All'appuntamento c'è il killer consulente ucciso a Bologna

All'appuntamento c'è fiJ killer consulente u€€Ìso a Bologna Misterioso delitto a mezzanotte in un viottolo di periferia All'appuntamento c'è fiJ killer consulente u€€Ìso a Bologna BOLOGNA — Un consulente finanziario di Rimini è stato ucciso nella notte di martedì all'estrema periferia di Bologna. Delitto senza testimoni, un giallo che appare difficile da risolvere, con un uomo, Maurizio Valliceli!, che parte da Reggio Emilia per un appuntamento a Bologna e finisce ucciso In un viottolo di periferia. Poco dopo la mezzanotte scatta l'allarme alla centrale operativa della questura. Telefona una donna, non dice il nome. «C'è un uomo morto in via Ardigò». E' una strada di periferia, costeggia un prato. Il cadavere viene trovato in un viottolo sterrato che parte alla fine della strada: è nascosto da un cassonetto dei rifiuti. Sul selciato, dove via Ardigò si trasforma In viottolo, ad una decina di metri di distanza dal corpo, alcune macchie di sangue. Sono macchie fresche, il delitto è stato compiuto quindi poco prima della mezzanotte. Partono le ricerche per controllare l'identità dell'uccìso: è Maurizio Valliceli!, 35 anni, abitava a Rimini. E' so¬ cio di un'azienda di importexport, la «Intraco» di Reggio Emilia. Quindi si ricostruisce il modo in cui Valliceli! è stato ucciso. Dai primi rilievi della «scientifica» si stabilisce che è stato colpito da una pallottola di pistola alla tempia destra. Un colpo a bruciapelo, morte istantanea. Vallicelli, secondo una prima ipotesi elaborata dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Rosario Basile, era partito alle 17 di martedì da Rimini a bordo della sua auto, una «Volvo» targata Reggio Emilia. Aveva raggiunto Bologna. Qui avrebbe dovuto incontrare, in serata, due persone, una delle quali gli avrebbe dovuto chiedere, a quanto risulta, un prestito. L'incontro però non c'è stato. I due, uno dei quali era amico di Vallicelli, sono stati interrogati dagli inquirenti, ma nei loro confronti non sono stati presi provvedimenti. Vallicelli aveva avuto rapporti di lavoro con una società di finanziamenti perso¬ nali e tuttora si occupava di consulenze finanziarie. E' in questa direzione che si muovono gli inquirenti. Ma altri punti sono da chiarire, oltre i rapporti di lavoro che Vallicelli ha avuto. Intanto è da ritrovare l'auto, scomparsa. L'ha nascosta l'assassino (o gli assassini)? O Vallicelli l'ha lasciata da qualche parte? E ancora: è stato ucciso in auto? Di certo il cadavere è stato trascinato a terra per una decina di metri. Lo confermano le tracce sullo sterrato, le macchie di sangue, gli strappi ai pantaloni della vittima. Ma potrebbe anche essere stato colpito fuori dall'auto e poi trascinato dietro il cassonetto dei rifiuti. Per ora sono interrogativi senza risposta. Maurizio Vallicelli era sposato con Maria Francesca Sgubbi, che appartiene ad una famiglia di industriali molto nota nel Riminese. Fino a due anni fa si occupava della conduzione di un' azienda di calce plastica a Torriana, poi ceduta per difficoltà economiche. Attualmente era socio accomanda¬ tario della' «Intraco - International Trading Company» di Reggio Emilia, società che risulta costituita nel 1980, con compiti di esportazione e assistenza agli operatori stranieri. Gli inquirenti hanno interrogato anche una donna di Reggio Emilia, legata da amicizia alla vittima. Non si sa se la donna interrogata è Loretta Bianchi, la fondatrice della «Intraco». Trentun anni, nel gennaio del 1985 aveva presentato con un gran gala al quale avevano partecipato anche autorità cittadine e, come ospite, il principe arabo Ben Aziz, l'.Imperial Falcon Club» che fini conglobato nella «Intraco». L'«Imperlal» era stato presentato come una sorta di associazione che doveva dare impulso all'espansione di Reggio Emilia come centro commerciale europeo. Ma l'iniziativa si rivelò poi un bluff: al sontuoso gala non segui nulla, se non la recente comparizione della «Imperiai» sul bollettino dei protesti per una somma di poco superiore al 4 milioni, r. s.