Giordano Bruno commediografo a Londra ma «il Candelaio» ha fuochi pirandelliani

Giordano Bruno commediografo a Londra ma «il Candelaio» Sia fuochi pirandelliani In scena al Pit, con la compagnia shakespeariana, il suo unico lavoro teatrale Giordano Bruno commediografo a Londra ma «il Candelaio» Sia fuochi pirandelliani LONDRA — li candelaio è l'unica commedia di Giordano Bruno, il frate domenicano, il filosofo, il poeta che venne bruciato vivo nella piazza romana di Campo dei Fiori nel 1600. E' andata in scena al Pit (la Buca), il secondo teatro londinese della Compagnia shakespeariana. E' questo uno spazio ideale per questo testo, imbevuto di Commedia dell'arte, di situazioni convenzionali. Gli scambi di persona, i travestimenti si sviluppano però in strizzate d'occhio allo spettatore che hanno dei bagliori pirandelliani. La regìa di Clifford Williams e Paul Marcus conduce l'azione in una piazza. Un portale grigio, che servi per ogni tipo di dimora e situazione, è sormontato dal motto di Giordano Bruno -In trìstitia hilaris. in hilaritate tristis-: allegro nella tristezza, triste nell'allegria. Davanti al portale si racconta la storia dei due protagonisti. Mastro Bonifacio, un candelaio ricco (Bruce Alexander) e Mastro Bartolomeo, un avaro (David Bradley). Hanno una cosa in comune, i due, vogliono quello che non hanno. Il primo, che è sposato a una bella giovane, vuole la cortigiana signora Vittoria. Il secondo, che brama solo l'oro e l'argento, ha comprato il segreto per distillare l'oro ma, quando l'apotecarìo ha terminato la polvere magica -Pulvls Christi-, capirà di essere stato gabbato. Anche Bonifacio lo è, dalla cortigiana e dalla moglie (entrambe interpretate da Mei Martin) e da decine di faccendieri, imbroglioni, mascalzoni, ladri, fannulloni. Perché, in effetti, la protagonista di questa commedia è Napoli e la sua gente, che impiega il proprio tempo pensando a come imbrogliare il prossimo. Nessuno è sincero nel Candelaio, nessuno è onesto; è un mondo di imbroglioni e imbrogliati, mascalzoni e ipocriti. Giordano Bruno si permette scherzi pericolosi, uno persino indirizzato al Papa che aveva ordinato alle cortigiane romane di abitare in un ghetto, cosi da raccoglier meglio le loro tasse. I preti, la polizia, le autorità, la burocrazia, tutto è gettato in una sordida cloaca verbale. Ma c'è un innocente, Manfurio, il tutore di latino, stupendamente interpretato da Ian Talbot. Geloso della propria dignità, felice quando recita gli avverbi latini positivi (ma anche quelli negativi, quanto gli piace numquam. per esempio!), deriso per la sua parlata (latina) che nessuno comprende, compiaciuto della propria erudizione, Manfurio è vittima dell'intera combriccola. E' lui che finisce sfruttato, malmenato, derubato, ma che raccoglie anche la simpatia del pubblico e { dell'autore. Il sedere esposto a quattro falsi poliziotti che lo malmenano per punirlo di malefatte immaginarie, Manfurio viene derubato anche della dignità, il suo grande bene che ha difeso con tanta difficoltà per tutto lo spettacolo. Improvvisamente, anche, si accorge — anzi, glielo dice . Ascanio (John Dallimore) — che c'è gente che lo sta guardando, che non è solo, che c'è il pubblico. C'è del pubblico che ha seguito le sue terribili avventure e lo ha visto umiliato, preda di sculacciate grottesche? Affranto all'idea di essere stato in una commedia e di essere un attore davanti al pubblico, Manfurio cerca di riprendersi e si slancia in una orazione, con finta allegria, chiudendo la commedia con una morale machiavellica. Per tutto il corso dell'azione questa vittima di gentaglia, di imbroglioni, di prostitute, non fa che andare incontro ai disastri, con la sua prosopopea e la sua dignità. Un po' come Giordano Bruno che, con la sua lingua e la penna accusatrice, scavò la propria tomba negli anni più terribili della Controriforma. Il Candelaio, scene di Liz da Costa, luci di Geraint Pughez, è stato ben tradotto da Frank Dotterell e Mia Dickson. Scrìtto nel 1582. fu subito messo all'indice. E' una -prima* assoluta inglese, questa, anche se Giordano Bruno era quasi di casa a Londra, dove venne invitato \da Sir Philip Sidney e proba¬ bilmente vi incontrò Shakespeare. Un filosofo simpatizzante di Erasmo era ben visto a Londra. Ma, dopo un processo che lo condannò per eresia, l'Inquisizione si vendicò per conto della società che Bruno aveva deriso. Comunque la forza dello scrìtto è più forte del fuoco, e la lingua di Giordano Bruno ancora brucia sul palcoscenico del Pit, in un testo che brilla per intelligenza ed intolleranza. Gaia Servadio Arnold Yarrow e David Bradlev in un momento del «Candelaio»

Luoghi citati: Londra, Napoli