Quando la guerra è film
Quando la guerra è film L'AQUILA D'ACCIAIO E LA LIBIA Quando la guerra è film Bombe nella notte sulla Libia. Era il tìtolo della Stampa di ieri mattina. Ma bombe su un Paese che alla Libia molto somiglia sono anche le scene d'un film in programmazione al Vittoria: L'aquila d'acciaio. E' la storia di un colonnello dell'aviazione americana prigioniero di questa nazione mai identificata con un nome preciso. Quando lo condannano a morte, il figlio, con un amico del padre, organizza un'incursione aerea: gli F16 partono all'attacco, riforniti di carburante durante il volo, devastano lo Stato avversario e liberano l'ostaggio. L'aquila d'acciaio è in programmazione da 14 giorni e l'hanno visto circa settemila persone. Ieri erano in pochi, ma lo scoprivano con altro occhio: almeno una parte della vicenda l'avevano già letta sul giornale. Quali commenti all'uscita? «Forse fino a ieri lo guardavano con un tipo d'attenzione diversa*, dicono alla cassa. E spiegano che si sentivano parole come: «'sto ragazzino è un piccolo Rambo», «è tutto esagerato*, «troppa fantasia*, • incredibile*. Ora non più. Adesso il film acquista un aspetto che mette inquietudine: la cinepresa aveva previsto? Dunque, prevedere era facile. «Il cinema è finzione, s'è detto. E lo si ripete anche quando non si vuol credere a ciò che si vede perché turba — commenta Luciano Pronello, 55 anni —. Ora, invece, ci troviamo a vedere una finzione che ha trovato riscontro nella realtà, sovvertendo quel che ci aspettavamo. E il regista non è un preveggente: è una persona che ha colto in pieno una tensione internazionale palpabile già molto prima di queste estreme conseguenze*. Con lui c'è la figlia, Marina, 29 anni: «Pellicole come II cacciatore o Apocalypse now sono nate dopo il Vietnam, non prima con immagini di fantasia. Questo è r.ato prima, e con intenti diversi: la sceneggiatura è stata scritta con un'impostazione vicina ai vari Rambo, dove l'eroe buono trionfa sempre fra mille pericoli. Voglio dire che lo scopo è una storia di pochi, non la rappresentazione nuda e cruda d'un conflitto fra due nazioni. Anche se l'ambiente, i mezzi impiegati, la scelta delle nazioni è impressìonante». !■ E «impressionante* questo «anticipo» è anche per Elsa Robaldo: «Anche se gli intenti sono diversi dalla storia, e rappresentazione d'un bombardamento poi avvenuto davvero; -questo avvicinarsi fra cinema è realtà, questo poter rappresentare, sema troppo sprèmere la fantasia, cose che. succederanno non può non .rendere ancora più terribile la paura che tutti abbiamo, di quello che può succedere*. «Succede che vien la guerra*, concludono tre tragazzini. E se ne vanno soddisfatti Per loro l'eroe è il giovane protagonista e, «se non est stessero queste situazioni, non esisterebbero neppure questi eroi*. m. nei. Dal film «l/a<|uila d'acciaio» in proiezione al Vittoria
Persone citate: Elsa Robaldo, L'aquila D'acciaio, Luciano Pronello, Rambo
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