I dirottatori misero la «Lauro» in rotta verso casa, cioè la Libia di Vincenzo Tessandori

I dirottatori misero la «Lauro» in rotta verso casa, cioè la Libia Depositata l'ordinanza di rinvio a giudizio per quattordici imputati I dirottatori misero la «Lauro» in rotta verso casa, cioè la Libia Così indicava il piano di riserva e cosi fecero dopo il rifiuto della Siria - Sono accusati di sequestro, omicidio, banda armata DAL NOSTRO INVIATO GENOVA — .In Libia, come a casa propria*. Se qualche cosa fosse andata storta nel dirottamento dell'«Achille Lauro», i palestinesi erano convinti di trovare rifugio sicuro a Tripoli e sul Nord Africa fecero mettere prora alla nave appena la Siria negò loro il permesso di sbarco a Tartus. In Libia, perché questo sarebbe il Paese che offriva maggiori garanzie di ospitalità. Il piano di riserva della ■missione Lauro» prevedeva lo sbarco dei terroristi in una baia non lontana da Bengasi. L'ordine era in una lettera scritta, sembra, di pugno da Muhammad Zaidan Abbas. detto Abul Abbas, segretario generale del Pronte di liberazione della Palestina (Flp).,H documento è stato distrutto, ma qualcuno, tra i terroristi catturati, ha parlato più volte del -ritorno a casa* e l'ipotesi viene ritenuta verosimile anche dal consigliere istruttore Francesco Paolo Castellano. Il giudice ieri ha depositato l'ordinanza di rinvio a giudizio, un documento di 120 pagine che non diverge dall'opinione del sostituto procuratore Luigi Carli, il magistrato che ha condotto l'inchiesta nei convulsi giorni seguiti al dirottamento. Sono quattordici 1 rinviati a giudizio, imputati di sequestro di persona, omicidio e banda armata. Non tutti finiranno davanti alla corte d'assise: chi non è stato catturato a Sigonella sull'aereo dell'Egypt Air dirottato dai caccia statunitensi o non è stato arrestato nelle ore successive al dirottamento non verrà più preso. E' libero Abbas. il cui nome apre l'elenco di coloro che saranno prò cessati. .Le prove raccolte contro Abul Abbas sono più rime, univoche e schiaccianti per tutti gli illeciti addebitatigli*, sottolinea il giudice Forse, fra gl'inquirenti, rimane l'amarezza per aver lasciato ripartire dall'Italia il leader palestinese quando anch'egli. era bloccato sull'aereo egiziano e gli ameri cani ne invocavano l'arresto. Ma. si sottolinea, in quel mo mento le prove contro di lui non erano venute in luce e anche il rapporto Fbi, inviato tempestivamente, lo indicava come -un terrorista» senza specifici collegamenti alla vicenda «Lauro». Il progetto di sequestro e dirottamento, si dice, non sarebbe stato ignorato da Yasser Araf at. semplice;mente-quelli dell'Flp gliene .a^reJjber.Q.aarlato in termini 'distòrti.-.Abul Abbas man'è nemico di Arafat. semplicemente è uno che la vede in maniera diversa*, osservano ora alcuni inquirenti. Forse Arafat sapeva che i terroristi dovevano lasciare la nave italiana per un'«azione eroica, condotta da un «gruppo suicida» in un porto israeliano. Ma l'operazione, si sottolinea nell'ordinanza, fu poi ritenuta da Arafat tanto clamorosa guanto inopportuna*. Con Abbas, altri due vengono indicati come capi militari: Ozzudln Badartkan e Ziad el Omar, che furono figure di spicco a Beirut, negli anni della battaglia contro gli israeliani. Poi ci sono gli altri, gli assalitori della nave, coloro che portarono le armi, i fiancheggiatori. Tutti uomini del Fronte per la liberazione della Palestina che, secondo la magistratura, hanno dato vita ad una banda armata. A tutto ciò, si ripete, l'Olp sarebbe estranea. E' un vero peccato che, come hanno ammesso gl'inquirenti, le indaglnl'si siano fermate all'episodio «Lauro». Partiti dallo Yemen del Sud e dalla Siria, i mechablim si al¬ lenarono nel campo di Bachar. in Algeria, poi, alla spicciolata, arrivarono in Italia, s'incontrarono con Abdullarahim Kaled. il «contatto» genovese che aveva studiato la nave e acquistato i biglietti per la crociera. Il finanziatore dell'impresa sarebbe Abbas. Su un altro personaggio che pareva di spicco, Pilal Abu Rabah, gl'inquirenti non hanno trovato niente ed è stato prosciolto. Il processo verrà celebrato, sembra, entro luglio. I testimoni sono oltre trecento ma, si dice, soltanto dieci quelli importanti. Invano si sono attese notizie da Arafat che aveva garantito un processo ad Abbas e ai suoi. Invece di informazioni, dalla Tunisia, dove risiede il leader del- l'Olp, sono giunte richieste di notizie. E anche dagli Stati Uniti, dove viene istruito il procedimento parallelo, sollecitano informazioni. Fuori da questa vicenda processuale rimane Bassam al Àshker, uno del «commando». Non aveva 18 anni quando partecipò all'azione e lo giudicherà il tribunale dei minorenni. Giovedì 8 maggio verrà celebrato anche l'appello per le armi e gli esplosivi. Ma la vicenda «Lauro» non potrà dirsi conclusa neppure con 11 processo in corte d'assise. I carabinieri indagano ancora sui furti avvenuti nelle cassette di sicurezza durante i giorni del dirottamento. E i responsabili, si sussurra, sarebbero tutti italiani. Vincenzo Tessandori