Non basta abbracciare l'infedele di Hans Kung
Non basta abbracciare Fin fedele IL TEOLOGO KUNG PRESENTA A MILANO IL SUO ULTIMO LIBRO Non basta abbracciare Fin fedele MILANO — «Nessuna pace è possibile senza la pace religiosa», dice Hans KUng. Il teologo cita Sadat: «Il presidente egiziano lo disse al cancelliere tedesco Schmidt, parlandogli del suo progetto di riunire nello stesso santuario, sul Monte Sinai, le tre religioni del Libro». KUrig ricorda 11 viaggio di Sadat a Gerusalemme, l'improvvisa rottura del fronte dell'odio, il coraggioso superamento di pregiudizi secolari, in nome dei quali tanto sangue era stato versato. -Ecco, abbiamo bisogno di uomini di questo tipo, non del tipo di Gheddafi». Il teologo di Tubinga è venuto a presentare la traduzione italiana (di Giovanni Moretto, per la Mondadori) del suo ultimo libro: Cristianesimo e re'igioni universali. E anche a animare, per iniziativa del Goethe Institut di Milano, un dibattito sul tema: Chiesa, dove vai? KUng parla fuori dai denti, anche se poi invita a non presentare le sue parole in forma di scandalo: «Faccio critiche costruttive», dice.. In passato, questo suo parlar chiaro gli attirò addosso 1 fulmini del Sant'Uffizio: si era spinto con idee nuove sul terreno minato dell'infallibilità papalei > Il libro uscito ora in italia- no, KUng lo ha scritto in collaborazione con tre specialisti di altrettante grandi religioni universali: l'islamismo (Josef van Ess), l'induismo (Heinrich von Stietencron), il buddismo (Heinz Bechert). Sono Suoi colleglli all'università di Tubinga: dove i rapporti del cristianesimo con le tre religioni orientali sono stati esplorati attraverso lezioni dialogiche. L'esposizione dello specialista, quindi la parola al teologo cristiano. Nuovi problemi, sul fronte dell'ortodossia vaticana? No, stavolta no, dice KUng. «Io non ho mai velato i miei dissensi, dice, ma sul tema di questo libro, l'aspirazione a una Chiesa dialogante con le altre grandi religioni, c'è consenso dalle parti di San Pietro». Nei suoi viaggi, spiega, il Papa ha visto la Cristianità come minoranza: o per meglio dire come maggioranza relativa: un miliardo e quattrocento milioni, ma ci sono settecento milioni di musulmani, seicento milioni di indù, quasi trecento milioni di buddisti. E in questo libro non si parla delle religioni cinesi, o del giudaismo. Dunque il dialogo è necessario, perché soltanto sul dialogo si può fondare la pace religiosa, presupposto della pace tout court. Aperture sono in corso, precisa il teologo: ma siamo ai primi balbettamenti. «E' la situazione in cui era cinquantanni fa il dialogo fra cattolici e protestanti». Né bastano le parole, i gesti, gli abbracci, le visite, dice KUng alludendo agli spettacolari viaggi del Papa. Non basta andare in India se poi non si affronta 11 problema del controllo delle nascite. Non basta andare in sinagoga se poi non si riconosce Israele. Ma eccoci al discorso propriamente teologico. L'ecumenismo non più soltanto interconfessionale, cioè fra le conlessioni cristiane, ma interreligioso, si basa sul superamento di_ un vecchio dogma, secondo cui non c'era salvezza passibile al di fuori della Chiesa. Altrimenti, dice KUng, «che senso avrebbe un dialogo con coloro che, per non essersi convertiti, vanno lutti all'inferno?». Punti di contatto, del resto. KUng può ravvisare anche fra il cristianesimo e le religioni indiane: per esempio analizza certe analogie fra Gesù e Siddharta, il principe indiano che divenne l'illuminato, il Buddha. O gli elementi comuni fra le esperienze mistiche cristiane e induiste. Ma poi avverte: «Qui non si tratta di mirare a una religione unitaria, ma di perseguire la pace fra le.religioni». Che è obbiettivo straordinario in sé: basti pensare ai rapporti India-Pakistan. al Libano e più in generale alla polveriera de! Medio Oriente, costellata di tante micce religiose. .Secondo KUng esiste un «pregiudizio intellettualistico occidentale» in via di estinzione. Chiama cosi la convinzione, tradizionalmente diffusa nella nostra cultura laica, che le religioni non abbiano poi un'importanza decisiva nel muovere le ruote della storia. «Basta andare in giro per il mondo per capire che è vero il contrario». Ne deduce, a colpo sicuro, che.«a? paradigma moderno, ostile alla religione, sta succedendo un paradigma postmoderno del tutto diverso»: che muove verso il recupero del sacro come valore in sé. Alfredo Venturi
Luoghi citati: Gerusalemme, India, Israele, Libano, Medio Oriente, Milano, Pakistan
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