varcato quella soglia si è trovato davanti a una scena da «pirone infernale^, come l'ha definito di recente il consigliere regionale Franco Ferrara, prl. Locali invasi da macchinari arrugginiti e polverosi, di proporzioni industriali: rulli, lavaverdure, forni, celle frigorifere e attrezzature idonee a preparare pasti per un esercito. In un angolo, accatastati. decine di computers e tastiere. Da 4 anni questo patrimonio, valore di miliardi, giace inutilizzato e dimenticato. Motivo? Un assessore, 4 anni fa, ha deciso che questa parte del centro poliservizi non entri in funzione. Seconda tappa del viaggio: collegio universitario di piazza Cavour 5. Palazzo del Settecento, ristrutturato, 202 posti disponibili, 4 camere singole, 28 doppie. 29 triple, 10 quadruple, 3 quintuple. Perfino la legge di riforma carceraria consiglia di non recludere più di tre ospiti nella stessa cella. Nel collegio universitario, si arriva a 5. C'è da meravigliarsi della puzza, dei rumori, dell'invivibilità? Molte camere sono libere, abbandonate dagli studenti dopo pochi giorni di soggiorno per le precarie condizioni d'igiene. Terza tappa: le mense. Ce ne sono 4 per gli universitari. In via Principe Amedeo 48, corso Lione 24, via Madama Cristina 83. via Gallìari 30. Potrebbero distribuire 4500 pasti il giorno. In realtà, l'anno scorso la media giornaliera di utenti è stata di 1504. Ogni pasto è costato circa 25 mila lire, quota pagata per un quarto dagli studenti Perché un costo cosi elevato e un numero cosi basso di utenti? «Disorganissaetone gestionale e cibo troppo scadente- è la lamentela generale. La quarta, la quinta, l'eri nesima tappa del viaggio at traverso le disfunzioni nel pianeta «diritto allo studio» potrebbero toccare i punti d'incontro che non ci sono, i servizi informazioni che funzionano malamente come le biblioteche e il «prestito libri». Il tutto è riconducibile alla scarsa attenzione, ai colpevoli ritardi di amministratori comunali e regionali che dall'80 (da quando, cioè, hanno le competenze ereditate dall'ex Opera Universitaria) si sono occupati di servizi per gli universitari. Il «diritto allo studio» è diventato il -diritto allo spreco, all'incompetenza e all'imprevidenza-. Guido J. Paglia

Persone citate: Franco Ferrara

Luoghi citati: Torino